Trump ha scatenato un facepalm collettivo in Afghanistan con il racconto dell'invasione sovietica del 1979

Paris_Tuileries_Garden_Facepalm_statue.jpg. Henri Vidal, par Alex E. Proimos – Creative Commons 2.0

Il singolare stile dell'analisi storica del presidente americano Donald Trump, sia che si parli di eventi accaduti ieri o dieci anni fa, è spesso concepito come uno degli esempi di post-verità [it] alla quale ha fatto ricorso per attrarre a sé le forze politiche che lo hanno sostenuto durante la campagna elettorale del 2016.

Nonostante il suo tentativo di impressionare postivamente il suo pubblico con un impopolare intervento riguardante l'invasione dell'Afghanistan da parte delle truppe sovietiche nel 1979, il presidente americano ha inaugurato il nuovo anno causando una dura reazione da parte degli abitanti dello stato a sud dell'Asia.

Nel 1978, i militanti delle due fazioni del partito democratico popolare dell'Afghanistan, Khalq e Parcham, sostenuti dai sovietici, misero in atto [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] un colpo di stato in Afghanistan, durante il quale l'allora presidente Sardar Daud Khan e la sua famiglia furono assassinati.

A seguito del golpe, lo Stato fu ribattezzato Repubblica Democratica dell'Afghanistan. L'evento ha scatenato una serie di episodi e scontri violenti, dai quali probabilmente l'Afghanistan non si è mai ripreso.

Tuttavia, sembrerebbe che Trump abbia una diversa visione dei fatti al riguardo. In occasione di una riunione di gabinetto tenutasi il 2 gennaio scorso, il presidente americano ha usato queste parole per parlare della suddetta invasione:

Russia used to be the Soviet Union. Afghanistan made it Russia, because they went bankrupt fighting in Afghanistan. Russia. … The reason Russia was in Afghanistan was because terrorists were going into Russia. (The Soviet Union) was right to be there. The problem is, it was a tough fight. And literally they went bankrupt; they went into being called Russia again, as opposed to the Soviet Union. You know, a lot of these places you’re reading about now are no longer part of Russia, because of Afghanistan.

Una volta, la Russia era l'Unione Sovietica. Fu l'Afghanistan a far nascere la Russia, perché durante la guerra contro lo Stato asiatico, i russi andarono in bancarotta. La Russia. … La ragione per la quale l'esercito russo si trovava in Afghanistan è legata al fatto che i terroristi stessero entrando in territorio russo. Era giusto che (l'Unione Sovietica) si trovasse lì; il fatto è che si è trattato di una guerra molto dura, che l'ha portata letteralmente sull'orlo del fallimento. È per questo che si è tornati a parlare di Russia, non più di Unione Sovietica. La gran parte delle aree geografiche delle quali si discute in questo periodo, proprio a causa delle spedizioni in Afghanistan, non fa più parte della Russia.

Queste affermazioni hanno provocato dure critiche mosse dal Presidente afghano Ashraf Ghani [ar], dal  ministro degli esteri Salahuddin Rabbani e dall’ex capo dell'intelligence afghana Rahmatullah Nabil. Molte sono state le risposte da parte degli ambasciatori afghani.

Tra i migliori commenti vi è sicuramente quello di Waheed Omar, ambasciatore afghano in Italia. L'ambasciatore ha fornito una serie di informazioni riguardanti il peso dell'ingerenza straniera in Afghanistan, avvenuta per mezzo dell'Inter-Services Intelligence (ISI), il più potente dei servizi di intelligence nel vicino Pakistan. Molti afghani ritengono ISI responsabile della comparsa dei talebani, così come della loro costante e duratura presenza sul territorio afghano.

Non fummo noi a inviare terroristi in URSS nel '79. Fu l'URSS a invadere il nostro territorio. Gli Stati Uniti fondarono l'ISI per sconfiggere l'esercito sovietico; in seguito l'ISI aiutò i terroristi ad attaccare gli Stati Uniti. Poi l'America invase il nostro Paese per ucciderli. Ora, la Russia è in combutta con l'ISI per contrastare gli USA. Noi ci siamo finiti in mezzo. Fine della storia.

Le previsioni dell'URSS sull'Afghanistan durante la Guerra Fredda hanno posto le basi per circa un ventennio di lotte intestine e per l'ascesa dei talebani. Mappa di Matthew White.

Il disastro del comunismo afghano

Nel corso della storia, l'Afghanistan ha subìto innumerevoli invasioni; la più recente è quella del 2001, per opera delle forze di coalizione guidate dagli Stati Uniti. Attualmente, Trump sembra essere deciso a voler rimuovere completamente le stesse forze dal Paese.

