Ci sono i media statali cinesi dietro la campagna diffamatoria contro la moglie di un ex diplomatico USA, secondo DoubleThink Lab

Chuang e i suoi famigliari cantano “Fung Yang Hua Gu”, canzone popolare cinese. Screenshot dal video Youtube di Chuang Tzu-I.

Una ricerca condotta da Doublethink Lab, un'organizzazione taiwanese che si occupa di analizzare la disinformazione, ha mostrato come l'enorme campagna diffamante a danni di Chuang Tzu-i, moglie dell'ex console generale a Chengdu, è stata intensificata dagli organi di stampa affiliati al Partito Comunista Cinese.

La taiwanese Chuang Tzu-i, ex antropologa, è oggi una famosa food blogger che nei suoi post racconta della variegata cucina e cultura cinese. La madre è originaria del Sichuan e per questo motivo la blogger è legata a Chengdu, centro culturale della provincia. Nel 2018 si stabilì a Chengdu dopo che il marito Jim Mullinax ottenne l'incarico di console generale degli Stati Uniti nel capoluogo. La popolarità di Chuang ha portato il marito ad essere soprannominato 「四川女婿」, “il genero di Sichuan”.

Nel giugno del 2020, in un post pubblicato sulla piattaforma Weibo, Chuang ha annunciato che, per ordine del Dipartimento di Stato degli USA, lei e la famiglia avrebbero dovuto lasciare la Cina a causa della diffusione del COVID-19. Nel post ha spiegato di come lei e la famiglia avessero avuto solamente 48 ore per prenotare i biglietti aereo e l'alloggio e fare i bagagli. Nel suo lungo addio, la blogger ha descritto le sue sensazioni [zh, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione]:

我曾經一閃念,試想二戰前猶太人為了躲納粹而而離開家是否就像這樣,然後就甩甩頭不想太情緒化,告訴自己我很快就會回來。

Ho pensato a quanto [la nostra fuga] fosse simile a quella degli ebrei in fuga dalle loro case per scappare al regime nazista durante la seconda guerra mondiale. Ma poi mi son detta no, non voglio essere troppo emotiva, e che sarei presto ritornata a casa.

Alcune settimane dopo le tensioni tra gli USA e la Cina hanno raggiunto l'apice, dopo che il 23 luglio scorso gli USA hanno fatto chiudere il consolato generale cinese a Houston [en] e, in risposta, il giorno seguente la Cina ha fatto chiudere il consolato statunitense a Chengdu.

Fu in quel momento che Chuang entrò nel mirino di una vasta campagna di diffamazione sui social media, che come focus aveva proprio il suo post d'addio.

Il suo messaggio venne interpretato come un paragone tra la Cina e la Germania nazista. Anche se Chuang si è in seguito scusata per il paragone inopportuno, le molestie non sono cessate. La blogger, a causa dei ripetuti commenti d'odio (un esempio [en]: “spero che i tuoi figli mezzosangue vengano azzannati dai cani, investiti da una macchina e che muoiano come cani) ha dovuto infine sospendere il suo account Weibo, che contava più di 650.000 follower.

Lo scorso gennaio Chuang ha pubblicato un post su Facebook in cui ringrazia tutti coloro che l'hanno supportata. Ancora una volta, è stata sommersa da commenti d'odio.

Il 22 gennaio, Mullinax ha descritto [en] l'intensità delle due ondate di odio a danno della moglie. Questo il suo post riguardante la prima ondata:

Following the closure of the Chinese Consulate in Houston, Chinese trolls, commonly known as 五毛, (wu mao – “fifty cent-ers” because they reportedly get paid 50 cents by the government for each post) began attacking Tzu-I as a spy, a whore, and a closet revolutionary who used her popularity as a food writer and musician to lay the seeds for a color revolution in China. Many of them went into painful details about wanting to rape her, kill her, abuse our kids, and hurt our family. (…) It wasn’t just the trolls, many of the so-called big Vs (verified social media accounts with hundreds of thousands or millions of followers) also joined in… Voices brave enough to defend her were quickly shouted down or “disappeared” by Chinese censors. Many of her friends have been harassed […]

