La raccapricciante uccisione di George Floyd [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] l'afroamericano morto per asfissia a seguito della pressione esercitata sul suo collo da parte di un agente di polizia bianco a Minneapolis, Minnesota, il 25 maggio scorso, è stata il catalizzatore che ha rimesso in primo piano i timori del movimento Black Lives Matter (BLM) (cioè le vite dei neri contano).
La sua missione di intraprendere una battaglia contro la violenza sistematica nei confronti della popolazione nera, che si manifesta gravemente attraverso la brutalità di alcuni atti di polizia, ha ispirato proteste analoghe in tutto il mondo.
L'8 giugno, più di 500 persone, unite nella solidarietà dal motto #BlackLivesMatter, hanno manifestato davanti all'ambasciata americana di Port of Spain. Si tratta della seconda protesta pubblica nel giro di quattro giorni. Tuttavia, secondo quanto riferito, quest'ultima è stata molto più animata rispetto alla precedente, sebbene alcune fasce della società rimangano ostili alla causa.
“Nè giustizia, nè pace,” era lo slogan che risuonava a seguito del raduno dei manifestanti presso il Queen's Park Savannah. Gli automobilisti che transitavano lungo il perimetro della più grande area verde della città sollevavano i loro pugni fuori dal finestrino, suonavano il clacson e urlavano lo slogan “Black Lives Matter”, non solo come segno di solidarietà nei confronti della gente afroamericana, ma anche come presa di coscienza del profondo razzismo che ancora marcisce sotto la superficie della società multiculturale di Trinidad e Tobago.
Nonostante alcuni scontri con la polizia, principalmente dovuti a riprese non autorizzate da parte di un agente nei confronti dei manifestanti, le proteste sono state, in linea generale, pacifiche e moderate. Nella maggior parte dei casi, i manifestanti hanno rispettato le norme di distanziamento sociale, imposte anche dagli agenti polizia presenti.
Infatti, l'ambasciatore statunitense Joseph Mondello ha speso del tempo dialogando con i manifestanti. Quest'ultimo si è congratulato con tutti coloro che si erano presentati, per il loro messaggio e per aver indossato la mascherina e praticato il distanziamento sociale.
A seguito della morte di George Floyd, dibattiti sulle cosiddette ‘razze’ sono divampati sui social media a Trinidad e Tobago, fomentati dagli indelicati commenti di alcuni imprenditori come Gerald Aboud, le cui dichiarazioni su Facebook, che esortano la popolazione di colore a cambiare la propria mentalità, sono state diffusamente considerate razziste. La sordità nei confronti del problema dimostrata da Aboud ed altri ha incentivato appelli al fine di boicottare le loro imprese ed ha indotto la decisione di imprenditori neri di ritirare i loro prodotti da questi punti vendita e la creazione di liste di attività possedute da afroamericani, condivise sui social media.
Durante le proteste, il nome di Aboud è stato letto più volte su insegne e cartelloni:
In un paese che si fregia della propria uguaglianza e unità — l'inno nazionale, del resto, recita, “Qui ogni credo e razza trova un posto paritario” — è significativo quanto il movimento #BlackLivesMatter abbia scatenato una reazione di questo tipo.
Non si può negare, tuttavia, che il razzismo, a Trinidad e Tobago, si sviluppi in vari modi: dalle velate, o talvolta manifeste, dispute razziali tra etnie, ad un razzismo ‘istituzionalizzato’ che ha reso più difficile per la popolazione nera prosperare economicamente, fino al fatto che la maggior parte della ricchezza nel paese resta nelle mani dell’1% della popolazione.
In quanto società post-coloniale, la questione razziale è parte integrante della storia di Trinidad e Tobago e, pertanto, comportamenti razzisti possono essere intergenerazionali.
Il Carnevale di Trinidad e Tobago, indubbiamente la più grande festività nazionale, è un esempio di ciò. Sebbene la sua moderna versione possa apparire come una magnifica festa di strada, alcune bande di Carnevale restano separate per classe e colore. Le origini della festività affondavano le proprie radici nella ribellione contro le autorità coloniali.
Il sistema iniquo di Trinidad e Tobago, ereditato dal periodo post-indipendenza dalla Gran Bretagna, non è stato completamente smantellato. Alcune delle sue strutture lasciano ancora il segno sulle vite della popolazione nera, ma se dovessimo giudicare l'attuale situazione in base alla partecipazione alla protesta dell'8 giugno, i giovani in particolare non sembrano più disposti a guardare dall'altra parte.
Sebbene l'affluenza maggiore provenisse dalla popolazione di origine africana, erano presenti anche trinidadiani di colore e bianchi, riuniti in un movimento globale che punta a sfidare un sistema che tiene i motori del razzismo accesi.
Costoro parlano con le loro voci e con i loro portafogli, e sembrano pronti ad affrontare un confronto duro ma inevitabile, affinché una vera uguaglianza possa emergere. Molti, inoltre, condividono le proprie risorse e insegnano la storia afroamericana per favorire una maggiore consapevolezza: si tratta di un confronto atteso da tempo.
Ciao cari amici dei Caraibi ?? Il movimento Black Lives Matter è particolarmente importante per noi, e vogliamo spiegarvi il perché! Per favore, prenditi un po’ di tempo per leggere questo post ed entra in contatto con le fonti che abbiamo elencato. Spero che stiate tutti bene. Pace ❤️