“La sospensione non mi zittirà” dice la ragazza che ha parlato di uiguri e Xinjiang in un tutorial di trucco su Tik Tok

Immagine presa dal make-up tutorial di Feroza Aziz. Tramite il canele YouTube di HKFP.

Questo post è stato originariamente scritto da Holmes Chan e Tom Grundy, ed è stato pubblicato [en] da Hong Kong Free Press il 27 novembre 2019. La seguente versione è pubblicata su Global Voices grazie ad un accordo di partnership. 

Una ragazza che ha parlato della situazione critica degli uiguri in Xinjiang ha messo in difficoltà l'app di social media TikTok, posseduta dalla Cina, per aver deciso di bloccarle la possibilità di pubblicare nuovi contenuti.

Feroza Aziz, 17 anni, apparsa sulle prime pagine questa settimana per aver postato video che descrivono l'atteggiamento delle autorità cinesi nei confronti degli uiguri, è riuscita a sfuggire al sistema di moderazione dei contenuti di TikTok facendo passare le clip come un “tutorial di trucco”.

Aziz ha detto a HKFP il 27 novembre di aver sfruttato l'interesse del pubblico per la moda per far sentire il suo messaggio. Il video ha ottenuto più di mezzo milione di like sulla famosa piattaforma social, e le sue copie su altre piattaforme sono state viste milioni di volte.

Da questo momento, Aziz è stata bloccata dal postare contenuti su TikTok. Un portavoce dell'azienda ha detto alla BBC News [en, come tutti i link seguenti] che l'app “non modera contenuti per ragioni politiche”. Conosciuta con il nome di Douyin nella Cina continentale e TikTok nel resto del mondo, l'app appartiene all'azienda cinese Bytedance, con base a Pechino. Aziz ha affermato che:

I knew that if I start with a makeup tutorial, then people would want to watch. I then realized that I should use this idea of disguising my video because it will reach out to more people without TikTok [finding] out that I am talking about China’s corrupt government.

Sapevo che se avessi iniziato con i tutorial di make-up, le persone avrebbero continuato a guardare il video. Poi, ho realizzato che avrei potuto utilizzare questa idea per mascherare il video, perché in questo modo avrebbe raggiunto più persone, senza che TikTok si accorgesse che stessi parlando della corruzione del governo cinese.

Nel video virale, Aziz comincia con delle istruzioni su come usare il piegaciglia, prima di chiedere al pubblico di usare il loro telefono per cercare cosa sta succedendo agli uiguri in Xinjiang:

how they’re getting concentration camps, throwing innocent Muslims in there, separating families from each other, kidnapping them, murdering them, raping them, forcing them to eat pork, forcing them to drink, forcing them to convert […] This is another Holocaust, yet no one is talking about it. Please be aware, please spread awareness in Xinjiang right now.

Come stanno riempendo i campi di concentramento, mettendoci dentro musulmani innocenti, separando le famiglie tra di loro, rapendoli, stuprandoli, obbligandoli a mangiare maiale, obbligandoli a bere, obbligandoli a convertirsi […]  Si tratta di un altro Olocausto, ma nessuno ne sta parlando. Per favore siate consapevoli, diffondete la consapevolezza nel Xinjiang ora.

Aziz, una afghana americana, ha chiesto ai governi del mondo di agire per “evitare che altre persone innocenti muoiano” e di fronteggiare la crisi umanitaria:

As a Muslim myself, I have been a victim of racism and prejudice. I also grew up in a Jewish community, so I have always been aware of the Holocaust and the genocide placed on the Jews in World War II. […] After finding out about this issue, I knew that I had to say something about this, because if I didn’t say anything, who would?

Io stessa sono musulmana, e sono stata vittima di razzismo e pregiudizi. Sono cresciuta in una comunità ebraica, quindi sono sempre stata a conoscenza dell'Olocausto e i genocidi che hanno colpito gli ebrei durante la Secondo Guerra Mondiale. […] Dopo aver scoperto ciò che stava succedendo, sapevo che avrei dovuto dire qualcosa a riguardo, perché se non l'avessi detto, chi lo avrebbe fatto?

Aziz ha detto che il suo video ambiva ad accrescere la consapevolezza, e la ricezione è stata per lo più positiva sui social.

Un divieto ‘estremamente sospetto’

Mentre il tutorial di make-upè rimasto disponibile su TikTok, Aziz ha affermato il 26 novembre che le è stato proibito di postare nuovi contenuti per un mese, ma ha aggiunto: “questo non mi farà stare in silenzio”.

