Barbara Lopez Lezama, Agnes Torres Sulca, Hilary Molina Mendiola, Virgen Castro Carrillo e Fernanda Valle. Sono i nomi di cinque donne transgender uccise negli ultimi sette anni in Messico, le cui storie appaiono nel Report on Human Rights Conditions of Transgender Women in Mexico [en, come i link seguenti] pubblicato a maggio 2016 dalla Cornell University ed il Transgender Law Center. Questa nuova inchiesta documenta le violazioni di diritti umani ai danni delle donne transgender messicane, molte delle quali si sono viste costrette a richiedere asilo negli Stati Uniti.
Le ricerche hanno riscontrato come in Messico le donne trans siano soggette a violenza brutale da parte di funzionari statali, polizia ed esercito inclusi, oltre che da parte dei cartelli della droga. Altri fattori sociali che portano alla violenza nei confronti delle donne trans in Messico sono il rifiuto da parte della famiglia e la marginalizzazione economica. L'inchiesta contribuisce a mostrare chiaramente ed in maniera precisa quanto siano invisibili le questioni dei diritti umani delle donne trans in America Latina. Il Messico detiene il secondo posto per crimini con moventi transfobici in tutta l'America Latina, secondo solo al Brasile. Inoltre negli ultimi sei anni gli omicidi con moventi transfobici sono aumentati di dieci volte.
Questa nuova inchiesta poggia tanto su basi accademiche quanto sulla Media Research, su pareri di consulenti tecnici e interviste telefoniche con attivisti/e e ONG in Messico ed USA. Mira inoltre ad informare le sezioni specializzate in immigrazione dei tribunali statunitensi e coloro che si occupano del diritto di asilo delle questioni che i e le richiedenti trans devono affrontare.
Il diritto d'asilo è un'ulteriore sfida
Alcune donne trans messicane hanno migrato verso gli USA per chiedere asilo (una protezione legale basata su una fondata paura di persecuzione da parte di soggetti tanto statali quanto privati). Sebbene gli USA stessi abbiano la loro lunga e terribile storia di transfobia ( le persone trans sono soggette a più atti di violenza rispetto a donne lesbiche cisgender o uomini gay), fattori quali l'aumento di crimini d'odio transfobici e stigma hanno spinto le donne trans a fuggire dal Messico.
L'inchiesta sottolinea inoltre come il sistema statunitense d'immigrazione abbia reso particolarmente complicato ottenere il diritto d'asilo. I funzionari che si occupano dell'immigrazione non vogliono riconoscere la transfobia e la violenza nelle comunità dei/ delle migranti durante i procedimenti di richiesta d'asilo, il ché, unito alla transfobia ed il razzismo insiti nel sistema d'immigrazione stesso, ha contribuito a cancellare le passate esperienze di violenza ed ha avuto come risultato il vedersi negato il diritto d'asilo per molte donne trans. Nel 2012 meno del 2% delle donne trans che aveva avanzato la richiesta d'asilo se l'è vista concedere. Attualmente non si disponde di statistiche che mostrino quante delle persone richiedenti asilo fossero trans, in aggiunta alla paura di persecuzione dettata da discriminazioni basate sull'identità di genere.
L'ignoranza riguardo le indentità trans
Stando all'inchiesta, nelle sezioni specializzate in immigrazione dei tribunali statunitensi i giudici non sono in grado di cogliere la differenza tra genere ed orientamento sessuale, finendo spesso per assimilare le donne trans a degli uomini gay. L'inchiesta sottolinea l'importanza per i giudici di comprendere come orientamento sessuale ed identità di genere siano due cose ben distinte. Spesso nei documenti per le richieste d'asilo ci si riferisce alle donne trans come se fossero uomini gay con identità sessuali femminili e, secondo gli e le attiviste per i diritti trans, si tratta di una descrizione dell'identità di genere imprecisa ed irrispettosa.
Ciò porta ad un'altra questione: l'eccessivo rilievo che viene dato a minimi miglioramenti per le comunità gay in Messico. Le decisioni inerenti al diritto d'asilo precedenti si basano sul presupposto che la legalizzazione del matrimonio egualitario abbia portato vantaggi alle donne trans, mentre invece l'inchiesta mostra come non solo le donne trans contiuino a subire discriminazioni diffuse, odio, violenza, abusi da parte della polizia, violenze sessuali ed omicidi da quando è stato approvato il matrimonio egualitario nel 2010, ma anzi, la loro situazione è anche peggiorata.
Una delle scoperte principali dell'inchiesta è che l'espandersi di diritti LGBT in Messico, soprattutto con il matrimonio egualitario, ha comportato ad un contraccolpo negativo per la comunità trans*. Il riconoscimento legale per le coppie omosessuali, infatti, ha portato maggior visibilità alla comunità LGBT, portando a reazioni negative più numerose.
Nel 2015 c'è stata un'importante sentenza per il diritto d'asilo in favore dei/ delle migranti trans*. La Court of Appeals (tribunale di secondo grado) statunitense della nona circoscrizione giurisdizionale di secondo livello (Ninth Circuit) – che può impugnare sentenze emesse delle circoscrizioni giurisdizionali di primo livello (districts) di Alaska, Arizona e la circoscrizione centrale della California- ha riconosciuto l'errore nel confondere identità di genere ed orientamento sessuale nel caso di specie di una donna trans messicana, Erin Avendano-Hernandez. La Board of Immigration Appeals (BIA, commissione per i ricorsi inerenti ai casi di immigrazione) si era pronunciata in passato, affermando che il riconoscimento legale del matrimonio egualitario in Messico avrebbe reso improbabile la tortura. La nona circoscrizione ha stabilito che la BIA non avesse adeguatamente preso in considerazioni le realtà trans* nel pronunciarsi.
