Le massicce proteste in Iran e il dibattito sulle sue motivazioni

Iranians, gathered in protests in Tehran's Ferdowsi square Sunday night, disperse after police start water jets. Image from Gli iraniani nella piazza Ferdowsi di Teheran domenica sera, si disperdono dopo che la polizia ha iniziato a lanciare getti d'acqua. Immagine dal giornale iraniano , condivisa per diffusione

Gli iraniani nella piazza Ferdowsi di Teheran domenica sera, si disperdono dopo che la polizia ha iniziato a lanciare getti d'acqua. Immagine di @IranNewspaper, condivisa per diffusione.

Ormai è chiaro che in Iran c'è parecchio fermento. Il 28 dicembre, a Mashhad [it] sono scoppiate delle manifestazioni per i “prezzi elevati” dei beni di uso quotidiano e si sono diffuse nelle città più piccole, oltreché nelle principali città il 29 dicembre. Le illazioni su ciò che si cela dietro alla situazione attuale abbondano, con molte congetture e teorie condivise prematuramente sulla questione [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione]:

Sono scettico nei confronti di coloro che hanno più risposte che domande sulle proteste in Iran.

Per comprendere meglio la situazione attuale, è importante guardare alla storia recente dell'Iran e svelare alcune delle potenziali motivazioni alla base di questi eventi. Ecco un esame di ciò che sta accadendo sul terreno, come si differenzia dalle proteste del 2009 e perché qualcuno pensa che ci sia molto di più in questa situazione di quanto salti all'occhio. 

Scene di strada:

Queste proteste sono state le prime su questa scala dalle manifestazioni del 2009 [it] contro la rielezione del presidente Mahmoud Ahmadinejad. Come nelle proteste del 2009, c'è una diffusa mobilitazione a livello nazionale contro lo status quo; tuttavia, le attuali proteste mancano di sostegno e, in qualche modo, della leadership dei candidati riformisti che il Movimento Verde [it] ha avuto con Mir Hossein Mousavi e Mehdi Karroubi. Questa volta, i canti di protesta sembrano parlare di un'insoddisfazione generale rivolta sia verso elementi riformisti sia quelli moderati o ancora di quelli più duri.

Primo video di studenti universitari a Teheran che cantano “riformisti, conservatori, la vostra avventura è finita.”

Ecco cosa sappiamo fino ad ora: ci sono proteste in tutto il paese; ci sono filmati di vari canti di protesta che delineano la disillusione della gente, non solo con il sistema di governo della Repubblica islamica ma anche con il governo moderato di Hassan Rouhani; non sembra esserci un obiettivo o un leader collettivi in mente; tuttavia, i manifestanti sembrano esprimere insoddisfazione per la disoccupazione e la stagnazione economica; ci sono molte prospettive e interpretazioni diffuse tra i social media; ci sono stati timori che internet sarebbe stato staccato; e ci sono stati alcuni utenti iraniani che hanno segnalato alcune connessioni offline, servizi cellulari interrotti, così come quelli VPN non funzionano più [ar] .

 OpenVPN non funziona ma Psiphon sta funzionando.

L'Internet mobile di Hamra Aval non ha funzionato dalle 21 fino ad ora a Karaj.

Tuttavia, in generale, la nazione rimane online e il flusso costante di materiale sta arrivando da tutto il Paese:

Esperienza personale: ho avuto accesso ad internet tutto il giorno senza alcun problema. Qualcuno dice di aver avuto qualche problema di connessione ad internet per 1 o 2 ore, ma ogni cosa è tornata alla normalità. Infatti in questi 3 giorni di proteste non ci sono ancora state serie interruzioni.

Al momento, l'unica interruzione di internet sembra limitata all'accesso alle principali piattaforme di social media come Telegram e Instagram. In Iran, ci sono circa 40 milioni di utenti mensili (in un paese con circa 45 milioni di utenti online) su Telegram e circa 20 milioni su Instagram. Il fondatore di Telegram, Pavel Durov [it] ha condiso su Twitter questo messaggio sulla situazione:

Le autorità iraniane stanno bloccando l'accesso a Telegram per la maggioranza degli iraniani dopo il nostro rifiuto pubblico di chiudere https://t.co/9E4kXZYcP9 e altri canali che di protesta pacifica.

