Quasi 5 milioni di persone in Myanmar hanno firmato una petizione che richiede [en, come tutti link seguenti] degli emendamenti costituzionali. Il partito nazionale di opposizione, la Lega Nazionale per la Democrazia (NLD), insieme ad una rete di attivisti, nota come 88 Generation Peace and Open Society, ha sottoposto la petizione al Parlamento alla fine della scorsa settimana.
La campagna, lanciata lo scorso maggio, ha ottenuto 4.953.093 di firme, raccolte in più di 300 città di tutta il Myanmar.
Il governo militare del paese ha steso l'attuale costituzione nazionale nel 2008. I firmatari della petizione sostengono che vi siano presenti numerose disposizioni antidemocratiche, quali l'Articolo 436, che stipula che ogni emendamento costituzione richieda l'approvazione di almeno il 75% del Parlamento per essere effettuato. Nella realtà dei fatti, questo significa che gli emendamenti devono avere l'approvazione della totalità del Parlamento, poiché un quarto dei seggi legislativi appartengono ad esponenti dell'Esercito.
Le difficoltà nel modificare la costituzione lasciano peraltro al suo posto l'Articolo 59(f), che impedisce ai cittadini con coniugi stranieri e figli nati all'estero di concorrere per le cariche di Presidente e Vicepresidente. Questa proibizione colpisce anche figure di pubblico rilievo, quali l'icona globale della democrazia e leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi. (A causa dell'Articolo 59(f), ella non potrà infatti concorrere come Presidente nelle elezioni del prossimo anno, poiché suo marito è di nazionalità britannica.)
Molti esponenti dell'opposizione vedono la riforma costituzionale come un passo essenziale nel percorso del Myanmar verso la democrazia. L'attuale presidente del paese, Thein Sein, ha tuttavia respinto la campagna di riforme, considerandola una minaccia per la stabilità nazionale:
Nessuno vuole sopportare l'instabilità causata da tali questioni. Fa male al popolo… vorrei sollecitare la gente e i monaci che amano questo paese a proteggerlo dall'instabilità.
Suu Kyi, d'altra parte, ha accolto la petizione come “un punto di svolta verso la democrazia”, facendo notare che questa campagna è la prima del suo genere nella storia del Myanmar. Infatti, la petizione ha ottenuto popolarità nazionale poiché studenti e giovani volontari in tutto il paese hanno partecipato alla raccolta di firme.
Artisti come Shwe Min Thar sono stati tra i firmatari della petizione. Egli ha sollecitato le forze militari a seguire il volere del popolo:
Dipende tutto dai militari. Se non sono loro a cambiare, noi non possiamo fare nulla. Eppure sembra impossibile che cambino. La costituzione è scritta da esseri umani, rientra indubbiamente nei nostri poteri modificarla. Tutti noi qui vogliamo rettificarla. Se il governo deciderà di seguire il volere del popolo, la cambierà. Penso che dipenda tutto da loro.
Durante la campagna, le autorità governative hanno frequentemente tentato di intimidire i volontari. La Rete per la Documentazione dei Diritti Umani ha recentemente pubblicato un resoconto che descrive le intimidazioni del governo rivolte agli attivisti:
Invece di affrontare i problemi, il governo ha ripetutamente arrestato i manifestanti. Senza le giuste rettifiche alla costituzione, la crescita della democrazia in Birmania è messa a rischio e la possibilità di futuri abusi dei diritti umani rimane presente.
Nonostante abbia fatto pressioni sugli attivisti, tuttavia, il Parlamento birmano ha risposto alla petizione formando un comitato per rivedere la possibilità di effettuare delle riforme costituzionali. Sorprendentemente, il comitato ha proposto l'emendamento di più di 450 articoli, compreso l'Articolo 436.
Alcuni esponenti del governo, in ogni caso, esitano a porre la propria fiducia verso l'iniziativa delle riforme, chiedendo la verifica dei 5 milioni di firme. Inoltre, alcune persone che hanno apposto il proprio nome sulla petizione, fa notare il deputato Tin Maung Oo, potrebbero non aver compreso appieno per cosa stessero firmando.
Pochissime persone leggono davvero la costituzione e sono consapevoli dei benefici e degli svantaggi che ne derivano.
Recentemente ho parlato con un autista di taxi a Yangon. Ha ammesso di aver firmato la petizione per l'emendamento dell'Articolo 436 in 10 posti diversi.
Khin Zaw Win, direttore del gruppo di sostegno politico, l'Istituto Tampadipa, appoggia la campagna per le riforme, ma suggerisce di non muoversi troppo velocemente:
Ci sono diversi articoli nella costituzione che devono essere revisionati. Quelli che permetterebbero la decentralizzazione e la devoluzione del potere sarebbero ampiamente accolti, specialmente in un periodo in cui le trattative per la pace sono al loro stadio finale.
Le riforme costituzionali potrebbero essere cruciali nella transizione del Myanmar verso la democrazia, riducendo i diritti di voto dell'apparato militare nel Parlamento e facilitando un ruolo maggiore dell'opposizione nella guida del paese.
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