Il 15 novembre, TikTok ha bloccato uno dei vecchi profili di Aziz dal postare un video non collegato che, presumibilmente, violava le leggi su contenuti relativi al terrorismo, e ha anche bloccato il suo smartphone il 25 novembre, secondo la BBC News.

I am blocked from posting on tik tok for a month. This won’t silence me.

— feroza.x (@x_feroza) November 25, 2019

Il video precedente mostrava Aziz che reagisce ad un montaggio di celebrità caucasiche, con la descrizione “io alle medie quando mi piacevano solo ragazzi bianchi”. Il video passa poi al montaggio di celebrità non caucasiche con la descrizione “io ora”. Il video termina con la battuta finale con la foto di Bin Laden.

Aziz ha detto a HKFP che il video era “sarcastico” e “voleva prendere in giro coloro che mi hanno detto che io, e le mie sorelle e fratelli mussulmani, sposeremo un terrorista”:

As a Muslim-American growing up in an almost all-white community, I have been ridiculed my whole life for my religion. I’ve been told to leave the country, go bomb another country, or to go marry a terrorist.

I decided, why not take these negative and racist remarks made to me, and make it into a funny video where more Muslims can laugh at, because the truth is, they face the same prejudice.

In quanto musulmana americana, crescendo in una comunità quasi interamente di bianchi, sono stata ridicolizzata durante tutta la mia vita per la mia religione. Mi è stato detto di lasciare il paese, di andare a bombardare un altro paese, o di andare a sposare un terrorista.

Ho pensato, perché non prendere tutti questi commenti negativi e razzisti che mi sono stati fatti e farci un video divertente di cui molti musulmani potranno ridere? Perché la verità è che fronteggiano gli stessi pregiudizi.

TikTok says the ban was not due to criticism of China. Her previous account, they said, had posted a video of Osama bin Laden on Nov. 15, leading to a ban for her phone. She says the video was an obvious joke about racism she has faced as a Muslim, and shared the video with us: pic.twitter.com/5w7WpV2gB9

— Drew Harwell (@drewharwell) November 26, 2019

Aziz ha aggiunto che è “estremamente sospetto” che TikTok abbia citato il suo vecchio video come ragione per la sua sospensione, perché entrambi i video e il vecchio profilo erano già stati cancellati.

I created a new [account] and never posted that Bin Laden video again and never posted anything that would offend anyone. But right when I post about China’s concentration camps I get suspended, over a video I made that was deleted on another account that was also deleted? It makes no sense!

Ne ho creato un nuovo e non ho più postato quel video di Bin Laden, e non ho mai postato nulla che potesse offendere nessuno. Ma proprio quando posto sui campi di concentramento in Cina vengo sospesa, per un video che è stato cancellato in un altro profilo? Non ha senso!

Finalmente, il 28 novembre, l'azienda le ha fatto delle scuse pubbliche e le ha ridato il suo account. Ma la video blogger ha detto che non si è bevuta l l'errore di Tiktok:

UPDATE: Tiktok has issued a public apology and gave me my account back. Do I believe they took it away because of a unrelated satirical video that was deleted on a previous deleted account of mine? Right after I finished posting a 3 part video about the Uyghurs? No.

AGGIORNAMENTO: TikTok mi ha fatto delle scuse pubbliche e restituito il profilo. Se credo che me lo abbiano tolto per un video satirico che non c'entra nulla, che è stato cancellato in un mio precedente account, anch'esso cancellato? Subito dopo aver postato un video di 3 parti sugli uiguri? No.

Il prevalente gruppo etnico musulmano è tra le minoranze più colpite da quello che Pechino sostiene essere una campagna per sconfiggere il disordine e il separatismo. L’ONU dice che un milione di uiguri sono stati arbitrariamente trattenuti in “campi di rieducazione politica” extra legali, e nonostante i richiami di Human Rights Watch, la sorveglianza e la repressione in Xinjiang sono aumentati drammaticamente dal 2016.

L’ONG dice che i dati biometrici sono raccolti dai residenti, i passaporti sono stati confiscati, le attività religiose sono state ristrette, le barbe “insolitamente lunghe”, le preghiere pubbliche e i veli mussulmani sono state proibiti, mentre i possessori di veicoli e telefoni devono installare dei localizzatori.

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