La celebre blogger tunisina e difensore dei diritti umani Lina Ben Mhenni [it] è deceduta all'età di 36 anni il 27 gennaio 2020.
Lina è stata una figura chiave nella rivoluzione tunisina che ha rovesciato la dittatura di Zine el Abidine Ben Ali, durata 23 anni, nel gennaio 2011. Quando la rivoluzione è iniziata, nel dicembre 2010, Lina si è recata a Sidi Bouzid e Kasserine, dove ha raccontato [fr] delle prime proteste prima che si diffondessero in altre regioni del Paese. Il suo resoconto [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] ha contribuito a rendere pubblica la feroce repressione delle autorità contro i manifestanti, in un momento in cui in Tunisia la libertà dei media e della stampa erano fortemente limitate e internet era pesantemente censurato.
Prima del crollo del regime, ha scritto e ha scritto della situazione dei diritti umani nel paese sul suo blog, vincitore di un premio, A Tunisian Girl [ar]. È stata anche collaboratrice di Global Voices, dove ha scritto molto sulla censura di internet, sulla repressione dei blogger e sulla libertà di espressione sotto il regime di Ben Ali.
Lina ha continuato il suo attivismo instancabile anche dopo la rivoluzione. È stata critica nei confronti del governo del movimento islamista Ennahdha, che ha governato con altri due partiti tra la fine del 2011 e l'inizio del 2014. Durante questo periodo hanno continuato a verificarsi violazioni dei diritti umani e delle libertà individuali, anche per motivi religiosi. Ben Mhenni ha inoltre ricevuto minacce di morte per le sue critiche agli islamisti e alle autorità.
Ben Mhenni ha anche condotto una campagna per i diritti socio-economici e culturali di tutti i tunisini. È stata una forte sostenitrice dei diritti di coloro che erano stati feriti per aver protestato durante la rivoluzione, compreso il diritto a un risarcimento e a un'adeguata assistenza sanitaria. Nel 2016, insieme al padre Sadok Ben Mhenni, attivista politico e difensore dei diritti umani, imprigionato sotto il regime di Bourguiba (il presidente tunisino post-indipendenza), ha avviato una campagna di raccolta di libri per i detenuti per contribuire alla lotta alla radicalizzazione nelle carceri. Hanno raccolto più di 45.000 libri in due anni.
La premiata blogger è morta per una malattia cronica che l'aveva costretta a un trapianto del rene nel 2007.
Parlando a una radio locale il 14 febbraio 2019, Lina ha reso omaggio [ar] a sua madre, per averle donato il suo rene e aver sostenuto il suo attivismo. Ha detto:
Thanks to her I got to live another 12 years I may not have lived, or I would have lived a prisoner in my own body. But I have fully lived these years thanks to her. I travelled, I moved, I filmed, I ran, I screamed, and I lived the Tunisian revolution, something I may not have been able to live…
Grazie a lei ho potuto vivere altri 12 anni che ho rischiato di non vivere, o di vivere prigioniera del mio corpo. Ma ho vissuto pienamente questi anni grazie a lei. Ho viaggiato, mi sono spostata, ho filmato, ho corso, ho urlato e ho vissuto la rivoluzione tunisina, cose che non avrei potuto vivere…