In tutto il mondo, essere un lavoratore del sesso spesso equivale a essere vulnerabile, ma oggi i sex workers si stanno unendo per dare forza ai loro diritti, facendo costanti progressi che possono essere ricordati oggi, nella Giornata Internazionale del Sex Work [en].
In America Latina già 14 Stati hanno legalizzato la professione del sesso, criminalizzandone però la gestione e l'organizzazione [en], mentre altri hanno emanato leggi locali che criminalizzano la pratica. Ma, anche negli Stati dove è legalizzato, i diritti dei lavoratori non sono stati estesi ai sex workers, e il sex work non è ancora considerato una professione. Tutto ciò mette i lavoratori del sesso a rischio abusi [es, come i link seguenti salvo diversa indicazione], limita il loro accesso alla giustizia, e li rende dipendenti da intermediari. Molti ad esempio accusano le forze dell'ordine e la polizia di essere i primi responsabili di violenza sessuale. Diverse persone emigrano in Europa, dove però si interfacciano con regimi ancora più restrittivi e anti-sex work. In Spagna, ad esempio, dove sono presenti circa 200.000 lavoratori del sesso [en], nel 2022 il governo attuale ha presentato una proposta di legge organica per l'abolizione della prostituzione. Se dovesse essere approvata, la legge non farebbe altro che spingere sex workers immigrati e senza documenti in una situazione ancora più clandestina. Oltre a questo, i lavoratori del sesso immigrati, transgender e gay saranno esposti a un rischio maggiore di pregiudizi su più livelli, come il loro genere, la loro sessualità, il loro stato migratorio, e la loro professione.
I sex workers gay ed immigrati non hanno avuto scelta se non quella di organizzare e costruire alternative autonome per sopravvivere, che hanno portato alla nascita di sindacati e collettivi di lavoratori che lottano per i diritti, la dignità e la depenalizzazione dei lavoratori.
Queste non sono solo storie di resistenza queer: sono storie di ri-esistenza. Le persone LGBTQIA+ stanno trasformando paradigmi, ridefinendo la vita e l'economia verso un luogo di assistenza, dignità e autodeterminazione.
OTRAS, il primo sindacato dei lavoratori del sesso in Spagna
OTRAS (Organización de Trabajadorxs Sexuales cioè Organizzazione dei Lavoratori del Sesso) ha ottenuto il suo status legale nel 2021 dopo anni di lotte legali. Ad oggi supporta più di 600 membri, la maggior parte dei quali sono immigrati, gay e/o transessuali. Otras lavora in maniera trasparente, orizzontale e intersettoriale [en], focalizzandosi sulla lotta al razzismo, sui diritti umani, e sull'educazione popolare.
A proposito dei loro successi sul campo, Sabrina Sanchez, una delle fondatrici di Otras, ha detto all'Associazione per lo Sviluppo dei Diritti Umani (AWID):
La mayor victoria del sindicato OTRAS es que el Tribunal Supremo de España haya reconocido nuestra existencia, no se obligó a que se desescribiera, no anuló el registro. Gracias a esto tenemos herramientas para luchar contra las violaciones de los derechos laborales …Otro de los logros fue el poder co-organizar con otras organizaciones un crowdfunding para fondos de emergencia durante la pandemia. También reparto de comida durante los 3 primeros meses de confinamiento total donde además vimos atropellos por las fuerzas de seguridad principalmente contra las compañeras trans. Servir a nuestras compañeras en un momento de emergencia fue lo que había que hacer, lo que nos pedían las compañeras.
La più grande vittoria del sindacato OTRAS è che il Tribunale Supremo di Spagna abbia riconosciuto la nostra esistenza, non ci ha obbligato a cancellare l'iscrizione, non ha annullato il registro. Grazie a ciò abbiamo gli strumenti necessari per lottare contro le violazioni dei diritti dei lavoratori… Un altra conquista è stata la possibilità di organizzare, insieme ad altre organizzazioni, un crowdfunding per i fondi di emergenza durante la pandemia. E anche una distribuzione di cibi per i primi 3 mesi di chiusura totale, durante la quale abbiamo testimoniato a soprusi da parte delle forze dell'ordine soprattutto nei confronti delle nostre compagne trans. Aiutare le nostre compagne in un momento d'emergenza è stato quello che andava fatto, quello che le compagne ci chiedevano.
