Il 23 ottobre ha rappresentato un altro momento di svolta nella storia della Tunisia, culla della cosiddetta “Primavera Araba”. I cittadini sono stati chiamati alle urne nelle prime elezioni libere nel Paese, per eleggere i membri dell'assemblea costituente che avrà il compito di riscrivere la costituzione tunisina.
Il partito islamista moderato, Ennahda [it], si è aggiudicato 90 dei 217 seggi parlamentari, pari al il 41,47% dei voti. Al secondo posto, con 30 seggi, il partito laico di centro-destra al-Mottamar [en, come gli altri link, eccetto ove diversamente indicato] (Congresso per la Repubblica), seguito dal partito social-democratico Ettakatol (Forum Democratico per il Lavoro e le Libertà) con 22 seggi.
Sebbene la missione degli osservatori elettorali dell'Unione Europea abbia dichiarato che le elezioni si sono svolte in conformità agli standard internazionali, il risultato non ha soddisfatto tutti i cittadini tunisini.
Infatti a Sidi Bouzid, la cittadina in cui hanno avuto inizio le proteste sfociate nella caduta del regime del presidente Zeine El Abidine Ben Ali, i cittadini sono tornati in piazza per protestare contro l'invalidazione di alcuni seggi precedentemente attribuiti al partito al-Aridha (Petizione Popolare).
La commissione indipendente (ISIE [fr]) ha affermato che l'invalidazione è stata determinata da irregolarità nel finanziamento delle campagne elettorali. Secondo quanto emerso dai risultati provvisori [it], prima della squalifica il partito al-Aridha avrebbe ottenuto la maggior parte dei voti a Sidi Bouzid. Comunque sia, al-Aridha, guidato da Hechmi Hamdi, noto sostenitore del vecchio regime, si è aggiudicato 19 dei 217 seggi dell'assemblea.
Su Twitter, i netizen esprimono perplessità [fr]:
@OBergervdn: #SidiBouzid, symbole de la révolution, a donc voté pour les anciens Benalistes d'Aridha. Ironique, non ? #tnelec
A Sidi Bouzid, le proteste seguite alle elezioni sono sfociate in atti di violenza, episodi di vandalismo e rivolte. La notte del 27 ottobre, quando i risultati sono stati pubblicati ufficialmente, Tunisia Live commenta su Twitter:
Forti proteste a Sidi Bouzid. Blocchi stradali e centinaia di pneumatici bruciati. La gente urla “la rivoluzione è nostra e non potete portarcela via”
Titof spiega come mai i manifestanti di Sidi Bouzid abbiano reagito in questo modo [ar]:
La polizia ha usato dei lacrimogeni per disperdere la folla rabbiosa. La calma è tornata a Sidi Bouzid nella giornata di sabato, giorno in cui i residenti hanno lanciato una campagna per la pulizia e la riorganizzazione della cittadina.
Nel frattempo, i blogger tunisini hanno espresso la propria rabbia nei confronti dei mass media, per aver deciso di evidenziare la vittoria del partito islamista Ennahda, il quale si è aggiudicato la maggior parte dei voti:
@Psycke commenta [fr]:
Je suis révoltée par les titres de la presse française auj! Arrêtez de projeter votre peur sur nous!!!!!!! #tnelec #Tunisie
“Non vi siete preoccupati del Dittatore. Ora vi preoccupate degli islamisti!” è il messaggio lanciato dal blogger Azyz Amamy (@azyyoz) ai media occidentali.
Sebbene le storiche elezioni nel Paese così come la copertura mediatica effettuata dai media occidentali siano state macchiate da una violenza condannata dagli stessi cittadini tunisini, alcuni blogger hanno espresso soddisfazione riguardo la situazione e fiducia nella possibilità di un futuro migliore.
L'exception tunisienne scrive [fr]:
La droite conservatrice remporte la mise. Mais le plus grand gagnant dans tout cela, c'est le peuple tunisien qui est sorti en masse et d'une manière spontanée et volontaire pour dire son mot.
Anche Olfa condivide la visione ottimistica del futuro tunisino [fr]:
Ennahda a été élu démocratiquement : il faut lui donner une chance. […]A regarder le chemin parcouru, cependant, je considère que l'avenir qui s'offre à la Tunisie est non pas une menace, mais une chance. La société tunisienne est depuis longtemps sécularisée et n’a pas l’intention de céder sur ses acquis, notamment en matière de droits des femmes. Je reste donc optimiste !
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