“La mia arte è un tributo alle mie origini e alla mia infanzia”: intervista all'artista di origini burkinabé Saïdou Dicko

‘La branche de la liberté,’ Saïdou Dicko, 2018. Fotografia dipinta. 80 x 120 cm/31 x 47 in. Per gentile concessione di Artco Gallery  e dell'artista.

Se si intraprende un viaggio nel mondo dell'arte contemporanea, si incontra il talento straordinario di Saïdou Dicko [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] — un artista visionario che fonde con disinvoltura le ricchezze culturali del suo paese, il Burkina Faso [it], con una sensibilità artistica contemporanea. Provenendo dai paesaggi pittoreschi di Déou nel Burkina Faso settentrionale [it], Dicko ha ammaliato il pubblico di tutto il mondo con le sue maestose opere.

Traendo ispirazione dai suoi anni giovanili da pastore, l'abilità artistica di Dicko si sviluppa sullo sfondo dei paesaggi saheliani. Oggi i suoi dipinti evocativi, le fotografie e i disegni emanano una profonda nostalgia, invitando i fruitori in un viaggio introspettivo nelle loro memorie più care.

Michaëla Hadji-Minaglou, direttrice della galleria AFIKARIS a Parigi e curatrice d'arte indipendente che ha recentemente presentato l'innovativo lavoro di Dicko alla prestigiosa 1-54 African Contemporary Art Fair di New York, è profondamente toccata dal fascino universale dell'opera di Dicko ed attesta la sua abilità di trascendere i confini culturali.

“Parla a tutti e suscita gioia e pace” ha detto Hadji-Minaglou, che si concentra sulla scena dell'arte africana con la volontà di smantellare stereotipi e trasmettere il messaggio degli artisti. “Sono sempre colpita da come il pubblico coglie la poesia delle fotografie dipinte e dei disegni di Dicko. Rievocano le memorie e la tenerezza dell'infanzia”.

Lo stile artistico di Dicko sfida la categorizzazione, fondendo in modo disinvolto le influenze tradizionali dell'Africa occidentale con un vocabolario artistico contemporaneo. Il risultato è un linguaggio visivo che incoraggia il dialogo e sfida le idee preconcette. 

Recycling Princess Dior Bag ACT2 T Opéra de Sydney, 2023 Painted photography. Unique piece. 90x120 cm / 35x47 in

‘Recycling Princess Dior Bag ACT2 T Opéra de Sydney,’ Saïdou Dicko, 2023. Fotografia dipinta. Opera unica. 90 x120 cm/35 x 47 in. Per gentile concessione dell'artista e della galleria AFIKARIS.

Il lavoro di Saïdou Dicko è stato esibito presso istituzioni rinomate come Paris Photo, Institut des Cultures d'Islam, AIPAD, the Association of International Photography Art Dealers (AIPAD), e Dakar Biennial. 

Essendo cresciuto facendo il pastore nel Burkina Faso, Dicko ha trovato ispirazione nei giochi di luce e ombre dei paesaggi saheliani. Questa attrazione per le ombre lo ha portato in seguito ad incorporarle nelle sue opere. Coprendo la pelle dei suoi soggetti con inchiostro nero, Dicko li trasforma in affascinanti ombre, invitando gli osservatori ad usare la propria immaginazione ed offrendo una nuova prospettiva sull'esperienza umana universale.

In un'intervista con Global Voices, Dicko condivide generosamente alcune intuizioni sul suo processo creativo, riflette sull'attenzione globale che la sua arte ha ricevuto e parla dei messaggi profondi radicati nei suoi capolavori.

Seguono dei passaggi tratti dall'intervista:

Saidou Dicko, May 2022, Photo London. Courtesy of AFIKARIS Gallery.

Saidou Dicko, maggio 2022. Photo London. Per gentile concessione della galleria AFIKARIS.

Omid Memarian (OM): Dalle sue foto, si capisce che lei è affascinato dalle ombre. La sua serie del 2018, “The shadowed people” (Il popolo ombreggiato) si basa su conversazioni con un soggetto che è diventato una delle caratteristiche dominanti dei suoi lavori. Qual è la sua relazione con le ombre e come è stata creata e si è sviluppata in lei e nel suo lavoro? 

Saïdou Dicko (SD): La mia fonte primaria d'ispirazione è l'ombra. L'ombra ha risvegliato in me il desiderio di fare arte, mentre cercavo di trascriverla graficamente. Il mio lavoro rende anche omaggio alle mie origini e alla mia infanzia. Queste sono fonti essenziali d'ispirazione per me. Nel mio lavoro condivido le piacevoli memorie che ho di quando ero un giovane pastore. Attraverso la mia arte, condivido le emozioni che ho provato in quei paesaggi, come pure le scoperte e i momenti di meraviglia che vi ho sperimentato. È anche per questi motivi che rendo omaggio alla generosità di questa terra, questa natura e questi paesaggi: così poveri eppure così generosi. È essenziale per me condividere la bellezza di questi posti. Il mio lavoro è un miscuglio di tutte queste cose. 

Mi piace l'ombra perché l'ombra è neutra. L'ombra è la mia infanzia. L'ombra mi ha guidato nell'arte. Mi piace il lato immaginario dell'ombra. 

Saidou Dicko. Les chaussures jaunes, 2022 Watercolor on paper. 30x40 cm.

‘Les chaussures jaunes,’ Saïdou Dicko, 2022. Acquarelli su carta. 30×40 cm/12 x 16 in. Per gentile concessione dell'artista.

OM: I bambini sono presenti in molte sue opere come soggetto principale. Qual è l'origine di ciò? E come si connette con il suo percorso visivo e intellettuale?

