La poesia come terapia: i collaboratori domestici di Hong Kong raccontano di amore e sacrificio

“Ingat”, l'antologia dei collaboratori domestici di Hong Kong. Foto: Kyle Lam/HKFP. Utilizzo con autorizzazione.

Il presente articolo è stato scritto da Hillary Leung e originariamente pubblicato [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] sull’ Hong Kong Free Press (HKFP) il 9 marzo 2024. Qui di seguito si riporta una versione modificata nell'ambito di un accordo di partnership sui contenuti con l'HKFP.

Maria Editha Garma-Respicio ricorda con affetto l'adolescenza trascorsa scrivendo per il giornale della scuola, leggendo in biblioteca e componendo poesie d'amore. Cresciuta a Tuguegarao, una città delle Filippine settentrionali, quando tutto intorno sembrava crollare, trovava conforto nella scrittura.

“Scrivevo di tante cose” racconta la Respicio, come chiedere di essere chiamata. “Parlavo delle mie emozioni, dell'innamoramento, di tutto.”

La scrittura, a distanza di decenni, è ancora un pilastro nella vita della Respicio. Oggi ha quarantacinque anni, fa la collaboratrice domestica a Hong Kong e scrive poesie sulla sua vita da immigrata, sui suoi due figli rimasti a casa e su tutto ciò che la ispira sul momento.

“Scrivere, per me, è una sorta di terapia” confida a HKFP. “Mi risana”.

Le poesie della Respicio sono state pubblicate in diverse riviste letterarie. Più di recente due delle sue poesie sono state inserite su “Ingat”, una nuova antologia di poesie, fotografie e disegni dei lavoratori immigrati della città.

Pubblicato domenica scorsa e frutto della collaborazione tra Migrant Writers of Hong Kong, l'associazione fotografica no-profit Lensational e l'editore indipendente Small Tune Press,”Ingat” (“abbi cura di te” in lingua tagalog) raccoglie le testimonianze di decine di collaboratori domestici su storie di famiglia, di difficoltà, di amore e di sacrificio.

Tutte le opere del libro sono affiancate dalla traduzione in cinese per renderle più accessibili ai lettori locali. La copertina dell'antologia è un omaggio alle balikbayan, ovvero le grosse scatole di cartone riempite di cibo, vestiti e altri beni che i collaboratori domestici spediscono alle proprie famiglie rimaste in patria.

I 340.000 collaboratori domestici della città, provenienti soprattutto dalle Filippine e dall'Indonesia, sono la colonna portante di molte famiglie di Hong Kong. Le ricerche hanno dimostrato che i collaboratori domestici contribuiscono significativamente all'economia della città, alleggerendo i genitori nella cura dei figli e in altre incombenze e consentendo loro di inserirsi nel mondo del lavoro.

Come testimoniano i casi di collaboratori domestici cui sono stati negati giorni di riposo, cibo o stipendio, la campagna per i diritti dei lavoratori immigrati è in corso da tempo.

Per l'antologia la Respicio ha composto due poesie: “Diaspora Spirit” e “Adios”. Nella prima omaggia il coraggio dei lavoratori immigrati, mentre nella seconda descrive un addio straziante alla sua famiglia nelle Filippine:

Goodbye’s a torture, my tears shedding / I’ll no longer witness my baby’s milestone / Others children I will be caring / Making me numb like an ice stone

L'addio è una tortura, le mie lacrime sgorgano / Non assisterò ai traguardi del mio piccolo / Accudirò altri bambini / Mi rende insensibile come una pietra di ghiaccio

Christine Vicera, una delle responsabili del progetto e co-fondatrice di be/longing, un'iniziativa a sostegno delle minoranze etniche, ha dichiarato che il volume si propone di dare spazio a opere “spesso dimenticate o poco visibili” sulla scena creativa di Hong Kong.

Nata nelle Filippine, ma trasferitasi in città da piccolissima, la Vicera, co-redattrice dell'antologia, si è sempre augurata che ci fosse più diversità nella scena letteraria:

Growing up, I’ve always wanted to see works by people in our communities on bookshelves. People from Hong Kong, people who are Filipino and of course, people who are migrant domestic workers.

Sono cresciuta desiderando di vedere sugli scaffali delle librerie opere di esponenti delle nostre comunità. Abitanti di Hong Kong, filippini e, naturalmente, collaboratori domestici immigrati.

‘Una storia di grande impatto’

Fondato nel 2021, Migrant Writers of Hong Kong riunisce i collaboratori domestici con la comune passione per la scrittura. Il gruppo collabora con le università per organizzare laboratori di scrittura, mostre di poesia ed eventi artistici ogni domenica, l'unico giorno libero per la maggior parte dei lavoratori.

Maria Nemy Lou Rocio ha co-fondato il gruppo dopo essersi ispirata ai Migrant Writers of Singapore. Constatata l'assenza di una comunità di questo tipo anche qui, la quarantaduenne ha deciso di creare uno spazio sicuro e inclusivo per i collaboratori domestici di Hong Kong, in cui condividere le proprie composizioni e affinare la propria arte. La Rocio, lavoratrice immigrata a Hong Kong da sei anni, ha raccontato a HKFP:

Migrant workers are very talented. Every poem they write is a very powerful story.

