La community di Global Voices Online fa parte di internet. È il nostro apporto individuale a stimolare quella conversazione globale varia e articolata che avviene quotidianamente nell'intero circuito di Global Voices Online. Ma ciò è possibile solo per la struttura aperta della Rete a livello tecnico e legale. Purtroppo alcune potenti corporation e forze istituzionali preferirebbero restringere questa apertura e accessibilità del web. Cercano perciò di imporre la censura e la sorveglianza con la scusa di voler tutelare il diritto d'autore, ricorrendo così agli stessi strumenti utilizzati dai regimi autoritari per censurarare internet, tra cui Cina, Iran e Siria.
Ignorando l'avviso di molti cittadini ed esperti di tecnologia, i legislatori statunitensi hanno allo studio due disegni di legge — lo Stop Online Piracy Act (SOPA) [it] e il Protect IP Act (PIPA) [it] — che rappresentano una pericolosa minaccia all'apertura del web in tutto il mondo. In risposta a questi tentativi, la community di Global Voices Online ha deciso di unirsi a siti quali Wikipedia [it], Reddit [en], BoingBoing [en] e tantissimi altri in una iniziativa di “auto-oscuramento” che oggi, mercoledì 18 gennaio 2012, interesserà l'intero sito di Global Voices Advocacy [en], mentre un banner e altre informazioni compariranno sui siti localizzati di Global Voices Online, incluso questo in Italiano.
La comunità internazionale di Global Voices Online conta su oltre 500 volontari impegnati ad amplificare i citizen e social media di ogni parte del mondo. Nei nostri sette anni di vita, abbiamo prodotto oltre 75.000 post (solo nella versione inglese) che rilanciano i contenuti prodotti dai netizen, oltre ad averli tradotti in oltre 20 lingue diverse. L'accesso e la condivisione di tutti i nostri materiali sono liberi e gratuiti. Per portare avanti questo progetto, ci affidiamo interamente all'apertura di internet e sui vari siti sociali che consentono l'immediata pubblicazione e condivisione dei materiali prodotti dagli stessi cittadini. Piattaforme quali WordPress, Wikipedia, Twitter, YouTube, Flickr, Reddit, Tumblr e tanti altri spazi online sono le fonti principali su cui basiamo gran parte del nostro lavoro quotidiano.
L'eventuale passaggio del SOPA e del PIPA al Parlamento statunitenese imporrebbe a queste piattaforme sociali e ad altri siti web che ospitano contenuti prodotti dagli utenti di monitorare e censurare in maniera precisa i propri utenti onde impedire loro di pubblicare materiale che potrebbe violare il diritto d'autore. Ciò porterebbe all'incremento delle spese per la gestione e la partecipazione online, ai danni degli utenti di tutto il mondo, e potrebbe portare alla chiusura di parecchi progetti legati ai social media, particolarmente di quelli più piccoli.
Il nostro timore è che queste norme finiscano per danneggiare in modo irreparabile l'impegno degli attivisti digitali che vivono sotto regimi repressivi in varie regioni del mondo. È vero che negli Stati Uniti e in altri Paesi a volte le attuali norme sul diritto d'autore vengono infrante, e di fatto ciò può portare a restrizioni della libertà d'espressione. Ma in quei Paesi dove il sistema giudiziario offre minori garanzie e indipendenza, è facile e frequente ricorrere alle leggi sul copyright per reprimere ogni forma di dissenso.
In molti Paesi i collaboratori di Global Voices Online devono far fronte a pratiche governative basate sulla sorveglianza e sulla censura. Diversi di loro sono in carcere o in esilio a causa delle loro attività online. L'approvazione di queste normative darebbe un messaggio preciso: il governo statunitense ritiene accettabili il controllo e la censura ai danni dei cittadini allo scopo di identificare quelle “attività illegali” che troppo spesso vengono equiparate al dissenso politico e religioso. Il passaggio del SOPA e del PIPA offrirebbe inoltre alle autortà USA un potere sproporzionato nel determinare il futuro di internet. Ciò comporterebbe maggiori pericoli per i blogger e gli attivisti di certi Paesi, oltre alla riduzione della libertà d'espressione per tutti gli utenti online.
Pur nel caso che l'attuale versione del SOPA dovesse essere temporaneamente sospesa [en] alla Camera USA, la versione in discussione al Senato, il PIPA, continua l'iter legislativo. E le questioni sul tappeto [en] restano comunque in ballo. Questi sono i motivi per cui la community di Global Voices Online si unisce alla protesta internazionale del 18 gennaio 2012 a tutela di un'internet aperta e condivisa.
Per ulteriori dettagli, c'è la pagina su Wikipedia [it], il sito di coordinamento USA [en], l'hashtag SOPA su Twitter [en].
Recenti post (in inglese) su Global Voices Advocacy relativi al SOPA/PIPA:
- Trevor Tim, ”How PIPA and SOPA Violate White House Principles Supporting Free Speech and Innovation”
- Katitza Rodriguez, “SOPA undermines the U.S. in its negotiations for a free, open Internet”
- Weiping Li, “For Chinese Netizens, SOPA is Another Great Firewall”
- Yoo Eun Lee, “Stop Online Piracy Act: The Fight Continues”
Altre risorse utili (in inglese) per contestualizzare la portata del SOPA/PIPA:
- Joi Ito e Ethan Zuckerman, “Why we need to stop SOPA and PIPA”
- “Internet Blacklist Legislation” (Electronic Frontier Foundation)
- Dan Rowinsky, “What You Need to Know about SOPA in 2012” (ReadWriteWeb)
- Wikipedia, “Stop Online Piracy Act”
- Rebecca MacKinnon e Ivan Sigal, “Online piracy laws must preserve Web freedom” (CNN)