Interruzioni di internet e diritto di accesso alla rete in Sudan: una prospettiva post-rivoluzionaria

Un venditore di telefoni cellulari a Khartoum, Sudan, 16 settembre, 2012. Foto di joepyrek via Flickr CC BY-SA 2.0.

Il 3 settembre scorso, un tribunale sudanese ha ordinato [ar] alle aziende di telecomunicazioni Sudani e MTN di scusarsi con i loro clienti per aver interrotto l'accesso alle loro reti i primi di giunog, applicando l'ordine delle autorità militari. 

L'arresto dei servizi, che è durato per settimane, è stato il più lungo che si sia mai verificato in Sudan. Il Concilio Miliare Transitorio [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione], che in quel momento era de-facto al comando della nazione, ha detto di aver ordinato l'arresto di internet per motivi legati alla sicurezza.

Tuttavia, il blackout era un chiaro tentativo da parte del Consiglio di interrompere la condivisione di filmati e informazioni inerenti la dispersione di un sit-in avvenuto il 3 giugno, con il quale si chiedeva un governo di transizione guidato da civili, da parte della sicurezza e forze militari. In seguito alla repressione del sit-in, più di 100 manifestanti sono stati uccisi.  

Manifestanti e attivisti hanno usato i loro telefoni cellulari per documentare e diffondere le violazioni dei diritti umani e le uccisioni commesse durante il massacro di Khartoum. Il blocco di internet ha ristretto enormemente i diritti di espressione e di acceso alle informazioni dei cittadini sudanesi, ma anche il loro diritto di assemblea considerando che piattaforme di social media e app come Facebook, WhatsApp e Twitter sono state largamente utilizzate per organizzare le proteste.

Il mercato delle telecomunicazioni in Sudan 

Ci sono quattro aziende di telecomunicazioni in Sudan. La Zain Sudan, una sussidiaria del gruppo Zain, multinazionale del Kuwait, è il maggiore attore con il 48% del mercato azionario. Le altre compagnie sono la MTN Sudan, una sussidiaria del gruppo multinazionale Sudafricano MTN, la Sudani, che è controllata dal governo e CANAR.

L’ Autorità per la regolamentazione delle telecomunicazioni e delle poste [ar] è l'organo regolatore dell'industria delle telecomunicazioni. Si occupa di fornire nuove licenze, stabilire le tariffe internet e bloccarne i contenuti.

Il blocco, che ha interessato sia la rete mobile che la connessione fissa, è stato attivato sulle reti di tutti i provider ed è stato tolto dopo cinque settimane.

Giustizia fatta?

Il 3 settembre, una sentenza della corte ha ordinato a Sudani e MTN di pubblicare le loro scuse ai clienti sulle prime pagine di tutti i giornali pubblicati nella capitale Khartoum. Questa è l'ultima delle sentenze a favore del diritto degli utenti all'accesso a internet in risposta del blocco di giugno. 

La stessa corte si era precedentemente pronunciata a favore di Mr. Abdel-Adheem Hassan, un illustre avvocato sudanese, che aveva intentato una causa legale contro Zain, il più grande operatore di telecomunicazioni in Sudan, per il blocco di internet di giugno. Il tribunale aveva costretto Zain a ripristinare l'accesso a internet tre settimane dopo l'avvio del blocco, ma solo a Hassan. Un altro caso in cui sono rappresentati un numero maggiore di utenti è stato presentato il 9 luglio e la stessa corte ha ordinato a tutti i provider di ripristinare l'accesso a internet. 

Queste decisioni giudiziarie rendono giustizia a un terzo di cittadini sudanesi che hanno accesso a internet, garantendo loro il diritto di fare causa agli operatori di telecomunicazioni e cercare una soluzione. 

Queste sentenze stabiliscono anche che, benché alle compagnie di telecomunicazioni possa essere richiesto di bloccare l'accesso ai loro network dalla legge, hanno comunque delle responsabilità nei confronti dei loro utenti, inclusa la trasparenza. Il procedimento usato per bloccare internet mostra segni di corruzione e mancanza di trasparenza tra i provider e il governo. Una sentenza precedente ha rilevato che “a Zain era stato ordinato verbalmente da ‘alte autorità’” di bloccare internet dopo aver fallito nel tentativo di fornire alla corte ordini scritti.