SD: Sono un bambino felice, quindi cerco di condividere questa gioia e la bellezza che ci circonda, a volte con un soggetto complesso e con un po’ di humour. Il mio sguardo è quello di un bambino felice. È per questo che i bambini hanno ampio spazio nel mio lavoro perché i bambini riflettono il futuro, la gioia, la spensieratezza, la curiosità, la condivisione…Bambini = passato, presente e futuro.

OM: Quando ha iniziato a fare fotografie e poi a dipingere? Come si è trasformato in un artista e cosa l'ha influenzato a seguire questa strada nella vita?

SD: Quando ero un bambino ero un pastore. È stato guardare le ombre del mio gregge che si disegnavano sul terreno ad ispirarmi a diventare un artista. Mi affascinavano. È così che ho iniziato a disegnare, per riprodurle su qualunque mezzo che mi capitava.

Non mi considero un fotografo ma un artista che usa il mezzo della fotografia. Ho iniziato la fotografia come esercizio artistico intorno al 2006. All'inizio fotografavo solo le ombre dei miei modelli. Mi piace l'aspetto immaginario e infantile delle ombre. Catturavo le ombre che apparivano su muri e pavimenti, a seconda dello sfondo. Ad un certo punto mi sono sentito limitato perché il sole non risplendeva su ogni muro. Ci sono sfondi che mi piacciono ma sui quali l'ombra non arriva. Il passo logico successivo nel mio lavoro era di cominciare a fotografare la gente. Da lì mi sono detto: perché non trasformarli in ombre? Così ho iniziato a dipingere i corpi per trasformarli in ombre. Era il 2009 e questa serie fu esposta per la prima volta nel 2017.

L'arte sottolinea la poesia che giace nascosta nei momenti apparentemente più banali. Come artista, io rendo questa poesia visibile così che non ci lasci mai. L'arte porta speranza.

Saidou Dicko. Comfortable In Business Class In Qatar Airways, 2021 Painted photography90x120 cm. Courtesy of AFIKARIS Gallery and the artist

‘Comfortable In Business Class In Qatar Airways,’ Saidou Dicko, 2021. Fotografia dipinta 90×120 cm/35 x 47 in. Per gentile concessione della galleria AFIKARIS e dell'artista.

OM: Dalla sua serie del 2014, THE SHADOW THIEF (Il ladro di ombre) andando verso la sua serie del 2018, THE SHADOWED PEOPLE, si vede un allontanamento dal realismo verso un ambiente visivo più astratto. Qual è stato il salto artistico dietro questo cambiamento di direzione, se ce n'è stato uno?

SD: Per me,  “The Shadowed People 2017” è la continuazione della serie “Le voleur d'ombres 2006,” dove ho fotografato solo le ombre ed ora fotografo personaggi che trasformo in ombre, applicando pittura nera ai loro corpi.

OM: Come decide di usare un particolare mezzo — fotografia, video, pittura o installazione?

SD: Viene naturalmente. All'inizio ho disegnato le ombre ed ho pensato, perché non fotografarle? Dopo le foto ho fatto i video. Poi ho integrato i video nelle installazioni.

VIP MEETING TMR R SOLEIL, 2022. Painted photography. 90x120cm. Series: Painted Photographs. Copyright The Artist.

‘VIP MEETING TMR R SOLEIL,’ 2022. Fotografia dipinta. 90x120cm/35 x 47 in. Serie: Painted Photographs. Per gentile concessione della galleria AFIKARIS e dell'artista.

OM: Quanto segue il lavoro di altri artisti africani?

SD: Sono molto legato agli altri artisti del continente. Seguo il loro lavoro sui social media e vado alle loro mostre quando posso. Parliamo spesso del nostro lavoro. Come artisti è cruciale sostenerci a vicenda dando consigli e facilitando incontri nel nostro ambiente. Ho fondato il gruppo “Rendez-vous d'artistes” con altri artisti. Questo gruppo punta a creare incontri e scambi tra gli artisti che vivono a Parigi. Come membri, organizziamo eventi mensili. È un'opportunità per riunirsi e discutere sulle ultime novità artistiche.

OM: Cosa ne pensa di fiere annuali come l’1-54 Contemporary African Art Fair

SD: Fiere come l'1-54 contribuiscono significativamente allo sviluppo della scena africana e mettono in luce la diversità artistica tra gli artisti del continente. I gruppi 1 – 54 stanno facendo un ottimo lavoro e divulgano l'evento molto bene.

Saidou Dicko. "Comfortable in business class" Ouaga Paris 2021, 2021. Plastic on traditional organic cotton weaving, made in Burkina Faso 73 x 100 cm. Courtesy of AFIKARIS Gallery and the artist.

‘Comfortable in business class’ Ouaga Paris 2021, Saidou Dicko, 2021. Plastica su tradizionale tessuto di cotone, made in Burkina Faso 73 x 100 cm/28 x 40 in. Per gentile concessione della galleria AFIKARIS e dell'artista.

OM: C'è stata molta attenzione verso l'arte africana nell'ultima decade. Sono emersi dei grandi artisti che continuano a brillare internazionalmente. Come ha questa attenzione, sia da parte del mercato che dei media, influenzato il lavoro che fa lei?

SD: Sono felicissimo di vedere artisti del continente e quelli della diaspora brillare internazionalmente, perché la potenza del loro lavoro se lo merita. Il continente trabocca di incredibili talenti  e voci che portano messaggi importanti. È meraviglioso vederli riconosciuti internazionalmente. Non voglio che questo influenzi il mio lavoro, ma piuttosto maggiore visibilità per i miei colleghi artisti e me.

Grazie a Yasmine Mechbal di Loft Gallery a Casablanca e Michaëla Hadji-Minaglou (AFIKARIS Gallery) per fornire accesso e per la traduzione dal francese all'inglese.

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