Reporter Senza Frontiere definisce i “70 anni di progressi della Cina sui diritti umani” come una “cortina di fumo”

Immagine modificata con Photoshop tratta da Stand News.

In vista del 70° anniversario della Repubblica Popolare Cinese, il 22 settembre 2019, l'Ufficio Stampa del Consiglio di Stato cinese ha pubblicato un libro bianco [it] sulle condizioni dei diritti umani in Cina. Intitolato: “Perseguire la felicità per il popolo: 70 anni di progressi nei diritti umani in Cina” [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione], l'articolo definisce i diritti umani come diritti del popolo alla felicità e allo sviluppo.

Mentre la Cina ha affermato di essere diventata una vera democrazia e un campione dei diritti umani, Reporter Senza Frontiere, organizzazione internazionale per la difesa della libertà di stampa, ha denunciato il rapporto come una “cortina di fumo” intesa a mascherare il “pessimo risultato” della Cina in materia di diritti umani e libertà di stampa.

Il governo cinese ha sostenuto il proprio risultato nell’ambito dei diritti umani con un gran numero di statistiche sullo sviluppo economico e sociale, come i dati sulla riduzione della povertà:

Tra il 1978 e il 2018 il numero di poveri delle aree rurali è sceso da 770 milioni a 16,6 milioni, calcolati rispetto alla povertà della Cina stabilita nel 2010.

Qui viene riportato il testo completo del libro bianco: “Perseguire la felicità per il popolo: 70 anni di progressi nei diritti umani in Cina.”

Nonostante le severe critiche internazionali sulle condizioni dei diritti umani in Tibet e Xinjiang, il documento affermava che i diritti delle minoranze etniche sono ben protetti, citando ancora una volta la crescita del PIL in cinque regioni autonome di Mongolia Interna, Guangxi, Tibet, Ningxia e Xinjiang.

Cédric Alviani, direttore dell'ufficio dell'Asia orientale di Reporter Senza Frontiere, ha esortato la comunità internazionale a non lasciarsi ingannare da “un testo che confonde di proposito lo sviluppo con i diritti umani, come definiti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, di cui la Cina è firmataria ma che viola giornalmente”.

Nel suo comunicato stampa, Reporter Senza Frontiere ha sottolineato:

China is the biggest prison in the world for journalists, with at least 115 detainees, who may suffer the same fate as late Nobel Peace Prize laureate Liu Xiaobo and blogger Yang Tongyan, who both died in 2017 due to untreated cancers in detention. The 850 million Chinese internet users are also kept out of the global community by a system of censorship and technological surveillance which limits their ability to inform themselves freely.

La Cina è la più grande prigione al mondo per giornalisti, con almeno 115 detenuti, che potrebbero subire la stessa sorte del defunto premio Nobel per la pace Liu Xiaobo e del blogger Yang Tongyan, entrambi morti nel 2017 a causa di tumori non trattati in detenzione. Gli 850 milioni di utenti cinesi di internet sono anche tenuti fuori dalla comunità globale da un sistema di censura e sorveglianza tecnologica che limita la loro capacità di informarsi liberamente.

Gli utenti di Twitter al di fuori della Cina hanno osservato che il rapporto cinese ha omesso qualsiasi menzione delle catastrofi umanitarie del paese:

“Mancano tutte le tragedie e le miserie che il popolo cinese e altri cittadini di minoranza hanno subìto sotto il movimento del Grande Balzo in avanti e la carestia, le atrocità della Rivoluzione Culturale e i massacri di Piazza Tiananmen”

Libro bianco della Cina …

Molti hanno deriso la propaganda cinese con meme come il sosia online del Presidente cinese Xi Jinping, cioè Winnie Pooh:

Come anticipato, la posizione ufficiale è stata ripresa dalle piattaforme cinesi dei social media, tutte sotto lo stretto controllo della censura. Di seguito sono riportate alcune risposte su uno dei thread della notizia su Weibo:

亲身感受:安居乐业,繁荣安定就是世界上最大的民主!

Esperienza e sentimento personali: benessere, prosperità e stabilità sono la più grande democrazia in questo mondo.

中华文明和西方普世价值是两个完全不同的概念,人权定义完全不同,也是从最近的香港暴乱事件中领悟到的,祝愿国家长治久安,越来越先进。

La civiltà cinese e i valori universali occidentali sono due set di concetti diversi. Anche le definizioni dei diritti umani sono diverse. La rivolta di Hong Kong ci ha insegnato una lezione. Vorrei che questo paese fosse sempre stabile e in progresso.

中国的人权情况中国人才有资格发言!

Solo i cinesi sono qualificati per parlare di diritti umani in Cina.

Una simile camera dell'eco sui social media cinesi ha generato la convinzione che i sistemi politici ed economici della Cina siano più avanzati rispetto al resto del mondo, come si evince dall’opinione diffusa che la Cina è un “paese forte” (強國). Il fumettista politico Rebel Pepper è turbato da questa “realtà rosea” costruita dal Partito Comunista Cinese e ha paragonato la propaganda politica a fornire droga al popolo:

La maggior parte dei cinesi vede me e altri dissidenti di minoranza come critici irragionevoli unicamente volti a screditare la Cina. Vediamo più della maggioranza dei cinesi. Tutto ciò che riescono a vedere è lo sviluppo economico e ora il PCC ha il coraggio di pubblicare un libro bianco su 70 anni di progressi nei diritti umani. Solo un paio di anni fa non potevamo nemmeno immaginarlo. In passato, la Cina ha affermato che solo chi era ben nutrito avrebbe puntato il dito contro la Cina. Ora l'opinione pubblica principale (in Cina) è che solo gli sfigati che non riescono a guadagnarsi da vivere sono indignati verso la Cina. Come dovremmo affrontare una tale convinzione così diffusa?

La domanda sollevata da Rebel Pepper è condivisa dai dissidenti cinesi d'oltremare. Poiché tutte le piattaforme mediatiche in Cina sono sotto stretta censura e il great firewall [it] ha bloccato la diffusione delle informazioni estere alla maggior parte del popolo cinese, è quasi impossibile avere un dibattito aperto sulla “realtà” così come rappresentata dalla propaganda ufficiale orchestrata da un numero enorme di patrioti online.

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