Giovedì 15 dicembre, l'attore inglese Christian Bale – a Pechino per promuovere il suo ultimo film The Flowers of War [it] – ha intrapreso un viaggio in macchina di 8 ore per raggiungere la casa di Chen Guangcheng [en, come tutti i link successivi], attivista cinese per i diritti umani, al momento costretto agli arresti domiciliari nel suo villaggio. Risultato: Bale è stato prima maltrattato e poi allontanato.
Alcuni reporter della CNN si trovavano con lui, quando l'attore, nel tentativo di accedere al villaggio, è stato allontanato a forza da alcune guardie, che alla guida di un minivan si sono poi date all'inseguimento di Bale e compagni per 40 minuti circa. Al momento, su Sina Weibo e altri siti web, imperversano gag e battute sul presunto ‘inseguimento di Batman’.
Lo scorso mese il New York Times ha pubblicato un articolo di Chen Min, stimato giornalista cinese, che ha suscitato forti polemiche da parte di alcuni attivisti cinesi: Chen sostiene che, in casi simili, soltanto una politica diplomatica pacata possa condurre all'allentamento delle repressioni; a suo dire, quando il governo cinese rischia di ‘perdere la faccia’ a livello internazionale, i funzionari locali sono molto più restii ad ammorbidire il controllo.
Altri ribattono che, se i cittadini cinesi non possono parlare a nome di Chen per via di un rigido sistema di censura ed elaborate misure politiche e se agli stranieri viene chiesto di tacere senza intervenire, allora personaggi costretti in assoluto isolamento come Cheng Guangcheng sono forse destinati a rimanere ignorati, senza possibilità alcuna di far sentire la propria voce?
Altri articoli di Global Voices [in inglese] riguardanti il caso di Cheng Guangcheng: