Juneteenth: incontriamo il primo ed ultimo razzista

Junteenth – Immagine di khema sok su Pixabay

La frase latina  “Semper novi quid ex Africa!” [en, come i link seguenti, se non diversamente indicato] si traduce letteralmente come “dall'Africa arriva sempre qualcosa di nuovo”. Viene attribuita a Plinio il vecchio, proconsole romano e scrittore del primo secolo. Plinio, con questa frase, intendeva sottolineare le continue scoperte di cose straordinarie che avvenivano nel continente africano.

Mentre negli USA celebriamo il 19 giugno come Juneteenth [it] o Giorno della Libertà, riconosciuto per la prima volta festa nazionale nel 2021, in commemorazione dell'emancipazione dei fratelli e sorelle afroamericani in Texas e poi in tutto il Sud Confederato, è essenziale per la popolazione di discendenza africana e le persone di tutte le comunità riflettere su come l'umanità abbia raggiunto il deplorevole punto di commerciare, mercificare, oggettivare e guadagnare dalla vendita di esseri umani sulla sola base del colore della loro pelle.

Questo articolo va alla ricerca delle origini del razzismo, attraverso il tempo e lo spazio per scoprire le prime e le ultime prove di razzismo. Utilizzando la psicoanalisi di Sigmund Freud come presentata in Moses and Monotheism [Mosé ed il monoteismo],” analizzerò come il fondamentale concetto di diversità sia emerso e si sia diffuso attraverso civilizzazioni, manifestazioni contro il razzismo verso i neri, Nordicismo, Arianesimo, nazionalismo, capitalismo, socialismo e tanto altro, continuando ad influenzare la società odierna.

A sorpresa, coerentemente con le ammonizioni di Plinio il Vecchio, quest'esplorazione ci porterà ad una scoperta in qualche modo stupefacente: il primo razzista è stato scoperto in Africa, e si spera che anche l'ultimo razzista emergerà dall'Africa. 

Il primo razzista

Gli scienziati affermano unanimamente che la vita umana ha avuto origine in Africa dai 2 ai 6 milioni di anni fa [it]. Il primo stato umano è sorto in Africa (3273–2987 AC) con l'unificazione del Kemet Superiore ed Inferiore da parte di Narmer o Menes, fondando la prima dinastia faraonica. Il Kemet/Egitto crebbe come  prospera civiltà attraendo diversi popoli, sopportando invasioni e conquiste. Le meravigliose invenzioni dell'antico Kemet e della Nubia, tra cui piramidi, scrittura in geroglifico, papiro, medicina, calendari, shaduf [sistema di irrigazione, it] , alfabeto meroitico [it], architettura nubiana, gioielleria ed arte orafa, arceria nubiana, lavorazione del ferro, matematica, sistemi di irrigazione, sono talmente maestose da far esclamare all'Ancient Pistol di Shakespeare “Una fonte per il mondo e la base dei mondi! Parlo dell'Africa e delle gioie dorate.” Per mantenere una tale longevità e diversità il Kemet incarnava lo spirito Ubuntu [it] — saggezza, scienza, inclusività e tolleranza favoriti dal politeismo. 

Nel 1939, Freud, in “Mosé e monoteismo” sfidava le credenze prevalenti rivelando che Mosè, in effetti, era nato in una famiglia del Kemet ed era collegato ad Akhenaton, il primo monoteista. Mosè fuggì dal Kemet perpetuando il monoteismo ed ispirando il Giudaismo, a seguire il Cristianesimo ed infine l'Islamismo. Pur se questo sistema di credenze richiama pace ed amore, introduce allo stesso tempo concetti di diversità, dividendo l'umanità con conseguenze tragiche nella storia 

Secondo il libro di Bob Brier “Storia dell'antico Egitto” del 2001, Akhenaton [it] è stato il “faraone eretico” ed il “primo monoteista registrato al mondo”. Di conseguenza, ne deduco che possa essere considerato come il primo razzista, in quanto il suo sistema di credenze introduceva livelli senza precedenti di divisione e spargimento di sangue nella storia umana, dai massacri di “infedeli”, “pagani”, “gentili”, “miscredenti” della  Torah, della Bibbia o del Corano, alle guerre terroristiche dei giorni nostri, passando per il commercio degli schiavi ed il colonialismo, talvolta giustificati dal mito religioso giudeo-cristiano della “maledizione di Cam.”  