Un network sudamericano per i diritti
Allo stesso modo, la Rete Sudamericana e Caraibica delle Lavoratrici del Sesso (RedTraSex) coordina i sex workers di ben 14 stati nel continente sudamericano. Il network, istituito [en] in Costa Rica nel 1997, tramite un approccio femminista e basato sui diritti [en], rivendica il riconoscimento dei sex workers come soggetti di diritto, oltre a condizioni lavorative dignitose e protezioni sociali. Questo circuito è riuscito a fare progressi dialogando in maniera diretta con i politici di diverse giurisdizioni, oltre alla mobilitazione comunitaria.
Carlos Héctor Mesa, il Coordinatore Politico di RedTraSex, ha dichiarato ad AWID:
Nuestra Red se conformo con mujeres cis, en estos 25 años logramos que compañeras trans, lesbianas, varones gay e identidades diversas logren sumarse a la lucha para que no se criminalice el ejercicio del trabajo sexual que es una problemática trasversal a cualquier persona que decida ejercerlo.
La nostra rete è nata da donne cisgender, e in questi 25 anni abbiamo fatto sì che donne trans, lesbiche, uomini gay e persone con diverse identità si unissero a noi nella lotta affinchè il lavoro del sesso non sia criminalizzato, cosa che rappresenta un problema trasversale per ogni persona che decide di dedicarsi a questa professione.
Lucy Esquivel, Presidente del RedTraSex, afferma che questa opera non ha un grande supporto, dato che i principali sindacati guidati da persone cisgender non li considerano come lavoratori, e i gruppi anti-sexwork (molti di loro proclamandosi “femministi abolizionisti [en]”) lavorano con i governi al fine di compromettere il loro lavoro e la loro agenzia.
La leadership gay apre la strada
OTRAS e RedTraSex operano in regioni che sono legate sia storicamente che attualmente al colonialismo, con un enorme flusso di migranti sudamericani che lavorano in maniera irregolare in Spagna. Grazie a strategie comuni, come la negoziazione con i datori di lavoro, l'organizzazione di campagne legali, e la politicizzazione dei lavoratori per lottare contro lo sfruttamento nei luoghi di lavoro, queste associazioni provano a contrastare gli attacchi dei femministi radicali, abolizionisti ed emarginanti nei confronti dei trans.
I leader gay nei sindacati dei lavoratori si battono contro ogni forma di discriminazione [en] sul luogo di lavoro, al fine di eliminare le differenze razziali e di genere, di permettere a tutti l'accesso all'assistenza sanitaria, ai diritti dei lavoratori, diritti finanziari, diritti sulla salute sessuale e riproduttivi, con l'obiettivo di assicurare migliori condizioni di lavoro per lavoratori omosessuali ed emarginati.
Mesa, da RedTraSex, spiega lo stigma intersettoriale che devono affrontare lavoratori non binari e transgender:
El estigma que vivimos quienes ejercemos el trabajo sexual es acentuado cuando provenimos de identidades no binarias y machistas patriarcales, es necesario poder despojarnos de conductas discriminadoras que no segregan y aíslan dejándonos expuestos a violencias y maltratos por no cumplir los requisitos que el sistema nos impone como ideales.
Lo stigma che viviamo noi che esercitiamo il lavoro del sesso è accentuato quando veniamo da identità non binarie e maschiliste e patriarcali, è necessario poterci liberare delle condotte discriminatorie che ci segregano e isolano, lasciandoci esposti a violenze e maltrattamenti solo perchè non soddisfiamo i requisiti che il sistema ci impone come ideali.
Sanchez aggiunge:
El segundo anhelo es la decriminalización del trabajo sexual conforme a las trabajadoras, poniendo en el centro nuestras necesitdades y problemas. Que se legisle para que lo podamos resolver. Quizás nos tome muche tiempo, pero estamos ahí.
La nostra seconda ambizione è la decriminalizzazione del lavoro del sesso nei confronti delle lavoratrici, mettendo al centro le nostre necessità e i nostri problemi, affinché si facciano leggi che li risolvano. Probabilmente ci vorrà molto tempo, ma noi non ci fermiamo.
I sindacati ricoprono un ruolo fondamentale nel garantire ai sex worker un posto di lavoro più sicuro, mentre lottano per legalizzare il lavoro del sesso e contrastare lo stigma sociale, la discriminazione e l'esclusione che i lavoratori affrontano quotidianamente. La battaglia e le vittorie dei sindacati dei sex workers stanno spianando la strada per la protezione dei diritti di tutti i lavoratori emarginati e perseguitati di tutto il mondo.