La seconda (e ultima) giornata del Summit 2012 di Global Voices è partita riecheggiando la chiusura della serata precedente: con la musica. Mentre i partecipanti, con gli occhi ancora pieni di sonno, erano alla ricerca dei propri posti a sedere, il quartetto musicale “Sheru ni Sheru” ha marciato verso il palco, danzando e suonando le percussioni a mò di sveglia mattutina.
Completamente svegli, i partecipanti hanno avuto modo di conoscere Boukary Konaté del Mali e Victoria Tinta della Bolivia, entrambi vincitori di borse di studio del progetto Rising Voices di GV. Insieme ad altre persone, Boukary ora gestisce il Segu Connection Villages Project, che va di scuola in scuola nelle zone rurali del Mali, per creare collegamenti culturali tra villaggi e città e per insegnare alle persone come usare il web.
Victoria Tinta, invece, è cresciuta in Bolivia e parla la lingua indigena Aymara: già al college ha iniziato ad usare Internet per mobilitare la comunità Aymara. Attualmente lavora con un gruppo chiamato Jaqi Aru, che realizza laboratori di blogging per i nativi Aymara allo scopo di rafforzare la presenza online della propria lingua.
Il vertice si è poi scisso in tre gruppi per seguire tre diversi panel. Jillian York ha lanciato un panel dal provocatorio titolo ‘Mi stanno ossevando?’, nel quale si è discusso del conflitto tra la sorveglianza potenzialmente giustificata e le esigenze di privacy e libertà politica. Robert Faris, direttore di ricerca presso il Berkman Center for the Internet and Society, ha esplorato i compromessi tra l'applicazione delle leggi e le norme sulla trasparenza, mentre i cittadini reporter sul campo Afef Abrougui dalla Tunisia e Mohamed El Gohary dall'Egitto hanno descritto i pericoli e gli ostacoli pratici affrontati dai dissidenti che sfidano il governo e la sorveglianza aziendale.
Durante la medesima sessione, un altro panel ha riguardato i media partecipativi per la salute e come le storie personali di salute, se divulgate online, possano svolgere un ruolo sia informativo sia emotivo nei paesi in via di sviluppo. In un altro gruppo, i relatori si sono riuniti per discutere dell'utilità dei citizen media per organizzare azioni di massa, concentrandosi in particolare sul Kenya.
Dopo una breve pausa caffè, il vertice è ricominciato con un secondo ciclo di sessioni separate. Gilad Lotan di SocialFlow ha moderato il panel ‘Data Visualization’, che ha esplorato le modalità utilizzate da analisti e sostenitori per raccogliere, organizzare e proiettano informazioni, sia in contesti scientifici che di attivismo. La cofondatrice di Global Voices, Rebecca MacKinnon, ha presieduto un altro panel sulla partecipazione dei cittadini nel futuro di Internet, chiedendo ai relatori di occuparsi di come la gente comune può agire qualora i governi non riescano a difendere gli interessi del popolo. Un terzo gruppo si è riunito per discutere la sfida della ‘Creazione di una rete africana‘ e di ciò che sarebbe necessario per stabilire collegamenti e unione tra i citizen media locali e il mondo esterno a sostegno di tale progetto.
Dopo il pranzo, la serie di “open sessions” hanno coperto quasi una dozzina di argomenti diversi, tra cui i rapporti Cina-Africa, donne e tecnologia, e open source. Infine, prima di concludere il Summit con una serata di musica e barbecue keniota, Global Voices ha onorato i suoi co-fondatori e organizzatori. Mentre i coordinatori di GV, Ivan Sigal e Georgia Popplewell, hanno formalmente chiuso il Summit, il gruppo di oltre 200 volontari, unitamente a diversi accademici e altri visitatori locali, si è alzato in piedi e ha celebrato con applausi e sorrisi.
Ci vediamo al prossimo Summit!