Le religioni monoteistiche e l'ideologia della maledizione di Cam

Le origini del Giudaismo, della Cristianità e dell'Islamismo possono venire ricondotte ad Abramo. Queste tre religioni monoteiste o abramitiche condividono anche il riferimento comune al mito religioso della “maledizione di Cam”, basata sulla mitologia popolare e su passaggi della Bibbia cristiana, come il nono libro della Genesi. La storia racconta di come il figlio di Noè, Cam, abbia deriso la nudità del proprio padre, causando la maledizione di Noè su di se ed i propri discendenti ad essere schiavi, mentre la benedizione degli altri figli Sem e Jafet viene interpretata dalle ideologie razziste come differenziazione in razze bianche e di colore del mondo. Mentre la narrazione originaria non menziona esplicitamente alcun colore della pelle, nelle generazioni seguenti tutti i tipi di predicatori razzisti hanno interpretato la maledizione come riferita alla gente di colore nero.

Quest'interpretazione è servita come giustificazione, ridicolmente contorta, per l'oppressione, soggiogazione e riduzione in schiavitù di persone di colore nero per secoli. Anche se non tutti gli aderenti a queste religioni praticavano la schiavitù, l'associazione del colore nero con l'inferiorità e la soggiogazione hanno messo solide radici nella memoria collettiva di certe culture, portando a sofferenze inimmaginabili e deumanizzazione. La maledizione di Cam, alimentata dalla percezione del colore nero come inferiore, ha resistito per 13 secoli durante il commercio arabo degli schiavi e la conquista del Nordafrica, come ben dettagliato dall'antropologo senegalese Tidiane Ndiaye nel suo libro “Le génocide voilé” (“il genocidio velato”), ed altri  5 secoli di commercio transatlantico europeo degli schiavi, colonialismo ed attuale neocolonialismo.

Civilta greca, romana e cancellazione della coscienza nera

Le civilità greca e romana sono ampiamente ammirate in tutto il mondo, con innumerevoli turisti che ogni anno sciamano nelle antiche città come Sparta. Dobbiamo molto a queste civiltà, e la loro influenza è fortemente radicata nelle nostre conoscenze e nelle nostre lingue. Si suole enfatizzare la “radice” delle parole nelle etimologie greca, romana o latina. Ciò che invece sovente si dimentica è che questi famosi studiosi greci hanno acquisito le proprie conoscenze dall'Egitto e dall'Africa.

Autori come Cheik Anta Diop (1974) The African Origin of Civilization: Myth or Reality [l'origine africana della civilizzazione, mito o realtà], Martin Bernal (1987) Black Athena: The Afroasiatic Roots of Classical Civilization” [Atena nera, la radice afroasiatica della civiltà classica],  Chancellor Williams (1971), The Destruction of Black Civilization” [la distruzione della civiltà nera], e George James, giusto per nominarne alcuni, hanno ampiamente dimostrato il profondo impatto ed influenza delle civiltà africane nella nascita delle civiltà greca e romana. Ad esempio, nel suo libro Stolen Legacy: Greek Philosophy is Stolen Egyptian Philosophy” [eredità rubata: la filosofia greca è la filosofia egizia rubata] del 1954, George James dimostra che gli antichi greci non erano gli autori originali della filosofia greca. Dimostra invece che le loro idee e concetti filosofici sono stati ampiamente presi a prestito o rubati dagli antichi egizi. James dimostra inoltre che Alessandro il Grande ha invaso l'Egitto sequestrando la Reale Biblioteca di Alessandria depredandone i contenuti. In particolare è stato dimostrato che Aristotele ha derivato le proprie idee da questi libri rubati, fondando la propria scuola all'interno della biblioteca.

Di conseguenza, pur continuando a riconoscere i risultati dei greci e dei romani, è essenziale riconoscere i contributi significativi e le basi intellettuali forniti dalle civiltà africane, sovente messi in ombra o deliberatamente cancellate dalla storia.  

Rinascimento, modernità e la rinascita del razzismo contro i neri

Il rinascimento è stato un punto di svolta tra il medioevo ed i giorni moderni, prendendo ispirazione da idee e risultati delle antichità classiche. Le scoperte scientifiche e tecnologiche, insieme all'influenza dell'umanesimo e dell'illuminismo, hanno plasmato la società moderna, ampiamente influenzata dall'eredità della civiltà greco-romana. Quest'era di illuminazione e progresso è stata però segnata da un'allarmante rinascita di razzismo “scientifico” mai vissuto in precedenza.

