L'atollo di Scarborough, che si trova nel Mar Cinese Meridionale o Mar delle Filippine Occidentale [it], è conteso da tre nazioni: Cina, Filippine e Taiwan. La tensione [it] tra la Cina e le Filippine è scoppiata il mese scorso, quando i governi delle due nazioni si sono accusati a vicenda di aver illegalmente occupato le acque territoriali intorno all'atollo. La situazione ha acceso sentimenti nazionalisti in entrambi i Paesi e online ha preso a circolare anche la parola “guerra”.
Di seguito riportiamo alcune reazioni dei social media filippini:
@redsohigh [tl]: In terms of bullying and intimidation. Wala tayong laban sa China in terms of owning Panatag Shoal. Susme. Isang nuclear lang tayo.
@SoWhatsNews [tl]: China has caught all the fish in Panatag Shoal hence the stoppage and the fishing ban. Sweet n Sour Fish Fillet mabenta ngayon sa China.
Forse per alleggerire la tensione, sia le Filippine che la Cina hanno imposto il divieto di pesca [en] nell'area contesa.
@roilogolez [en]: Non è patriottico per un Filippino esprimere pubblicamente un'opinione contraria alla posizione del governo sull'atollo di Scarborough.
@crystalbrosas [tl]: Scarborough Shoal and Spratlys Islands are for the Philippines. MAAWA NAMAN KAYO SA BANSA NAMIN, Kahit may lahi akong Chinese. -_-
La questione delle Isole Spratly [it], più grandi dell'atollo di Scarborough, è controversa e potenzialmente più pericolosa, dal momento che sei Paesi dell'area rivendicano queste isole ricche di risorse.
Miko Lucena [en]: Chiamatela disperazione di riconquistare potenza economica. Con il costo del lavoro che cresce hanno bisogno di un'altra fonte di reddito, preferibilmente di quello che il mondo chiede: il petrolio.
Roselyne Bairan Cua [tl]: Ang laki laki ng china,pinagkaka interesan ang atin maliliit na isla. They should just stay away from our islands and focus on their own problem. Palibasa alam nila wala tayong military warfare. Dinaadaan tayo sa sindak. Takot naman sila sa FB.
Ed Dalisay [en]: La Cina ha un problema più grande a casa propria. La loro economia sta fallendo e la situazione non è così rosea come sembra. I capi di governo cercheranno sempre delle distrazioni per far sì che il popolo gli vada dietro. Un modo è quello di tirar fuori una guerra contro una piccola nazione che possono sopraffare facilmente. La storia è piena di esempi di questo genere. Questo è quello che fece anche Bush quando dichiarò guerra all'Iraq perché stava diventando impopolare a casa sua.
Joseph Corpuz [en]: Potremmo non essere forti come la Cina in termini militari ma possiamo esserlo economicamente se solo ci ricomponiamo un poco. Se loro non vogliono le nostre esportazioni, allora possiamo guardare ad altri paesi ed essere autosufficienti comunque.
Ryena Piscano commenta la guerra “cibernetica” [en] in corso tra netizen nazionalisti di entrambe le nazioni:
E’ evidente che Internet ha livellato il campo da gioco anche in caso di conflitti politici come lo stallo di Scarborough. Ha reso entrambe le parti più sfrontate nell'esprimere le loro opinioni rispetto alla questione. In alcuni casi, tutto in 140 caratteri. Anche la pirateria informatica è diventata una vetrina in cui esibire il proprio nazionalismo e i messaggi politici dei giovani blogger ribadiscono le nuove vette raggiunte dall'attivismo in Rete. Per pazzo che possa essere, le persone andrebbero anche fuori strada pur di tracciare mappe e immagini con Photoshop solo per sostenere la loro opinione. Non è soltanto una guerra della parola, è una guerra di “memi” [it] e a tutti noi “ci piace”.
Dopo che gli hacker hanno deturpato il sito internet dell'università, il rettore della University of the Philippines ha rilasciato questa dichiarazione:
Colpire [en] determinati siti internet della sospetta nazione di provenienza del o degli hacker non articola con oggettività nessun pensiero politico ma soddisfa soltanto il desiderio personale e soggettivo di “far pari”… abbiamo anche lanciato un appello agli esperti di tecnologia filippini affinché smettessero di aggredire altri siti internet, specialmente quelli cinesi. I filippini sono più giudiziosi di così ed è meglio sfruttare la nostra esperienza in sforzi produttivi.
Carol P. Araullo [en] invita il governo di Aquino [it] a risolvere la questione senza chiedere l'intervento militare degli Stati Uniti:
… non sarebbe la migliore manifestazione di saggezza politica, ancora di più dell'arte di governare, se l'amministrazione di Aquino studiasse sul serio la questione e rilasciasse una replica ragionevole e misurata ai punti sollevati dalla Cina, invece di brandire l'alleanza militare filippina con gli Stati Uniti affinché faccia da contrappeso alla forza militare cinese e compensi l'inferiorità militare delle Filippine?
Oltretutto non ha senso continuare a montare sentimenti di entusiasmo pseudo-patriottico e ultra-nazionalista contro la Cina e le cose cinesi.