Urgente:  La tv di stato dell'Iran dice che le autorità hanno bloccato temporaneamente Instagram e l'app di messaggistica Telegram per “mantenere la pace” tra le proteste.

Cosa c'è dietro le proteste?

Mentre molti esperti stanno valutando la situazione, un noto commentatore in Iran ha sollevato alcune domande. Sadegh Zibakalam, professore di scienze politiche all'Università di Teheran, orientato verso il riformismo, ha preso nota delle ragioni della protesta e di alcuni dei nuovi e peculiari canti a favore della ex monarchia deposta. Il post è stato ampiamente condiviso su Instagram e Telegram [ar]:

 

?درست است دولت آقای روحانی دولت خیلی موفقی از نظر اقتصادی نبوده است، اما آنچه که باعث نارضایتی امروز مردم شده است، آنچه که باعث وضعیت وحشتناک ایران شده است فقط سیاست‌های روحانی در این 7-6 ماه گذشته و حتی 4 سال گذشته نبوده است….

?ایران بودجه‌هایی در سوریه، لبنان و یمن هزینه می‌کند. در این صورت آیا مردم ایران راضی هستند که پولشان صرف حزب‌الله لبنان و یمن بشود؟…

?جنس نارضایتی‌ها و سرخوردگی‌ها یک مقدار با سال‌88 متفاوت شده است. سال‌88 اعتراضات سیاسی بود اما الان اعتراضات اقتصادی و غیرسیاسی‌تر شده است. چه کسی فکر می‌کرد که در کشور ایران بعد از چهل سال حاکمیت جمهوری اسلامی ایران به نفع سلطنت و پادشاه شعار داده شود و یک عده بگویند ..و شعار سر دهند که پادشاه و پهلوی بازگردد؟

È vero che il governo del signor Rouhani non è stato il più performante in termini di economia, ma quale è la causa dello scontento popolare oggi, e la spaventosa situazione dell'Iran non è solo la politica di Rouhani in questi ultimi 6 -7 mesi e nemmeno degli ultimi 4 anni …

L'Iran programma di spendere soldi in Siria, Libano e Yemen. In questo modo, il popolo iraniano sarà soddisfatto che il suo denaro sia stato speso per Hezbollah in Libano e nello Yemen? …

La natura dell'insoddisfazione e delle frustrazioni è diversa da quella del 2009. Le proteste del 2009 erano politiche ma ora le proteste sono economiche e apolitiche. Chi pensava che in Iran, dopo 40 anni di repubblica islamica, avresti sentito canti a favore di una monarchia e di un re, e anche qualche slogan che chiedeva il ritorno del re e dei Pahlavis?…

Nonostante i canti sorprendenti a favore della monarchia, resta improbabile che il loro ritorno e sostegno sia un tema diffuso tra i manifestanti, ma piuttosto un tipo di canto in mezzo ad una serie di richieste, espressioni e proteste.

C'è anche la sensazione generale che gli eventi siano stati stimolati da elementi intransigenti per minare il Presidente Rouhani. Il giornalista Golnar Motavelli riporta questa teoria da Teheran attraverso il suo monitoraggio dei media iraniani:

7 / Ciò è significativo perché mostra che le proteste del Mashhad, siano esse spontanee o meno, hanno perlomeno avuto la simpatia e il sostegno del rigido establishment conservatore, in particolare nella città stessa.

Secondo Golnar, tuttavia, sembra che i canti dei manifestanti abbiano assunto il tema dell'insoddisfazione generale di tutti i leader del sistema politico e che, coloro tra i conservatori che potevano aver inizialmente sostenuto le proteste, ne hanno sostanzialmente perso il controllo.

10 / “qualcos'altro sta succedendo dietro le quinte”, ha poi detto, rivolgendosi a chiunque pensa che sia in ascolto (elementi apparentemente più conservatori), che “il loro fumo gli sia ritornato in faccia”, un modo persiano di dire “vi siete sparati nel piede.”

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