Mentre la crisi politica peggiora, i cittadini macedoni si riversano per le strade di Skopje, Bitola, Veles ed altre città del Paese per esprimere il loro malcontento.
Decine di migliaia di macedoni si sono riuniti in varie città ogni giorno alle 18:00 da quando il presidente ha annunciato di voler bloccare le inchieste contro i funzionari del governo [en, come i link successivi salvo indicazione] accusati di corruzione e abuso di potere. Ormai alla seconda settimana di proteste, il movimento della società civile #protestiram [mk] (“Protesto!”) sembra guadagnare sempre più consensi.
Il 12 aprile, il Presidente Gjorge Ivanov ha annunciato di voler estendere l'immunità a più di 50 alti funzionari e politici indagati dal Procuratore Speciale perché sospettati di corruzione, intercettazioni illegali, frode elettorale, abuso di potere e addirittura insabbiamento di omicidio. I sospetti derivano dalla pubblicazione di intercettazioni da parte del leader dell'opposizione, Zoran Zaev, lo scorso anno. Zaev ha rivelato la registrazione illecita di conversazioni di più di 20000 persone in Macedonia, su richiesta dell'ex primo ministro Nikola Gruevski.
Lo stesso giorno in cui è stata annunciata l'immunità, i cittadini macedoni sono scesi in strada e da allora non si sono fermati. I manifestanti si riuniscono davanti all'ufficio del Procuratore Speciale per mostrare sostegno al suo lavoro, e poi si spostano verso il centro della città diretti al cosiddetto Ufficio del Popolo del Presidente macedone (messo a soqquadro il secondo giorno di proteste), poi al Parlamento e infine ai palazzi del governo.
In sostegno delle proteste a Skopje, diverse migliaia di manifestanti si riuniscono ogni giorno in altre città macedoni come Bitola, Kumanovo, Strumica, Shtip e Veles. Sono iniziate delle proteste anche a New York [mk] e a Washington [en].
Il 15 aprile, quarto giorno di proteste, mentre i manifestanti a Skopje raggiungevano l'area circostante i palazzi del governo, la polizia ha fermato la loro marcia. Dopo che si era riunita lì una grande folla, ai cittadini è stato permesso di occupare l'intera area di fronte all'edificio in nuovo stile barocco.
Sabato 16 aprile, gli organizzatori hanno stimato che più di 10000 persone siano scese in strada per una protesta pacifica e non violenta. Cittadini-steward non ufficiali hanno cercato di allontanare eventuali provocatori. Nonostante ciò, una persona identificata dai manifestanti come un provocatore (un impiegato del governo o un simpatizzante governativo alla ricerca di una reazione violenta della polizia) ha attaccato fisicamente una giovane donna che stava cercando di gettare della pittura sull’Arco Trionfale di recente costruzione , parte di “Skopje 2014“, progetto del governo di restauro della capitale. La rapida reazione dei cittadini-steward ha impedito che la situazione precipitasse.
Domenica mattina, gli organizzatori delle proteste di Skopje, un gruppo informale di attivisti tra cui membri di organizzazioni della società civile, hanno annunciato che la giornata sarebbe stata dedicata alla valutazione e alla riflessione. Questo non ha fermato un piccolo gruppo di cittadini di Skopje, che hanno nuovamente marciato per le strade della città e messo cartelli a favore delle proteste su alcune delle statue del progetto Skopje 2014. Le proteste a Bitola sono continuate e i manifestanti hanno fronteggiato il cordone della polizia, senza scontri violenti, e nuove città sono “esplose”, soprattutto Veles.
Lunedì 18 aprile, il movimento ha guadagnato altri sostenitori. Questa volta, senza intaccare il Parlamento, la piazza principale e l'edificio del governo, i manifestanti hanno gettato della pittura sulla facciata del Ministero della Cultura. Questo Ministero è tra quelli principalmente coinvolti nel progetto di sviluppo Skopje 2014.
La contro-protesta, formalmente organizzata dal gruppo GDOM (Movimento dei Cittadini per la Difesa della Macedonia), i cui leader non nascondono la loro simpatia per il partito di destra attualmente al potere VMRO-DPMNE, è stata cancellata dal fine settimana. Come spiegato dal gruppo, l'obiettivo è stato già raggiunto: tenere le elezioni il 5 giugno. Sabato, il Presidente del Parlamento ha firmato la decisione ufficiale di svolgimento delle elezioni come parte dell'accordo Przino del 2015, sotto l'egida dell'Unione Europea e degli Stati Uniti per mettere fine alla crisi politica nel Paese (anche se le condizioni di questo accordo per elezioni svolte in modo corretto non sono state rispettate). L'opposizione ha dichiarato di voler boicottare le elezioni.
Tuttavia, GDOM ha ora annunciato di voler tenere la “madre di tutte le manifestazioni”, giovedì, in sostegno del governo e del partito in carica. I commentatori online si stanno scaldando. Ad esempio, il direttore dell'archivio di Stato ha scritto in modo minaccioso del movimento “Protesto!” su Facebook [mk], usando il termine discriminatorio “Sorosoidi” e parole di odio contro i “traditori” e la comunità LCGBTI in altri commenti:
Го предизвикавте бесот на народот. ИЗЛЕГУВАМЕ НА УЛИЦА!
Во четврток СОРОСОИДИ подобро останете дома.
Avete alimentato la rabbia delle persone. Scendiamo in strada!
Giovedì, i Sorosoidi farebbero meglio a restare a casa.
L'UE ha invitato i leader dei quattro maggiori partiti politici in Macedonia, candidato ad entrare nell'EU, a un nuovo round di negoziati a Vienna il 22 aprile. Anche se non c'è la conferma ufficiale, la portavoce Maja Kocijancic ha affermato che il Commissario per l'Allargamento Johannes Hahn spera di incontrare presto i leader dei quattro partiti per discutere della recente escalation della crisi.
Oltre ai quattro leader, Kocijancic ha detto che il Commissario Hahn è in contatto con altri partner fondamentali come gli USA per discutere di come risolvere la crisi e per garantire che i leader continuino ad applicare l'accordo Przino. Il leader dell'opposizione Zaev ha dichiarato che prima di arrivare a nuovi negoziati a Vienna, il suo partito, SDSM, consulterà la società civile, tra cui i gruppi coinvolti nelle proteste.