A seguito della chiusura del consolato cinese a Huston, dei troll cinesi, comunemente chiamati 五毛 (wu-mao, “cinquanta centesimi-ni”, perché stando a ciò che si dice vengono pagati dal governo 50 cent a post) hanno iniziato ad offendere Tzu-I chiamandola spia, puttana, e rivoluzionaria repressa che usa la sua popolarità come food blogger e musicista per piantare il seme di una rivoluzione colorata in Cina. Molti di essi sono andati nei dettagli, spiegando di come abbiano intenzione di stuprarla, ucciderla, abusare dei nostri figli e far del male alla nostra famiglia. (…) Non solamente troll, ma anche molti account verificati con centinaia di migliaia o milioni di follower hanno contribuito all'odio… Gli utenti che hanno avuto il coraggio di difenderla sono stati prontamente zittiti o “fatti scomparire” dalla censura cinese. Molti dei suoi amici sono stati attaccati […]

Mullinax afferma che nella seconda ondata la moglie è stata ritratta come una spia [en]:

(…) a new series of lurid rumors started circulating – that Tzu-I and I were never married and that she was assigned by Taiwan intelligence to accompany me to Chengdu as a sex slave, with a mission to foment a color revolution in China. That she entered China as my domestic servant, rather than on a diplomatic visa as my wife. That I have another family in the U.S. and that I discarded her and our boys as soon as I got back home, leaving her alone and homeless. That she is a professional prostitute who lets anyone use her so long as she can promote Taiwan, Hong Kong, or Tibetan independence. It’s almost too ridiculous to get upset about. Yet it’s been circulating like wildfire across Chinese social media. (…)

(…) una nuova serie di pettegolezzi raccapriccianti ha iniziato a girare – cioè che io e Tzu-I non siamo mai stati sposati e che è stata ingaggiata dai servizi segreti taiwanesi per affiancarmi a Chengdu come schiava del sesso, con l'obiettivo di fomentare una rivoluzione colorata in Cina. Che è entrata in Cina come mia domestica e non con un visto diplomatico in quanto mia moglie. Che io ho un'altra famiglia negli Stati Uniti e che ho abbandonato lei e i nostri figli non appena sono tornato nel mio paese, lasciandola sola e senza un tetto sulla testa. Che è una prostituta di professione che si vende a chiunque le dia la possibilità di sostenere Taiwan, Hong Kong, o l'indipendenza tibetana. Tutto ciò è talmente ridicolo che non vale la pena arrabbiarsi. Tuttavia tali dicerie hanno invaso i social cinesi come un incendio incontrollato. (…)

Oltre agli attacchi online, l'indirizzo statunitense di Chuang è stato reso pubblico. Secondo il Wall Street Journal [en], anche la sua famiglia e i suoi amici sono stati oggetto di molestie.

I giornali citano i commenti dei troll

Intanto, il ministero degli esteri cinese ha negato [en] qualsiasi coinvolgimento del governo nella campagna d'odio contro Chuang. Queste le dichiarazioni del ministero al Wall Street Journal:

China has a free internet, its users can freely express their opinions, and Chinese media is unbiased, truthful and accurate…

In Cina internet è libero, gli utenti possono esprimere le loro opinioni liberamente, e i media cinesi sono imparziali, veritieri e precisi…

Ma secondo una ricerca di Doublethink Lab, la tempesta nei social media a danno di Chuang Tzu-I è stata scatenata da alcune notizie pubblicate dal governo e dai social media associati al PCC, che hanno citato e ingigantito alcuni commenti diffamatori e privi di fondo. I reportage inoltre sono stati condivisi su altre piattaforme, sotto dei post ancora più offensivi.

Doublethink Lab ha condiviso con Global Voices due grafici che mostrano la tendenza del termine di ricerca “Chuang Tzu-I” all'interno dei social media:

Immagine per gentile concessione di Doublethink Lab.