La nona circoscrizione ha garantito il diritto d'asilo ad Avendano-Hernandez, giustificandolo con il fatto che in Messico le persone trans sono particolarmente soggette a molestie e persecuzioni per il loro non conformarsi pubblicamente con i ruoli di genere e perché la polizia messicana prende di mira nello specifico la comunità trans, con ricatti di natura sessuale o economica. Il tribunale ha inoltre illustrato come in Messico ci sia una pandemia di casi di violenza irrisolti nei confronti delle persone trans, come il Messico abbia uno dei numeri più alti documentati di omicidi di persone trans al mondo e come Avendano-Hernandez sarebbe stata un bersaglio di molestie, violenze ed abusi poiché assume ormoni femminili e si veste in modo femminile.
Questa decisione rimane un'eccezione per quanto riguarda la tutela dei diritti dei/delle migranti trans e le e gli attivisti continuano a cercare di dare visibilità alla questione, soprattutto riguardo il sistema di immigrazione statunitense. Flor Bermudez, direttrice del Detention Project del Transgender Law Center dichiara:
Too often, transgender women who come to the U.S. desperately seeking safety from persecution instead find more violence and abuse in detention centers—only to ultimately be deported by immigration judges who do not understand the life-threatening dangers they face in Mexico. We need immigration judges to make asylum decisions based on the realities transgender women face in Mexico, and this report can be an important tool to educate them.
Le donne trans che vengono negli USA cercando disperatamente salvezza dalle persecuzioni trovano troppo spesso ancora più violenza ed abusi nei centri di detenzione- solo per poi venire deportate perché i giudici delle sezioni specializzate in immigrazione non comprendono i pericoli potenzialmente mortali ai quali sono sottoposte in Messico. Servono giudici che in questo ambito sappiano prendere decisioni sul diritto d'asilo basandosi sulla realtà che le donne trans messicane devono affrontare in Patria e questa inchiesta può essere uno strumento importante per educarli.
Le sfide per le persone latine trans oltreconfine
Nelle organizzazioni comunitarie, a causa della violenza transfobica, le persone trans si sono viste costrette a difendersi duramente e a lottare per richiedere i propri diritti da entrambe le parti del confine messico-statunitense. Bamby Salcedo è un'attivista trans Latina riconosciuta a livello nazionale che “ha dato voce e visibilità non solo alla comunità trans ma anche alle tantissime comunità e questioni che si intersezionano nella sua vita, quali migrazione, HIV, gioventù, LGBT, detenzione e comunità Latine”, stando a quanto riportato sul suo sito.
Nel 2007, Bamby è stata trattenuta nel Centro di Detenzione di San Pedro della California meridionale, un centro di immigrazione che da allora ha perso ogni accreditamento, a seguito della mancata ottemperanza con gli standard previsti dalla legge. Bamby, in quanto donna trans positiva all'HIV, è stata costretta a stare nell'ala maschile della struttura e le sono stati negati antiretrovirali per l'HIV e cure per due settimane.
Nel seguente video di Fusion, Bamby narra la sua esperienza con gli abusi e molestie nel centro di detenzione. Stando ai verbali della polizia e ai referi medici ottenuti da Fusion, un detenuto della struttura le avrebbe dato un pugno fratturandole il naso dopo aver abusato di lei in bagno.
Bamby è cresciuta a Guadalajara, Messico, dove è entrata in un circolo vizioso di droghe, crimine e carceri minorili. Dopo essere migrata negli USA è stata arrestata e soggetta a costante violenza nelle strade. Alla fine ha accettato di farsi curare per tossicodipendenza e da allora ha fondato tre programmi ed organizzazioni per i diritti trans, come Angels of Change, TransLatin@ Coalition, e TransLivesMatter National Day of Action.
Attualmente Bamby continua ad essere un'attivista per la visibilità trans e, sotto la sua guida, la TransLatin@Coalition di Los Angeles, un'organizzazione che si batte per i diritti delle persone Latine trans negli USA, ha pubblicato reportage come TransVisible: Transgender Latina Immigrants in US Society. Parlando di diritti delle donne trans* migranti Bamby osserva come:
There is still a lot of denial from society about the existence of our community. We need to raise awareness and bring consciousness about…who we are, what are the things that need to be addressed. But we cannot do it alone; we need everyone to be on the same page, politicians, churches, schools, businesses, just our society as a whole needs to learn and understand that we are here to stay.
Nella società odierna ancora c'è molto rifiuto riguardo l'esistenza della nostra comunità. Dobbiamo sensibilizzare e far capire…chi siamo, quali siano le problematiche da affrontare, però non possiamo farlo sole/i. Abbiamo bisogno che tutte e tutti siano sulla stessa lunghezza d'onda: politici, chiese, scuole, aziende. La nostra società nel suo insieme deve imparare e capire che siamo qui e non ce ne andremo.