Grazie all'applicazione delle nuove normative appena approvate, torna poco a poco la calma nella regione di Puno, nel sud delle Ande peruviane, dopo i recenti scontri e manifestazioni [it], legati allo sfruttamento delle miniere [es, come gli altri link, eccetto ove diversamente indicato], che hanno causato 6 morti, più di 30 feriti e milioni di perdite materiali: il solo aeroporto di Juliaca ha subito danni per più di 2 milioni di dollari.
I Quechua provenienti da Azángaro (nel nord di Puno) sono partiti da Juliaca il sabato notte e gli Aymara, nel sud della regione, hanno rimosso i blocchi stradali la domenica.
Queste comunità native, come quelle rurali del bacino del fiume Ramis, hanno concesso al governo del neo-presidente Ollanta Humala una tregua temporanea, durante la quale si auspica che siano riesaminate le concessioni minerarie nell'area meridionale della regione di Puno. Intanto, il presidente ha dichiarato che “è una responsabilità costituzionale dell'attuale governo risolvere i problemi entro il 28 luglio, data in cui scadranno i termini del suo mandato”.
Una delle leggi promulgate dichiara di interesse nazionale il recupero ambientale dei bacini fluviali dei fiumi Ramis e Suche, una misura che le popolazioni rurali della regione attendevano da lungo tempo; inoltre, queste stesse leggi sono legate alla regolamentazione delle attività minerarie nella regione di Puno. La legge che ha ricevuto il maggiore apprezzamento da parte della comunità aymara è il Supremo Decreto 083-2007-EM, che mette fine al progetto Santa Ana della compagnia mineraria Bear Creek Mining.
Intanto sui social network abbondano i commenti.
Alcuni utenti si dicono assolutamente d'accordo con le rivendicazioni del popolo di Puno, come Ricardo Calmet (@ricardocalmet):
@jotabruce @chaskicholo Hay mucho que aprender de los pueblos originarios. Mirándolo bien Aymaras nos dan profunda lección: cuidar la tierra.
Anche Jimena Espinoza (@jespiba) dà man forte alle proteste popolari:
Deberiamos movilizarnos como muestra de apoyo a nuestros hermanos puneños que son ignorados por el gordo infeliz [el presidente Alan García] bit.ly/kBRp94
Qualcun altro, invece, ritiene che i manifestanti stiano facendosi del male, come Alian Molina (@aliomp):
Figueroa: “Los aimaras y quechuas no desean que haya desarrollo en su región”.
Sulla stessa linea, questo tweet di Ricardo Marapi (@ricardomarapi), che mette l'accento sui conflitti interni allo stesso popolo di Puno:
En Puno “habría celos vecinales, por la desigualdad entre los poblados en el reparto de los beneficios” http://is.gd/2R7M4x
Altri ancora dubitano della sincerità o della legittimità delle rivendicazioni, come Shevyga (@Shevyga):
Si la gente Aimara pelea x la mineria “formal”, la gente de Azangaro pelea x la mineria informal, pero…
Alcuni utenti s'interrogano sulla gestione delle questioni ambientali da parte del governo centrale, come Luis Torres Montero ():
Defensoría del Pueblo tiene 87 meses de informes de conflictos sociales (incluido el de Río Ramis) y Alan García ‘naca la pirinaca’ [no hace caso].
Altri accusano il governo di trattamenti discriminatori e di negligenza, come Internautilius ():
Ahora entiendo porque dicen Peru no tiene instituciones: la Fiscalia de Puno no investiga la muerte de los punenos! Los muertos son pobres!!
Altri utenti di Twitter accusano la stampa di non informare a dovere sulle agitazioni nella regione, come Matteo (@Matteo):
RM Palacios [Rosa María Palacios, periodista peruana] vuela en prejuicios y acusa de racistas a los quechuas y aimaras de Puno goo.gl/TRl5o
Per quel che riguarda la scadenza del mandato di Alan García del prossimo 28 luglio, esperti come Paulo Vilca mettono in luce alcune delle questioni di cui il governo di Ollanta Humala dovrà occuparsi nella zona, con l'obiettivo di trovare delle soluzioni permanenti. Alcune di queste sono: promulgare una legge di consultazione preventiva, mettere fine allo sfruttamento illegale delle miniere (cioè legalizzarle), adottare un piano di rivalorizzazione territoriale e recuperare l'ambiente naturale del bacino del fiume Ramis, affluente del lago Titicaca.