Come mostra il grafico, la prima ondata di diffamazione a danno di Chuang ha avuto inizio subito dopo l'annuncio della chiusura del consolato cinese a Houston, il 23 luglio.

Dal momento che il console statunitense a Chengdu si è trovato al centro di una tempesta mediatica sui social cinesi, Chuang è diventata un capro espiatorio, con utenti patriottici che hanno esplorato a fondo i suoi profili sui social.

L'affermazione fatta da alcuni utenti, secondo i quali Chuang avrebbe comparato la Cina alla Germania nazista, è stata citata il 26 luglio dal sito fortemente nazionalista Guancha.cn in cinese e dal Global Times affiliato con il Partito Comunista in inglese. L'articolo di Guancha è stato poi ripubblicato lo stesso giorno dall'account ufficiale Weibo della Lega della Gioventù Comunista Cinese e dal giornale online The Paper , anch'esso affiliato al Partito.

La prima ondata ha raggiunto il suo picco il giorno seguente alla condivisione della storia pubblicata su Guancha da parte di svariate piattaforme social– le cui vi hanno inoltre aggiunto altri commenti ancor più diffamatori. Per esempio, il 27 luglio Read 01, popolare content farm che utilizza l'ottimizzazione per i motori di ricerca con scopo di lucro, ha pubblicato un articolo che ritrae Chuang come una studentessa fallita senza talento la cui popolarità esiste solamente grazie a suo marito e il suo ceto famigliare. Di conseguenza, il post su Weibo che Chuang pubblicò il 30 giugno diventò virale, contando più di 5000 condivisioni e 8000 commenti.

Secondo Doublethink Lab, la seconda ondata è stata scatenata dalla notizia pubblicata il 5 gennaio da Want Want China Times, gruppo mediatico pro-governo, riguardante il post su Facebook di Chuang risalente a inizio gennaio. Il post illustrava brevemente come nei mesi precedenti lei, la sua famiglia e i suoi amici fossero stati importunati sui social e via messaggi privati e ringraziava tutti coloro che le erano stati vicini nei momenti difficili. Ciononostante, i giornali hanno riportato la notizia con il seguente titolo “Star taiwanese chiamata ‘schiava sessuale’ per aver sposato un diplomatico; ecco la sua triste storia” (台灣女星遭指「陪睡丫頭」 嫁美國外交官吐心酸內幕).

La notizia pubblicata da China Times non destò l'attenzione nei media cinesi finché non venne riciclata l'8 gennaio dal giornale Ta Kung Pao (con sede a Hong Kong e finanziato dal governo cinese) con il titolo “Star taiwanese nominata ‘schiava sessuale’ di un diplomatico americano, gli utenti web sospettano Chuang Tzu-yi sia stata scaricata” (台女星被指美外交官“陪睡丫头” 网民怀疑庄祖宜遭抛弃). Nello stesso giorno, il noto influencer Sima Nan ha pubblicato un video in cui sostiene che la popolarità di Chuang sia un “progetto politico” per spingere il pubblico cinese a dar sostegno all'indipendenza di Taiwan, del Tibet, della regione dello Xinjiang e di Hong Kong.

Il picco della seconda ondata è avvenuto il 9 gennaio, il giorno dopo la pubblicazione della notizia di Ta Kung Pao e il video di Sima Nan.

La campagna di diffamazione è andata avanti con insinuazioni ancora più pesanti da parte di account verificati molto influenti, come quello di Digua Xiong Lao Lui, che ha dipinto Chuang come un’ “incantatrice” demoniaca che usa il sesso e il fascino come strumenti per sedurre i diplomatici statunitensi e il pubblico cinese.

Diverse ricerche e indagini [en] condotte da organizzazioni per i diritti umani e tecnologiche dimostrano che internet in Cina non è “libero” e nemmeno che “i suoi utenti possono esprimere le loro opinioni liberamente,” così come affermato dal ministro degli esteri cinesi in un'intervista al Wall Street Journal. L'esempio dei reportage citanti commenti diffamatori durante le due ondate d'odio hanno mostrato come i media cinesi siano ben lontani dall'essere “imparziali, veritieri e precisi”.

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