Sempre più donne stanno condividendo esperienze di abuso sessuale e la loro difficoltà nel combattere la discriminazione di genere. Qui ci sono due documentari che mostrano donne parlare apertamente contro la violenza e difendere l'uguaglianza di genere.
Il documentario “Metoo Myanmar” (Anch'io Myanmar), prodotto dall'Istituto di Giornalismo del Myanmar per Mizzima TV e in uscita nell'aprile 2019, investiga [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] il problema sulla violenza sessuale nella società e come ciò continui a vittimizzare molte donne, nonostante il passaggio di alcune leggi significasse proteggere segmenti vulnerabili della popolazione.
Nel documentario sono presenti donne vittime di traffico umano, abuso domestico, e molestia sessuale sul lavoro. Racconta storie particolari di giovani donne migranti costrette a sposare uomini cinesi vicino al confine tra Cina e Myanmar, adolescenti stuprate da parenti e persino da un monaco buddista, e donne che vanno avanti dopo relazioni traumatiche.
Nel novembre del 2018, il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA) ha rilasciato un cortometraggio che fa sentire voci di donne che parlano delle loro esperienze sulle norme di genere, disuguaglianze di genere e i diritti delle donne in Myanmar.
“I film considerano la disuguaglianza di genere come la causa ultima della violenza contro le donne e le ragazze, e sostengono le voci di donne e uomini che sono sia ordinari che straordinari allo stesso tempo”, secondo un'introduzione fornita dal UNFPA.
Entrambi i film fanno caso a come il movimento globale #MeToo (Anch'io) abbia ispirato un crescente numero di donne in Myanmar a confrontare coraggiosamente i loro abusanti e a parlare apertamente contro la violenza sessuale.
Una di loro è Eain Chit, una famosa cantante del paese che ha condiviso nel film “MeToo Myanmar” l'episodio in cui ha ricevuto delle offerte sessuali e le è stato richiesto di cantare e ballare privatamente di fronte a ricchi clienti.
Dopo aver narrato più casi di abuso che hanno coinvolto donne molestate e attaccate, il documentario fa notare il bisogno di rinforzare le leggi intese a difendere i diritti delle donne.
Myanmar has signed the United Nations Convention on Anti-Discrimination Against Women in 1997, but all stories in this documentary prove that special laws to protect women don't work in here. On the contrary, it's more likely rape and other sexual violence against women is increasing.
Il Myanmar ha firmato la Convenzione delle Nazioni Unite sull'Anti-Discriminazione Contro Le Donne nel 1997, ma tutte le storie in questo documentario provano che leggi speciali per proteggere le donne non funzionano qui. Al contrario, è più probabile che stupro e altri tipi di violenza sessuale contro le donne stiano aumentando.
Secondo i dati del governo, casi di stupro riportati sono saliti dai 671 nel 2016 ai 897 nel 2017.
Un'enorme sfida per il progresso del welfare delle donne è resistere al pensiero feudale come il concetto di hpon che promuove la presunta superiorità e la positiva spiritualità degli uomini sulle donne. Questa disuguaglianza tra uomini e donne ha costretto queste ultime a tacere se subiscono violenza sessuale. Ha promosso una cultura della paura legata al concetto che gli uomini abbiano il diritto naturale di dominare le donne. Ma dal 2018, il movimento #MeToo ha dato la fiducia a molte donne del Myanmar a mettere in dubbio il concetto di hpon.
In un'intervista con Tea Circle, un forum online concentrato sui problemi del Myanmar, la ricercatrice e attivista Aye Thiri Kyaw cita un incidente ispirato a #MeToo nel 2018:
…a few teenage girls publicly denounced a popular and famous fortune teller, saying that he had sexually abused them when they visited him a few years back. Their public declaration was a surprise to people, given the age of the girls, and the social prominence of the fortune teller.
…alcune ragazze adolescenti hanno denunciato pubblicamente un indovino popolare e famoso, dicendo che lui le ha abusate sessualmente quando loro gli hanno fatto visita alcuni anni prima. La loro dichiarazione pubblica è stata una sorpresa per le persone, data l'età delle ragazze, e la ribalta dell'indovino.
Aggiunge che un certo numero di donne hanno anche accusato un leader ONG di violenza e aggressione sessuale.
Anche l'attivista Kachin May Sabe Phyu è stata intervistata su Tea Circle, dove ha spiegato la motivazione di alcune delle donne abusate nel voler condividere le loro storie:
Women in Myanmar have suffered in silence. Now they understand that sexual violence is not their fault. They hear other women’s stories, and they realize that their stories will never be heard unless they speak out.
Le donne in Myanmar hanno sofferto in silenzio. Ora capiscono che la violenza sessuale non è colpa loro. Ascoltano le storie di altre donne, e capiscono che le loro storie non saranno mai ascoltate se non cominciano a parlare apertamente.