I blocchi di internet in Sudan

I blocchi di internet non sono rari in Sudan. Il regime militare, capeggiato dall'ex presidente Omar al-Bashir, che ha guidato il Sudan per trent'anni prima di essere deposto da una imponente rivoluzione all'inizio di quest'anno, ha impiegato la tattiche di bloccare o restringere l'accesso a internet come strumento per silenziare e opprimere i contestatori. Nel settembre 2013, il governo ha completamente bloccato internet per 24 ore, come misura contro la diffusione di proteste pacifiche a seguito della decisione del regime di togliere sussidi statali da prodotti di prima necessità e carburante. A giugno dello stesso anno, il governo ha anche fatto ricorso a un rallentamento alla chiusura delle connessioni internet a causa delle proteste.

Legislazione contraddittoria

La sentenza della corte rappresenta un importante passo verso un dibattito e azioni più libere e trasparenti per garantire diritti di accesso internet ai sudanesi, mentre la nazione si prepara a una transizione lunga tre anni verso un governo civile e democratico.

La transizione del Sudan

Il 21 agosto, Abdallah Hamdouk è stato nominato primo ministro e i membri del Consiglio Sovrano del Sudan [it] hanno prestato giuramento, come parte di un accordo di potere-condiviso per guidare il Sudan nel periodo di transizione di tre anni verso un governo civile, come concordato dalla Carta Costituzionale del 2019 per il Periodo di Transizione

La carta, firmata dal Consiglio Militare di Transizione e dalla coalizione politica che rappresenta i contestatori, Forces of Freedom and Change, ha revocato la Costituzione di Transizione del Sudan del 2005.

Il diritti di accesso (o libertà di connessione e diritto alla banda larga) è stato riconosciuto da molti organi internazionali come diritto umano fondamentale. Il Vertice mondiale sulla Società dell'Informazione (WSIS), che si è svolto nel 2003 a Ginevra, Svizzera, e nel 2005 a Tunisi, Tunisia, ha riconosciuto internet come “essenziale per la società dell'informazione’’ e che “tutti, ovunque dovrebbero avere l'opportunità di partecipare e nessuno dovrebbe essere escluso dai benefici che la società dell'informazione offre.” Inoltre, nel luglio 2016, il Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, ha approvato una risoluzione con consenso che condanna il blocco dell'accesso a internet

Le leggi sudanesi, tuttavia, sembrano contraddittorie e non coerenti riguardo la libertà di espressione e di informazione online e il diritto di accesso alle reti di comunicazione. Alcune leggi conservano questi diritti, anche sotto il regime estromesso di al-Bashir. Per esempio, entrambi il Provvedimento di Accesso sudanese all'Informazione [ar] e l'Articolo 39 (1) del 2005 della Costituzione Sudanese Provvisoria— che è stata recentemente abrogata — hanno conservato il diritto di ricevere e diffondere informazioni. L’ Articolo 9 del Provvedimento per i Crimini Informatici del 2007 [ar] prevede una pena di due anni di prigione o una multa o tutte e due le cose contro chiunque venga condannato per aver impedito l'accesso ai servizi internet.

Dall'altro lato, il Provvedimento del 2018 per la regolamentazione delle Telecomunicazioni e delle Poste [ar] concede all'autorità regolatrice il diritto di interrompere qualsiasi stazione di comunicazione e telecomunicazione o trasmissione qualora venisse violata la legge. Questa vaga disposizione non fornisce maggiori dettagli e permette alle autorità di interpretarla come si ritiene opportuno per restringere l'accesso ai servizi.

Inoltre, l'Articolo 56 della Carta Costituzionale del 2019 per il Periodo di Transizione conserva il “diritto di accesso a internet, senza pregiudizio di ordine pubblico, sicurezza e principi morali, come definito dalla legge”. La carta, tuttavia, non ha delineato queste vaghe esenzioni. 

Se non modificate o abolite, queste vaghe e contraddittorie disposizioni destano la preoccupazione che internet verrà bloccato più volte in futuro, se le autorità si trovassero ad affrontare simili disordini o movimenti di protesta.

Nel suo primo passo verso un governo guidato completamente dai civili, il Sudan ha nominato un nuovo governo di transizione lo scorso agosto. Il periodo di transizione e le sentenze della corte menzionate in alto offrono agli attivisti sudanesi l'opportunità di sostenere il diritto di accesso a internet agli utenti in un Sudan di una nuova era.

Le diverse parti interessate dovranno lavorare insieme per elaborare e implementare un certo numero di misure per modificare o abolire le leggi problematiche, migliorare i contratti dei servizi delle compagnie di telecomunicazioni e intraprendere politiche e misure governative per proteggere la libertà di espressione. Gruppi della società civile dotati di potere devono essere pronti a sostenere la causa, sensibilizzare le persone e difendere i diritti digitali a rischio.

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