Nel 1550–1551 alcuni studiosi hanno avviato a Valladolid, in Spagna, un dibattito formale per discutere dell'umanità e dell'esistenza dell'anima nei popoli indigeni dell'America, per non parlare degli africani schiavizzati in America. La conferenza ha svelato un periodo della storia in cui alcune persone sono scese al punto di negare l'umanità stessa di altre persone, relegandole ad uno stato di morte sociale. Il razzismo scientifico è emerso come tentativo di giustificare il commercio degli schiavi ed il colonialismo promuovendo l'arianesimo, il nordicismo, ecc – l'asserita superiorità degli europei bianchi sulle altre “razze”.

Tragicamente, influenti autori europei dell'epoca hanno dato supporto a questo sistema odioso di credenze e si sono dilettati nella pseudoscienza della teoria della razza che era diffusa nella loro epoca. Di conseguenza Carlo Linneo, un famoso botanico svedese, fisico e teorico della razza, nel suo “Systema Naturae” del 1735 ha categorizzato gli umani in “razze” assegnando una chiara inferiorità alla gente di colore nero. Allo stesso modo Arthur de Gobineau, diplomatico francese, autore e propagandista della razza, ha propagato le teorie razziste nel suo “An Essay on the Inequality of the Human Races” [saggio sull'ineguaglianza delle razze umane] del 1853–1855, dove rappresenta maliziosamente i neri come inferiori moralmente ed intellettualmente alle “razze” bianca, gialla e bruna. Questi autori ed i loro seguaci hanno creato pericolosi stereotipi che hanno contribuito alla deumanizzazione dei neri che continua ad esistere anche oggi.

Inoltre l’invasione dell'Egitto da parte di Napoleone Bonaparte (1798–1801) ha intensificato le tendenze distruttive delle civiltà orientali verso quelle egiziana ed africana che erano iniziate nell'era grecoromana. Motivati dal desiderio di dominio culturale ed intellettuale a seguito delle disastrose incursioni dei suoi soldati nella famosa rivoluzione di Haiti, le forze di Napoleone si impegnarono nell’espugnare e derubare [it] la documentazione scientifica e culturale di valore, i manufatti significativi tra cui la Stele di Rosetta[it], statue, sculture e reperti antichi di dei egizi, sfingi, obelischi e  mummie.

L'ultimo razzista

“Semper novi quid ex Africa!” Le origini del razzismo contro i neri possono venire ricondotte al dualismo monoteistico ed alle credenze manichee introdotti da Akhenaton e perpetuati dalle civiltà seguenti. La soluzione al razzismo, comunque, si trova nella nozione africana di “Ubuntu” che ingloba la sua versione autentica in tutte le altre culture.

Ubuntu è un concetto filosofico con radici nelle culture africane, secondo il quale la stessa idea centrale viene espressa in maniera diversa usando concetti diversi. Va al di la delle nazioni-stato ed evidenzia l'interconnessione ed interdipendenza di individui, natura, culture ed ambiente all'interno di una comunità. Ubuntu enfatizza la vera umanità derivata da una piena relazione con gli altri, promuovendo empatia, compassione e rispetto. Sottolinea il benessere collettivo della comunità rispetto agli scopi individuali, promuovendo solidarietà e cooperazione.

Base pulsante di Ubuntu è comprendere che gli individui e le nazioni-stato esistono all'interno di un più ampio tessuto sociale ed hanno delle responsabilità verso gli altri. Questo concetto si oppone alle teorie “realiste” prevalenti nelle relazioni internazionali e nell'economia, che considerano il mondo come un sistema anarchico governato da dinamiche di potere, ricerca di guadagno (capitalismo/socialismo) o sopravvivenza dell'ideologia più forte promossa dai darwinisti sociali.

L'Ubuntu promuove i valori di riconciliazione, perdono e soluzione dei conflitti mediante il dialogo e la comprensione. L'ultimo razzista sarà l'ultimo essere umano ad abbracciare la filosofia Ubuntu trascendendo “razza”, cultura, etnicità e confini nazionali er una vera, autentica, famiglia umana.

Felice Juneteenth!

avvia la conversazione

login autori login »

linee-guida

  • tutti i commenti sono moderati. non inserire lo stesso commento più di una volta, altrimenti verrà interpretato come spam.
  • ricordiamoci di rispettare gli altri. commenti contenenti termini violenti, osceni o razzisti, o attacchi personali non verranno approvati.