L'Uganda emana una legge repressiva che mette in grave pericolo la comunità LGBTQ+

Immagine di una manifestazione della comunità LGBTQ in Uganda, dal canale YouTube Africanews

Il mese di maggio 2023 segna una svolta nella vita quotidiana delle comunità LGBTQI+ in Uganda [it], dove, in seguito a una legge approvata dal parlamento [fr, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] il 2 maggio, sono a rischio pena di morte. La legge, giudicata estremamene repressiva dai difensori dei diritti unani e dalla comunità internazionale, è stata promulgata il 29 maggio 2023 dal presidente Yoweri Museveni [it] carica dal 1986.

L'annuncio ufficiale sul profilo Twitter della presidenza [en]:

Il presidente @KagutaMuseveni ha approvato il progetto di legge anti-omosessualità 2023. Diventa ora la legge anti-omosessualità 2023.

Un sentimento anti-LGBTQI+ nei vertici dello stato

I parlamentari ugandesi hanno spesso una posizione radicale di fronte all'omosessualità a causa dei valori familiari tradizionali, cultura e principi religiosi. Per questo motivo il 21 marzo 2023 avevano già adottato una legge che prevedeva severe pene di detenzione contro gli omosessuali. Sotto la pressione della comunità internazionale, Yoveri Museveni ne ordina il riesame del contenuto.

Ma le pressioni dei donatori, creditori e partner del Paese che chiedono delle sanzioni soprattutto economiche in caso della promulgazione della legge in questione non ha fatto certo riflettere il presidente ugandese. Al contrario, egli stesso ha dato la sua benedizione alla proposta dei parlamentari. In effetti Yoweri Museveni non ha mai visto di buon occhio le comunità LGBTQI+ in Uganda, che lui descrive come “morti viventi” o “semi-morti”, utilizzando il termine locale “Ekifire”.

Già nel 2014 Museveni aveva cercato di fare adottare una legge anti-omosessualità con l'appoggio degli evangelisti americani. All'epoca, il progetto di legge presentato da David Bahati, deputato del partito di maggioranza Movimento di Resistenza Nazionale (MRN) [it], e firmato in seguito da Museveni, è stato poi invalidato dalla corte costituzionale del Paese il 1 agosto 2014.

Migliaia di vite in pericolo

La promulgazione di questa legge significa che la comunità LGBTQI+ si trova ormai in pericolo di morte. Come spiega questo articolo di VOA:

Dans le nouveau texte, les parlementaires ont toutefois maintenu, contre l'avis du chef de l’État, une disposition faisant de “l'homosexualité aggravée” un crime capital, ce qui signifie que les récidivistes pourront être condamnés à mort.

Nel nuovo testo, i parlamentari hanno mantenuto, nonostante l'avviso del capo dello Stato, una disposizione che rende “l'omosessualità aggravata” una crimine capitale, ciò significa che i recidivi potranno essere condannati a morte.

A tutto questo si aggiunge un trauma permanente, come spiega  Ali (nome inventato per nascondere la sua vera identità), omosessuale ugandese, in un reportage di BBC Africa. Il suo padre biologico non vuole più vederlo, e lo stesso vale per la società in cui vive. Così racconta ai microfoni di BBC Africa:

Mon père m'a dit : Je ne veux plus jamais te voir. Tu n'es pas mon enfant. Je ne peux pas avoir un enfant comme toi. (…) En 2020, la police a fait une descente dans le refuge. Nous étions alignés et le public nous appelait pour nous dévisager, se moquer de nous et nous humilier. Les gens nous crachaient dessus. Lorsque nous sommes arrivés en prison, certains détenus connaissaient déjà notre histoire. Ils l'avaient lue dans les journaux. Nous avons dû nier que nous étions homosexuels pour rester en sécurité.

Mio padre mi ha detto: “non voglio più vederti. Tu non sei più mio figlio. Non posso avere un figlio come te.” (…) Nel 2020, la polizia ha fatto irruzione nel rifugio. Siamo stati messi in fila e il pubblico ci chiamava per guardarci, per prenderci in giro e per umiliarci. La gente ci sputava addosso. Quando siamo arrivati in prigione, alcuni detenuti conoscevano già la nostra storia. L'avevan letta sui giornali. Abbiamo dovuto negare di essere omosessuali per restare al sicuro.

Fonte d'ispirazione per altri Paesi?

