La salute del detenuto attivista politico algerino Rachid Nekkaz è peggiorata tanto da mettere a rischio la sua vita da quando, il mese scorso, è stato trasferito in un carcere di isolamento a più di 750 chilometri dalla capitale e ciò ha portato all'aumento delle voci che richiedono il suo rilascio.
Nekkaz, imprenditore di 49 anni, è una delle personalità di riferimento nell'opposizione al regime politico algerino. È stato un elemento chiave di quel movimento che nel febbraio 2019 ha rovesciato il governo dell'ex Presidente Abdelaziz Bouteflika [it] e che compirà il suo secondo anniversario il 22 febbraio. In questo periodo, a causa dell'aggravarsi delle condizioni sociali, politiche ed economiche del Paese, ma anche per la lentezza [ar, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] con cui si stanno attuando quei cambiamenti tangibili richiesti due anni prima da milioni di algerini, si sta cercando di ridare slancio alle richieste del movimento e di riprendere le manifestazioni di massa.
Commentando quanto sta accadendo a Rachid Nekkaz e a molti altri prigionieri politici in Algeria, il blogger e giornalista Abdelmoundji Khelladi scrive:
إرهابيين يعيشون كالسلاطين أمثال مداني مزراق و شاكلته التي إستفادات من الأموال مكافئة لهم لقتلهم مئات الآلاف من الأبرياء و كذلك عبد الرزاق البارا أما السجن و القتل البطيئ كان من نصيب رشيد نكاز، خالد درارني و إبراهيم لعلامي.
— عبد المنجي خلادي – Abdelmoundji Khelladi (@KAbdelmoundji) February 7, 2021
I terroristi vivono come sultani, proprio come Madani Mezrag e i suoi pari, che sono stati ricompensati in denaro per aver ucciso centinaia di migliaia di persone innocenti, o anche quelli come Abdul Razzaq Al-Bara. Invece, a Rashid Nekkaz, Khaled Dararni e Ibrahim Lamati tocca il carcere e una morte lenta.
Nekkaz è stato arrestato [en] il 4 dicembre 2019 all'aeroporto di Houari Boumediene, Algeri, al suo ritorno dalla Spagna. È stato portato al tribunale di Casablanca, dove il giudice istruttore ha stabilito la sua momentanea incarcerazione per diverse accuse, tra cui aver incitato i civili al possesso di armi, danni contro membri dell'Assemblea Nazionale, aver impedito ai cittadini di esercitare il diritto di voto e anche per istigazione alla rivolta.
Secondo la dichiarazione pubblicata il 28 gennaio sulla pagina Facebook ufficiale dell'attivista politico e citando Khelifi Yassin, membro del suo comitato di difesa, “Rachid Nekkaz ha una malattia alla prostata e al fegato, quindi il suo trasferimento in un'altra prigione è una palese violazione della legge.” Sulla stessa pagina si legge che il 26 gennaio Nekkaz è stato trasferito dal penitenziario di Al-Qulaia alla prigione di Sidi Sheikh nella provincia di Al-Bayadh, dopo che il Consiglio Giudiziario della Capitale ha avallato la decisione del 4 aprile 2020 di imprigionare temporaneamente l'attivista politico, rifiutandone il rilascio. Una commissione di difesa che rappresenta Nekkaz ha avanzato un reclamo l'11 gennaio 2021 al Consiglio Nazionale per i Diritti Umani che denuncia l'arbitrarietà della detenzione del loro cliente e in cui si afferma che Nekkaz è in prigione senza processo dal dicembre 2019, il che costituisce una violazione dei diritti dell'attivista.
Il 29 gennario, in un comunicato stampa del Mouvement de Jeune et Changement (MJC), fondato da Nekkaz, si legge:
شيء واحد مؤكد، رشيد نكاز لا يستفيد من الإشراف الطبي والعلاج لشفائه، والأكثر إثارة للدهشة أن أقرب مستشفى يبلغ 125 كيلومتر عن السجن.
Una cosa è certa, a Rachid Nekkaz non viene fornito alcun controllo o trattamento medico per curarlo, e ancor più sorprendente è che l'ospedale più vicino è a 125 chilometri dalla prigione.
Nel comunicato si legge: “Abbiamo il diritto di chiedere se questa prigione di El-Obeid, Sidi Sheikh, diventerà la prigione di Rachid Nekkaz,” riferendo che la malattia di Nekkaz è stata confermata da sette medici alla prigione di Al-Qulaia in Algeria e che suo padre, Hajj al-Arabi Nekkaz, morì nel 2011 per la stessa patologia.
La rassegna stampa del MJC ha aggiunto inoltre che sebbene Nekkaz fosse in condizioni critiche, è stato comunque trasferito dalla prigione di Al-Qulaia a quella di El Obeid Sidi Sheikh nella provincia di El Bayadh, situata a 756 chilometri a sudovest di Algeri, al confine con il Sahara Algerino, e che ciò è stato fatto per rendere difficili i contatti tra Rachid Nekkaz e il suo avvocato.
