Le risposte verranno pubblicate come parte di una serie continua per sfatare i miti e offrire una visione più articolata su alcuni luoghi del mondo. L'ultima edizione riguarda il redattore di Global Voices Japan, Nevin Thompson, che vive tra Canada e Giappone.
La domanda che mi fanno più spesso in Giappone è: “Sei americano?”
“Ehm, mi dispiace,” dico, “in realtà vengo dal Canada.” Ho vissuto saltuariamente in Giappone dal 1994. In base alla situazione, è considerato educato mostrare interesse in chi ti parla facendo domande personali.
“Oh, ci sono le Montagne Rocciose, l'hockey sul ghiaccio, la natura,” è la risposta standard al mio chiarimento. Molti canadesi potrebbero prendersela, senza darlo a vedere, quando vengono scambiati per americani, ma a me non importa. Ad un occhio poco esperto c'è poca differenza tra canadesi e americani. Questo è il motivo per cui molti canadesi, quando viaggiano, mettono una bandiera canadese in risalto sugli zaini. Tutti amano i canadesi, ma gli americani…
È stato così da quando ho iniziato a viaggiare 20 anni fa, prima di Donald Trump, dell'invasione dell'Iraq e dell'attentato alle Torri Gemelle. I canadesi mettono foglioline di acero sui bagagli per distinguersi dai cugini americani.
Abbiamo la sanità gratuita, non ci sono armi [it] e i matrimoni tra persone dello stesso sesso sono legali in Canada dal 2005 [en, come i link seguenti]!!!
Tutti pensano che il Canada sia tanto cortese. Siamo educati, a quanto pare ci scusiamo spesso. Viene percepito come il Paese più tollerante nei confronti dei gruppi etnici. Non siamo come gli altri ragazzi al sud del confine. I canadesi sono buoni.
Odio questa cosa.
Prima di tutto, ho molti amici americani che ammiro molto. Non mi dispiacerebbe essere scambiato, ad esempio, per Johnny da Dallas, Marc da Austin, Adam da San Francisco o Michael da Honolulu.
Poi, derivano anche dei problemi dall'essere etichettato come “buono”. Numero uno: significa essere definito un tipo inquadrato, un po’ come il dolce, gentile, ma tragicamente inadeguato Ned Flanders [it], personaggio dei “Simpson” (che ha il suo personale sosia Canadese).
Se il Canada fosse di fatto una nazione di Ned Flanders, sarebbe un miglioramento, ma il vero problema è che il tipo buono è senza personalità. Non è spigoloso e controbatte. Essere inoffensivo significa essere irrilevante e poco interessante, non degno di attenzione. Può essere un aspetto positivo se ci si vuole confondere con lo sfondo e rimanere distaccati da quello che succede intorno.
Affermerei che il desiderio di restare disimpegnati e soli è in effetti una caratteristica principale dell'essere canadesi. Tendiamo a farci gli affari nostri. Ciò che gli stranieri considerano “buono” potrebbe essere in realtà fredda cortesia. I canadesi non si impegnano molto nelle conversazioni informali con i vicini. Ci manca la cordialità accogliente e aperta che prima ho attribuito ai miei amici americani.
Fortunatamente per noi (e per il resto del mondo), Justin Trudeau ha dimostrato che l'essere canadese significa più di essere buoni: il nostro primo ministro ha reso il Paese decisamente sexy.
This meme. ?? @JustinTrudeau pic.twitter.com/032pEqOhQm
— Hedieh Attai (@lovehedieh) May 7, 2017
Questo meme. ??
Alto, bello, atletico, e uomo femminista, Justin Trudeau ha trasformato il Canada da paese conosciuto per poco più che l'hockey sul ghiaccio e il latte venduto in buste di plastica, a baluardo di tolleranza e rifugio dai problemi del mondo.
Infatti, il giorno successivo all'elezione nell'ottobre del 2015, Trudeau ha spostato il tono del discorso in Canada di 180 gradi. Dopo una campagna elettorale che ha visto l'oppositore conservatore vietare il niqab, Trudeau si è subito messo in posa per fare selfie con i canadesi musulmani nella metropolitana di Montreal.
In seguito, il governo Trudeau ha promesso di portare in Canada 25.000 rifugiati in appena pochi mesi, dopo che il governo precedente aveva blaterato di aiutare a ridurre del tutto la crisi di rifugiati. Il piano di rifugiati del suo governo è stao più o meno un successo finora.
Quindi, nel 2017, grazie a molta adulazione a livello internazionale e un ritrovato sex appeal, noi canadesi abbiamo ricominciato a sentirci più che buoni. Siamo alla moda, in gamba e tolleranti. Ma lo siamo davvero?
Perché il mito del “buon canadese” ha impedito ai canadesi anche di considerare sul serio alcune dei problemi fondamentali che non scompariranno tanto presto. Circa il 20% dei bambini in Canada vive in povertà e circa la metà dei bambini delle Prime Nazioni. C'è una crisi delle abitazioni, accompagnata da una crisi dei senzatetto. Su una base pro capite, i canadesi sono tra i primi al mondo per emissioni di gas serra.
Di certo, ogni paese ha i suoi problemi e ci sono tante cose eccezionali sul Canada. (Personalmente mi piace il magnifico assortimento della Columbia Britannica di birre artigianali e la “scena musicale DIY” per i principianti).
Ma basta con l'etichetta “buono”. È una giustificazione per il Canada, e ci impedisce di raggiungere sul serio la vera grandezza come nazione.