La promulgation de cette loi est d'autant plus regrettable qu'elle risque d'encourager d'autres pays africains à prendre de telle disposition, comme l'explique Robert Waffo, militant de la branche africaine de l'International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association (ILGA) dans cette vidéo reportage d’Africanews:

La promulgazione di questa legge è tanto più deplorevole in quanto rischia di incoraggiare altri Paesi africani a prendere le stesse disposizioni, come spiega Robert Waffo, militante della sezione africana della International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association (ILGA), in queto video reportage di Africanews:

Secondo un'inchiesta dell’ILGA, ripresa da Tv5Monde, proprio come il Sudafrica, che nel continente è il pioniere nell'adozione di leggi che proteggono gli omosessuali, altri 15 Paesi hanno depenalizzato l'omosessualità nella loro costituzione, e stiamo parlando di Mali, Burkina-Faso, Nigeria, Botswana, Lesotho, Mozambico, Madagascar, Angola, Congo, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Centrafricana, Gabon, Costa d'Avorio, Guinea-Bissau e Benin. Altri 5 Paesi (Ghana, Sierra Leone, Namibia, Zimbabwe, Eswatini) hanno parzialmente legalizzato l'omosessualità, mentre oltre 20 Paesi la condannano fermamente con pene di reclusione.

In Uganda, questa restrizione della libertà delle persone LGBTQI+ è un retaggio dell'epoca coloniale britannica, conservato dalle autorità ugandesi nel codice penale [en] all'articolo 145, che dice:

L’homosexualité est illégale et « toute relation charnelle contre nature est interdite ».

L'omosessualità è illegale e “tutte le relazioni carnali contro natura sono proibite”.

Reazioni forti

Sul web le reazioni degli ugandesi non si sono fatte attendere. Secondo gli omofobi il presidente del Paese ha preso una buona decisione. Mr Jordan, giovane attivista ugandese, ha detto [en]:

Perché l'omosessualità rappresenta una grave minaccia alla riproduzione umana.

Grazie, Eccellenza, per dare un esempio all'umanità combattendo per preservare gli africani dalla decadenza e dalla degenerazione.

Dalla parte della comunità LGBTQI+ questa è vista come una decisione arbitraria che priva gli omosessuali dei loro diritti. Come afferma Shaun Mellors, un omosessuale sudafricano in risposta a Museveni:

Signor Presidente, cos'è successo alla Carta Africana dei Diritti dell'Uomo e dei Popoli, che lei ha firmato, e che dice “Ogni essere umano ha diritto al rispetto della sua vita e all'integrità fisica e morale della sua persona. Nessuno può essere arbitrariamente privato di questo diritto”? Forza alla nostra famiglia #LGBQI

Contestazioni in tutto il mondo

In seguito a questa decisione, il presidente ugandese si è inimicato tutta la comunità internazionale oltre alle organizzazioni globali che hanno dato il loro sostegno alla comunità LGBTQI+ in Uganda. Le comunicazioni di funzionari da tutto il mondo hanno già condannato fermamente la legge da momento della sua adozione.

Secondo Volker Türk, alto commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani:

« Le vote de ce texte discriminatoire, probablement le pire au monde en son genre, est un développement profondément troublant ».

“L'approvazione di questo testo discriminatorio, probabilmente il peggiore al mondo del suo genere, è uno sviluppo molto preoccupante”.

Tigere Chagutah, il direttore di Amnesty per l'Africa orientale e meridionale, sostiene:

« Cette loi ambiguë, vaguement formulée, criminalise même ceux qui “font la promotion” de l’homosexualité. Museveni devait urgemment mettre un veto à cette loi consternante. Elle institutionnaliserait la discrimination, la haine et les préjugés » contre la communauté LGBTQ+».

«Questa legge ambigua, formulata in maniera vaga, criminalizza anche coloro che “fanno promozione” dell'omosessualità. Museveni deve urgentemente mettere un veto a questa legge spaventosa, che istituzionalizzerà la discriminazione, l'odio e i pregiudizi contro la comunità LGBTQI+».

Antony Blinken, capo della diplomazia americana, ha denunciato l'adozione di questa legge. Su Twitter ha scritto [en]:

La legge contro l'omosessualità approvata ieri dal parlamento ugandese minerà i diritti fondamentali di tutti i cittadini dell'Uganda e potrebbe minacciare i risultati ottenuti nella lotta all’ HIV/AIDS. Esortiamo fortemente il governo ugandese a riconsiderare l'implementazione di questa legge.

L'ondata di sostegno alla comunità LGBTQI+ in Uganda rischia di avere un impatto sulle relazioni con i donatori e gli investitori occidentali, che Yoweri Museveni vuole comunque privilegiare.

Infatti, nell'aprile 2022, i dati provvisori pubblicati da Bank of Uganda indicano che il debito pubblico del Paese ammonta a 74.714,4 miliardi di scellini (circa 20 miliardi di dollari statunitensi), ossia il 48,8% del PIL ugandese. I principali finanziatori del Paese sono gli Stati Uniti attraverso l'Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale, l'Unione Europea, il Regno Unito, la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale.

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