In un messaggio che ha mandato dalla sua cella nel carcere di Sidi Sheikh e poi postato sulla sua pagina Facebook il 31 gennaio, Nekkaz ha raccontato di essere rimasto ammanettato per tutte le nove ore del tragitto verso la prigione di Sidi Sheikh, al freddo estremo dovuto alla mancanza di riscaldamento. Poi è stato subito rinchiuso in isolamento, in una cella angusta che ha definito simile all'ignobile carcere di Tazmamart, in Marocco. Attaccando il ministro della giustizia algerino, Belkacem Zeghmati, il messaggio di Nekkaz dice:
كان الرجل الذي يُدعى بلقاسم زغماتي قد سجن 8 من إرهابيي داعش في سجن قليعة مثل سجن غوانتانامو. في حين أنني لم أقتل أو أسرق أي شخص في حياتي وأنني قدت منذ عدة سنوات معركة من أجل التغيير السلمي في الجزائر وضد الفساد من أجل جزائر جديدة ، أجد نفسي في وضع أقل ملاءمة من هؤلاء الإرهابيين.
L'uomo chiamato Belkacem Zeghmati ha imprigionato 8 terroristi dello Stato Islamico nella prigione di Al-Qulaia, simile al centro di detenzione di Guantanamo. Io che non ho mai né ucciso né derubato nessuno in tutta la mia vita e ho condotto per anni battaglie per un cambiamento pacifico in Algeria e contro la corruzione per una nuova Algeria, mi trovo in una posizione peggiore di quei terroristi.
Nekkaz ha poi aggiunto [en]:
Despite my very poor health which is deteriorating day by day due to the emergence of prostate cancer and a 19 mm cyst in the liver with the possibility of cancer. Despite everything, I am going ahead with my 29-day hunger strike to save and change Algeria, which will begin on Friday February 19, 2021, the anniversary of the outbreak of the Khenchela movement. I am not afraid of death: Free people with convictions do not fear death in order to save and change Algeria.
Nonostante le mie condizioni di salute, che peggiorano di giorno in giorno a causa della comparsa di un cancro alla prostata e di una ciste al fegato di 19 mm con possibilità di cancro, nonostante tutto, porterò comunque avanti il mio sciopero della fame per 29 giorni, cominciando venerdì 19 febbraio 2021, l'anniversario della nascita del movimento Khenchela, per salvare e cambiare l'Algeria. Non temo la morte: le persone libere che hanno degli ideali non temono la morte per salvare e cambiare l'Algeria.
Alla fine di gennaio, in una campagna di solidarietà per il politico incarcerato, alcuni utenti delle piattaforme social hanno lanciato gli hashtag: #Save_Rasid_Nekkaz o #save_rachid_nekkaz per condannare la sua incarcerazione e richiedere il suo rilascio insieme a quello di altri detenuti politici. Sono aumentati anche gli appelli per organizzare proteste per supportarlo.
Il blogger Houyem Menager ha scritto su Twitter [fr]:
#Rachid_Nekkez avait abandonné son CONFORT de vie en #France & parti défendre l’#Algérie contre ce colonialisme mafieux qui s'était accéléré depuis la venue de #Bouteflika
En prison, pour avoir dénoncé ce régime, il est très malade & privé de soin, sa santé se dégrade de jr en jr pic.twitter.com/2M4w3hD7cq— Houyem MENAGER هيام (@HouyemMe) January 26, 2021
Rachid Nekkaz si è lasciato alle spalle il comfort in cui viveva in Francia ed è tornato a difendere l'Algeria contro la mafia coloniale, che diventa sempre più forte dall'ascesa di Bouteflika. Imprigionato per aver denunciato il regime, ora è malato e la sua salute peggiora di giorno in giorno.
In un video pubblicato il 7 febbraio, Cecile Roux, moglie di Nekkaz, ha affermato di essersi sentita in dovere, a causa delle condizioni di salute di Nekkaz e su sua richiesta, di porre fine al suo silenzio, durato per anni, e all'allontanamento suo e dei figli dalla sfera politica. Ha fatto appello al governo algerino per attivare quegli articoli di legge che regolano il carcere e la reintegrazione del welfare sociale dei prigionieri, che permette il rilascio temporaneo di un detenuto per motivi di salute.
Nekkaz è uno dei maggiori oppositori del progetto per l'estrazione dei gas di scisto nel deserto algerino e ha usato il suo account Facebook come mezzo per denunciare ex funzionari coinvolti in casi di corruzione. A livello internazionale, Nekkaz ha dimostrato solidarietà in molti casi, tra cui quello della minoranza islamica in Myanmar e la violenza a cui è sottoposta; in Europa è stato anche definito “Niqab Defender” [en] (“Difensore del Niqab”) dopo aver pagato multe salate a nome di donne islamiche che indossavano il niqab [it] nel continente.
Nekkaz, che aveva ottenuto la cittadinanza francese, cercò di concorrere alla presidenza in Francia nel 2006 ma non riuscì a ottenere i voti sufficienti per la candidatura; ha partecipato anche alle elezioni presidenziali in Algeria contro Bouteflika, dopo aver rinunciato alla cittadinanza francese.