In un articolo scritto per il sito d'informazione Mangal Media, Mohammed Harun Arsalai, cofondatore della pagina Facebook Documenting Afghanistanha spiegato perché la diffusione in Afghanistan del comunismo supportato dai sovietici abbia rappresentato una delle più disastrose invasioni che il Paese abbia mai subìto. 

Once these (communist) factions were in control they began summarily killing just about anyone they remotely suspected of being in opposition. Going to the Masjid too often was enough for them. They were also killing each other. The mass, violent repression and extrajudicial killings that the communists were carrying out pushed Islamic groups in Afghanistan into militancy. But it wasn’t until the wanton killings starting in 1978 that the Mujahideen went from being an underground resistance movement to a popular resistance movement.

Una volta che queste fazioni (comuniste) assunsero il controllo del Paese, iniziarono a uccidere in maniera spregiudicata chiunque fosse sospettato di essere contro di loro. Recarsi troppo spesso presso il Masjid era considerata una prova sufficiente. Arrivarono persino a uccidersi tra loro. La violenta repressione dei comunisti, unita alle uccisioni ingiustificate ed extragiudiziali compiute da questi ultimi, portò i gruppi islamici afghani a intraprendere la militanza. Fu solo a causa dei massacri privi di qualunque movente, messi in atto a partire dal 1978, che il gruppo dei Mujahideen si trasformò da movimento di resistenza clandestino a un popolare movimento di resistenza.

Nel dicembre 1979, i dirigenti del Politburo sovietico, temendo un tradimento da parte dell'allora presidente Hafizullah Amin, decisero di invadere l'Afghanistan. Dopo una settimana di dure lotte, l'esercito sovietico uccise Amin, si impossessò dell'Afghanistan e nominò il filosovietico Babrak Karmal nuovo presidente della Repubblica Democratica dell'Afghanistan. Karmal si dimise nel 1986, quando più di un milione di afghani erano stati uccisi e si stimava che fossero più di sei milioni gli sfollati a causa della guerra.

Finalmente, nel 1988 la Repubblica Democratica dell'Afghanistan, l'URSS, gli Stati Uniti d'America e il Pakistan siglarono accordi finalizzati a far cessare la guerra in Afghanistan; così ebbe inizio il ritiro delle truppe sovietiche dal Paese. L'anno seguente il ritiro fu portato a termine; l'evento determinò la sconfitta dell'esercito sovietico. 

Truppe sovietiche battono in ritirata dall'Afghanistan. Foto di archivio RIAN. Pubblicata su Wikimedia Commons.

L'affermazione di Trump, “la ragione per la quale l'esercito russo si trovava in Afghanistan è legata al fatto che i terroristi stessero entrando in territorio russo” è semplicemente errata.

In un discorso pronunciato nel 1980, il presidente americano Ronald Reagan, spesso citato da Trump come termine di paragone con il quale confrontare il suo operato politico, definì l'invasione una grave minaccia alla pace, considerata la possibilità che l'Unione Sovietica si sarebbe potuta ulteriormente spingere nella parte sud ovest dell'Asia.

L'ambasciatore afghano in Sri Lanka, M. Ashraf Haidari, ha affermato subito dopo il commento di Trump che “neanche la Russia” avrebbe potuto appoggiare questa versione dell'invasione, perfettamente calzante con gli ideali politici di sinistra.

Il caos provocato dall'invasione sovietica, così come il grande traffico di armi partito da Mosca e dall'occidente verso l'Afghanistan, hanno generato decadi di violenza, favorendo l'ascesa dei talebani al potere nel 1996.

Chiunque conosca la storia dell'Afghanistan comprenderà che @realDonaldTrump ha invertito l'ordine causa-effetto: se oggi abbiamo il terrorismo è per via del colpo di stato comunista e per via dell'invasione sovietica.

…e anche perché l'America non si è sentita responsabile dello sforzo di risanare la situazione; non si è preoccupata di considerare in quali luoghi le ingenti quantità di armi e denaro inviate (per non parlare della diffusione delle ideologie) con il solo scopo di sconfiggere i sovietici, fossero andate a finire dopo quella sconfitta…

Ciò che resta dell'occupazione americana in Afghanistan è solo una grande e preoccupante incognita.

Il conflitto si è ulteriormente aggravato da quando l'insurrezioni da parte dei Talebani è cresciuta, iniziando ad acquisire potere; allo stesso tempo, i militanti fedeli all'ISIS hanno intensificato gli attacchi contro i civili.

Dai primi attacchi aerei, verificatisi a partire da ottobre 2001, in Afghanistan la sicurezza non è mai stata così precaria come ora.

Diciotto anni, miliardi di dollari e migliaia di vite dopo, il governo americano si affretta ad abbandonare una guerra che non può vincere, mentre Trump si abbandona a dichiarazioni spregiudicate.

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