Lo scorso 25 settembre a Madrid il movimento noto come 25S, convocato dalla Plataforma En Pie e dalla Coordinadora 25S [es, come gli altri link eccetto ove diversamente indicato], ha organizzato una protesta davanti alla Camera a cui hanno partecipato migliaia di persone. Uno degli obiettivi nel circondare il Congresso, era quello di far risaltare, mediante una concentrazione pacifica e altamente simbolica, l'imponente crepa instauratasi tra i cittadini e i loro rappresentati e la necessità di un sistema realmente democratico.
Sono giunte persone da diverse parti del Paese per prendere parte a una giornata piena di iniziative, dai pranzi sociali alle marce verso il centro della città, fino a circordare il Congresso. Ma non sono stati i soli; un dispiegamento poliziale senza precedenti nell'era democratica spagnola ha impedito l'accesso a chiunque si avvicinasse al Congresso, che era stato inoltre totalmente protetto da palizzate.
L'atmosfera si è subito fatta tesa, come era prevedibile, e le cariche da parte della polizia non si sono fatte aspettare. Dalle 21.00 si sono fatte sempre più frequenti fino alla completa dissoluzione della concentrazione. Come in occasioni anteriori, anche se in proporzione maggiore, gli antisommossa hanno utilizzato palle di gomma, manganelli e gas lacrimogeni durante gli scontri con i cittadini. 35 persone sono state arrestate e 64 sono risultate ferite, uno in modo grave.
Ancora una volta i social network sono stati il mezzo di comunicazione più utilizzato per condividere impressioni, ordini e materiali sull'accaduto.
L'indignazione provocata dalla violenza della polizia è ancora oggi uno degli aspetti più commentati e recriminati. Una gran quantità di video mostrano arresti arbitrari, intimidazioni ai giornalisti, violenza sui manifestanti e persecuzioni, persino all'interno della stazione ferroviaria di Atocha. Un ruolo importante lo svolgono, oltre ai video amatoriali, quei programmi che permettono attraverso un dispositivo elettronico di seguire gli avvenimenti in streaming, uno di essi è Toma la Tele.
Sul web ha spopolato la reazione di sostegno spontaneo da parte di un cameriere di un bar della zona, definito da alcuni un eroe. Questi ha impedito che la polizia entrasse nel suo locale dove alcuni manifestati avevano trovato rifugio. Un altro video che ha avuto grande diffusione su internet mette in evidenza la presenza di poliziotti infiltrati tra i manifestanti. Il video che segue mostra una scena in cui gli antisommossa picchiano un individuo e questi si identifica come membro della polizia gridando: “qué soy compañero, coño” (n.d.t. “sono un collega, cazzo”). Questa frase è diventata in breve un hashtag su Twitter. La sezione spagnola di Amnesty Internacional ha annunciato che chiederà al Ministero degli Interni di aprire un'indagine per chiarire il ruolo di eventuali infaltrati e soprattutto se avevano come obiettivo quello di provocare gli scontri. Molti agenti della polizia sono stati anche recriminati di non indossare il distintivo.
@amnistiaespana: Estamos recopilando informacion sobre el #25s y solicitaremos una investigación al Ministerio del Interior,anuncia@_estebanbeltran
Mentre si muovevano molte denunce contro la violenza della polizia, contemporaneamente arrivavano le parole di elegio da parte del presidente del governo spagnolo, Mariano Rajoy, che si congratulava con la polizia per l'operato svolto e si dichiarava orgoglioso della “maggioranza” di spagnoli che si sono mantenuti lontani dalle proteste. Dopo il 25S Ana Botella, sindaco di Madrid, ha reso noto che il governo è troppo permissivo nell'autorizzazione delle manifestazioni. La Delegada del Governo di Madrid, Cristina Cifuentes, ha paragonato la manifestazione a un colpo di stato e ha chiesto una modifica alla legislazione che regola le manifestazioni.
Il giorno successivo, migliaia di persone sono tornate sul posto, di fronte al Congresso, in opposizione al comportamento delle autorià e come dimostrazione che loro non hanno paura. Lo stesso tipo di protesta si è ripetuta il sabato seguente, il giorno 29, per la terza volta. Affermano che non si fermeranno finchè il governo non darà le dimissioni. In Italia, Bruxelles e Portogallo è sorto un movimento simile al #25S [it] in segno di solidarietà agli spagnoli che mettono in discussione il potere legislativo.