I lavoratori immigrati hanno un grande talento. Ogni poesia che scrivono è una storia di grande impatto.

Poco dopo la fondazione di Migrant Workers of Hong Kong, la Rocio ha espresso alla Vicera il desiderio di produrre un'antologia per promuovere gli scritti dei collaboratori domestici. L'idea è stata presto ampliata per mettere in luce non solo i lavori letterari, ma anche le fotografie, l'arte e altre forme d'espressione.

Il contributo di Kristine Andaya Ventura a “Ingat” è un disegno raffigurante una coppia su una barca a remi al chiarore della luna piena. La trentaseienne filippina lavora all'estero come collaboratrice domestica da quando aveva 19 anni, prima in Libano e poi in Arabia Saudita, Dubai e Malesia. È arrivata a Hong Kong alla fine del 2022:

[My sketch] is about two hearts saying goodbye. No matter how happy they are today, tomorrow they need to say goodbye to separate, to have a good future.

[Il mio disegno] raffigura due cuori che si dicono addio. Non importa quanto siano felici oggi, domani dovranno dirsi addio per separarsi, al fine di avere un buon futuro.

La Ventura è tanto una scrittrice quanto un'artista, avendo scritto decine di poesie nel corso degli anni. Nel 2021 ha pubblicato una raccolta di poesie intitolata “She is a Lioness”, in cui racconta le vicissitudini di un matrimonio fallito, la lotta contro la depressione e la vita come collaboratrice domestica in una terra straniera.

La sua principale fonte di ispirazione per la scrittura sono i suoi due figli, di 8 e 17 anni:

I want to dedicate [my poems] to them [to show] how I love them and miss them,” Ventura said. “When I miss them, I will express that I need to work outside the country for them… to give them financial support… Writing also helps me ease the pain.

Voglio dedicare [le mie poesie] a loro [per dimostrare] quanto li amo e mi mancano. Quando sento la loro mancanza, mi ripeto di aver bisogno di lavorare fuori dal Paese per loro… per dare loro un sostegno economico… Scrivere mi aiuta anche ad alleviare il dolore.

Una poesia che Kristine Andaya Ventura ha dedicato a sua figlia dal titolo “Please Let Me”. Foto: Kyle Lam/HKFP. Utilizzo con autorizzazione.

Oltre alle poesie, “Ingat” presenta anche circa due dozzine di foto scattate dai membri di Lensational, un'associazione no-profit che sostiene i collaboratori domestici interessati alla fotografia.

Felicia Xu, una volontaria di Lensational che ha supervisionato le fotografie proposte, ha sottolineato quanto potente sia lo strumento della fotografia per i lavoratori immigrati, in quanto supera le barriere linguistiche.

La Xu racconta che, anni fa, Lensational ha organizzato un evento per invitare i collaboratori domestici e i relativi datori di lavoro a vedere il loro progetto. La Xu ha aggiunto che alcuni di questi ultimi si sono commossi rivolgendosi ai loro dipendenti:

When [one of the employers] saw the photo, it raised her interest and she started asking questions. She got to know the struggles of the domestic worker that she basically spends every minute with, but she didn’t know anything about her emotions… and that photo broke the ice.

Vedere quella fotografia [per una delle datrici di lavoro] le ha suscitato interesse e ha cominciato a fare domande. È venuta a conoscenza delle difficoltà della collaboratrice domestica con cui passa praticamente ogni minuto, ma non sapeva nulla delle sue emozioni… e quella fotografia ha rotto il ghiaccio.

Sfidare gli stereotipi

Scrivere poesie e scattare fotografie è, per i lavoratori immigrati che hanno contribuito all'antologia, un modo per esprimere le proprie emozioni e spingere la società a cercare nuove prospettive.

Uno studio condotto l'anno scorso da ricercatori dell'Università di Lingnan ha rilevato che i lavoratori domestici sono stati rappresentati inadeguatamente dagli organi di stampa della città. Analizzando quasi 400 notizie sui maltrattamenti dei collaboratori domestici pubblicate dai media in lingua cinese, si è notato che i media tendevano a usare un linguaggio che risaltava perlopiù i “tratti positivi della personalità” dei datori di lavoro.

Il lancio dell'antologia avviene in concomitanza con la continua repressione da parte del governo di quello che viene definito il “job-hopping” dei collaboratori domestici, ovvero la cessazione prematura dei contratti per cambiare datore di lavoro. Entro luglio il governo dovrebbe annunciare nuove disposizioni che potrebbero rendere più difficile cambiare datore di lavoro.

Secondo la Vicera esercitare un'influenza sul processo decisionale al giorno d'oggi è più difficile, poiché nella legislatura non ci sono esponenti che si battono per i diritti dei collaboratori domestici.

Dal 2021, cioè da quando le autorità hanno revisionato il sistema elettorale, solo chi è ritenuto “patriota” dal governo può candidarsi alle elezioni per la leadership. Durante le precedenti legislature, quando c'era ancora un'opposizione efficace, i legislatori pro-democrazia cooperavano con le ONG e gli attivisti per fare pressione a favore degli interessi dei collaboratori domestici.

Date le circostanze, la visibilità attraverso progetti come “Ingat” è più importante che mai.

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