Nel febbraio 2023 Global Voices ha chiesto agli ucraini, con un post Facebook [uk], di raccontare come hanno trascorso i primi minuti ed ore seguenti all'attacco di guerra su vasta scala lanciato all'Ucraina dalla Russia. Hanno risposto a decine, e queste sono le loro storie
Molti, in Ucraina, non sono riusciti a dormire la notte del 24 febbraio 2022.
Molti l'hanno trascorsa guardando con ansia la TV o scorrendo i feed di informazione.
Altri chiamando amici e conoscenti, sollecitandoli a prepararsi per il peggio ed a partire per le zone occidentali più sicure, o prendendo essi stessi i treni notturni in fuga verso l'Occidente.
Natalya Huzenko, una giornalista, ha ricevuto alle 02.00 di notte una chiamata da un amico dell'esercito ucraino che la avvisava che la Russia era pronta all'invasione. “Ho trascinato a letto mio figlio e i gatti e, sdraiata, mi convincevo che non sarebbe accaduto nulla”, ha raccontato a GV.
Anatoly Tkachuk, veterano della politica ucraina e riformatore, era sul suo balcone quando il primo razzo russo ha solcato il cielo scuro sopra di lui verso le 4.15 di mattina.
‘Ero logica’
L'invasione russa su vasta scala dell'Ucraina alle prime ore del 24 febbraio 2022 non ha colto nessuno impreparato nel paese. Mosca aveva gradualmente ammassato le proprie forze lungo il confine ucraino a partire dall'ottobre 2021, e per mesi gli alleati occidentali avevano pubblicamente [en, come i link seguenti] avvisato gli ucraini dell'imminenza di una palese aggressione armata.
Yulia Pimenova era una volontaria di Stantsia Kharkiv, una ONG emersa nel 2014 per aiutare migliaia di persone spostate dalle regioni confinanti logorate dalla guerra che arrivavano a Kharkiv, alcuni ancora in pigiama, tutti senza documenti. A fine 2021, aveva pubblicato un post su Facebook con consigli su come prepararsi a fuggire.
“Ho detto alla mia bimba di 11 anni che ci sarebbe stata una guerra prima che tutto succedesse. I parenti pensavano fossi strana. Ero logica: se un criminale non viene punito per il suo crimine ne commetterà un altro ancora più terribile” ha detto a GV, riferendosi alla Russia.
Al momento dell'invasione la Russia era già in guerra contro l'Ucraina da otto anni, lanciando attacchi coperti e a mezzo dei propri mercenari e marionette della parte orientale del paese che aveva occupato dal 2014.
A fine 2021 gli attacchi militari si sono intensificati, e così pure la propaganda contro l'Ucraina. Il 21 febbraio 2022 Putin ha proclamato il riconoscimento, da parte della Russia, delle autoproclamate repubbliche-marionetta dell'Ucraina orientale. Nelle prime ore della mattina del 24 febbraio ha trasmesso un discorso tv annunciando l'invasione su ampia scala dell'Ucraina come impegno al dovere russo di difendere i propri alleati dall'”aggressione ucraina”.
In Ucraina, però, molti erano abituati alle provocazioni ed alle minacce russe e dubitavano della possibilità di una guerra su vasta scala, o rifiutavano di prenderla in considerazione.
“Per la prima mezz'ora [dopo aver saputo le notizie dell'invasione su vasta scala] ho pianto, ho vissuto qualcosa di simile ad un attacco di panico. Non potevo crederci ed accettare che la guerra fosse già arrivata a casa mia, così presto“, ha scritto Nellie Verner da Kiev.
‘Sono crollata’
Nelle prime ore della mattina del 2 febbraio 2022 il paese è stato svegliato dalle esplosioni, ma, soprattutto, dalle telefonate. Parenti, amici e colleghi chiamavano per condividere notizie ed offrire aiuto.
Anastasia Prokopenko, attivista civica che aveva vissuto in prima persona l'invasione del 2014 della sua città natale di Donetsk, è tra coloro il cui sonno di quella notte è stato bruscamente interrotto dal rumore dei razzi russi che distruggevano Kramatorsk, dove allora viveva.
Si è immediatamente trasferita con la famiglia in una stanza più sicura della casa cercando di rinforzarla nel caso dovesse arrivare un attacco. “Abbiamo fatto tutto con precisione e a sangue freddo. Ma, quando abbiamo iniziato a rinforzare le finestre, sono crollata, perché era tutto così uguale a Donetsk. Così ho compreso appieno cosa stava accadendo.”
Anton Senenko, studente che opera come volontario per la consegna di vetture alla linea del fronte, ha telefonato al proprio capo informandolo che non sarebbe andato in ufficio quella mattina per evacuare la moglie ed il bambino. “Per molto tempo non ha risposto, e, quando alla fine lo ha fatto, ho sentito “Anton, cosa è capitato?”. Ho cercato di rispondere ma, per la prima volta nella mia vita, avevo la bocca secca e la lingua impastata come se non mi appartenesse”.
