Questi giornalisti colombiani vogliono che si sappia che Pablo Escobar non era affatto un eroe

Screenshot dell'episodio di La Pulla “Pablo Escobar è un eroe”, disponibile su YouTube.

Il fenomeno non ha avuto inizio con la serie di Netflix, ma di certo Narcos ha aiutato a far rivivere [en, come tutti i link seguenti, salvo diverse indicazioni] lo status di Pablo Escobar, signore della droga colombiano degli anni Ottanta, nella cultura popolare nordamericana. Da quando è stata lanciata, nel 2015, la serie ha acceso dibattiti riguardo al fatto che perpetua una immagine internazionale della Colombia come paradiso della cocaina dominato da carismatici narcotrafficanti.

Di tutta risposta, i giornalisti colombiani che gestiscono il canale YouTube La Pulla [es] (in spagnolo, “La frecciatina”), un progetto del quotidiano colombiano El Espectador, hanno realizzato un video diretto a tutti coloro che ancora glorificano Escobar definendolo “un eroe”. Tra le altre cose, il video mette in risalto episodi tragici – e statistiche – di uno dei periodi più bui della storia colombiana, come l'assassinio di Guillermo Cano, ex-direttore di El Espectador, il 17 dicembre del 1986, e l'attacco bomba [es] nei pressi dei loro uffici nel settembre del 1989.

It is common in other countries to see people with T-shirts of him, encouraged by series such as Netflix's ‘Narcos’. And then when they come to Colombia they pay a lot of money to go on a tour so they can admire his great accomplishments. […] This “hero” prompted thousands of people to run towards drug trafficking money [like] pigeons chasing corn and rendered the national economy into a little pot to launder the money that came from drug trafficking. This “hero” was not a friend of the people: he committed 623 attacks, left 1710 civilians in pain, and killed 402.

This “hero” forced us to escape from an abandoned briefcase in the street or from a stationed car with no one inside [thinking] there [it was] one more bomb. This “hero” forced us to stay indoors, to suspect from everyone, and to react with fire and violence. This hero forced us to live in constant fear.

In altri Paesi è normale vedere persone con delle T-shirt con la sua faccia, incoraggiati da serie come “Narcos” di Netflix. Poi, quando vengono in Colombia, pagano molti soldi per fare un tour e ammirare i suoi grandi risultati. […] Questo “eroe” ha spinto migliaia di persone a correre verso il denaro ricavato dal narcotraffico [come] piccioni a caccia di granoturco, e ha reso l'economia nazionale un piccolo contenitore per riciclare il denaro ricavato dal traffico di droghe. Questo “eroe” non era un amico del popolo: ha commesso 623 attentati, lasciato nel dolore 1710 civili e ne ha uccisi 402.

Questo “eroe” ci ha costretti a scappare da una valigetta abbandonata in strada o da un'auto parcheggiata con nessuno all'interno [pensando] che [si trattasse] di un'altra bomba. Questo “eroe” ci ha costretti a restare in casa, a sospettare di tutti, e a reagire con il fuoco e la violenza. Quest'eroe ci ha costretti a vivere nel terrore costante.

I tour a cui si fa riferimento nel video sono noti come Narco Tours, e guidano i turisti in giro per la città di Medellin per i vari luoghi legati alla vita di Pablo Escobar. Nel 2018, il partner di Global Voices, Radio Ambulante, ha descritto il tour in uno degli episodi del loro pluripremiato podcast.

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