Molti sono corsi a cercare vie presumibilmente sicure e comprare biglietti per portare i propri cari fuori dalla zona calda dell'invasione, vicino a siti strategici come basi militari ed aeroporti, e da zone lungo il confine ucraino con la Russia e la Bielorussia, alleata della Russia.
Per le strade, nel caos delle auto di chi cercava di fuggire, c'era anche movimento in senso opposto: persone che si dirigevano agli uffici di arruolamento dell'esercito in città. Taras Bilous, giornalista ed attivista di sinistra che è diventato un combattente volontario, ed i suoi amici, avevano concordato dove incontrarsi in caso di invasione nel caso non ci fosse stata connessione telefonica ed internet. “Nella prima ora sono semplicemente rimasto alla finestra, fermo, a guardare e pensare. Poi ho preparato lo zaino e sono andato a Kiev. I trasporti pubblici mancavano già a Kiev, quindi ho dovuto andarci a piedi [circa 14 km] da Boyarka.”
Dmitry Durnev, reporter di guerra padre di quattro figli, ricorda di aver osservato stupito la fila infinita al bancomat di una delle principali banche ucraine, e un enorme ingorgo stradale. “Non abbiamo nemmeno pensato di andarcene: bisognava avventurarsi per strada in una città sotto attacco. Sono andato al bancomat di una banca che non conoscevo ed ho ritirato 20.000 hryvnias. Per tutto il tempo ho pensato a come sarei riuscito a descrivere tutto ciò in un articolo”.
‘Ho fumato per la prima volta nella vita’
Distributori di benzina, bancomat, farmacie e supermarket – molti dei quali in Ucraina sono aperti 24/7 – si sono svuotati in poche ore. “Sono andata in un negozio ed ho comprato una montagna di cose inutili come i ravioli. Tutti scadevano in fretta nel frigo senza elettricità”, ha scritto Natalya Malukha, insegnante scolastica di Irpin, uno dei quartieri di Kiev che sarebbe diventato l'epicentro della prima fase dell'invasione russa del 2022.
Nataliya Nakonechna, esperta commerciale affari di un'industria spaziale, ricorda di essere stata scioccata dal silenzio in un supermercato affollato. “Sono corso al supermercato a comprare acqua in bottiglia” ha scritto Ihor Dvorkin, professore universitario. “C'era una fila enorme. Qualcuno ha detto: ‘Boryspil è caduto'”, riferendosi all'aeroporto principale della regione, vicino a Kiev, che era stato violentemente bombardato quella mattina.
Yelyzaveta Taranukha, insegnante ucraina di lingue, si è svegliata quando la madre l'ha chiamata alle 5.00 di mattina per informarla dell'invasione. “Ho messo i documenti nello zaino, chiuso le tende – e mi sono riaddormentata per altre sei ore, sperando che non fosse altro che un brutto sogno. Sono stata risvegliata nel pomeriggio da una sirena, ed ho compreso che la vita non sarebbe più stata la stessa di prima del 24 febbraio. Sono andata al supermercato più vicino ed ho comprato cibo in scatola, pane essiccato, un pacchetto di sigarette ed un accendino. Ho fumato per la prima volta nella mia vita.”
A casa, la gente si affrettava ad approvvigionarsi di acqua, fare docce e cucinare mentre aveva ancora accesso ad acqua, elettricità e gas. “Ho pianificato tutto il giorno alla stessa maniera: come prima cosa, fare quello che non avrei più potuto fare dopo”, ha spiegato Denys Ivanchenko, giornalista.
In località diverse Yana Moiseienkova, giornalista, e Stanislav Kushnarov, volontario che ora è nell'esercito, sono stati risvegliati di primo mattino dalle esplosioni. “Ho guardato dalla finestra e visto auto che si mettevano in coda dietro alla barriera automatica per partire. Mi sono lavata i capelli e mi sono seduta a guardare i miei gemelli di 5 anni che dormivano senza pensieri”, ha scritto Yana. Stanislav ricorda: “Ho guardato le notizie, raccolto acqua nella vasca e nelle bottiglie. Ma non volevo svegliare mio figlio, dormiva beatamente.”
Nella citta portuale meridionale di Odessa, Kirill Voronkov, uomo d'affari padre di quattro figli che, alcuni giorni prima dell'invasione aveva assistito i giornalisti della CNN nella loro copertura sull'Ucraina, è stato svegliato da una chiamata di uno dei giornalisti.
“Poi ci sono stati TV, internet, sigarette a raffica. Mia moglie si è svegliata più tardi. ‘Cosa dobbiamo fare?’ Parlando onestamente, per circa due ore sono stato sopraffatto. Ma come diavolo posso dirlo o farlo capire? Ho risposto citando [l'attore dell'Ucraina sovietica] Leonid Bykov: ‘Sopravvivremo!'”