Un altro tragico omicidio-suicidio a Trinidad e Tobago riaccende il dibattito sulla violenza domestica

Fotografia di una donna che cerca di proteggersi dagli abusi domestici. Immagine ad uso libero da Canva.

Il 1 aprile, Amar Deobarran, professore di scuola primaria nel sud di Trinidad e Tobago, ha dato seguito alle sue minacce [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] contro sua moglie Omatie e l'ha uccisa di fronte al più piccolo dei suoi due figli nella casa in cui vivevano. Dopo, l'uomo si è ucciso. La coppia era sul punto di divorziare a causa del fatto che Deobarran aveva avuto un figlio al di fuori del matrimonio.

Uomo uccide la moglie di fronte a suo figlio. Poi si suicida.
———-
Trinidad and Tobago Guardian
Domenica, 3 aprile 2022
Leggi i fatti più importanti di oggi da una fonte di notizie affidabile…
THE TRINIDAD AND TOBAGO GUARDIAN.

Questo omicidio-suicidio ha nuovamente attirato l'attenzione sull’enorme numero di casi di violenza domestica [it] nel paese. Nel maggio 2021, si era verificato un fatto simile con Anna Marie Diaz, 47 anni, che era morta per le percosse ricevute dal suo convivente che, in seguito, si era suicidato. Un evento più recente ha avuto luogo nel febbraio di quest'anno quando Vashti Suraj-Sookram, di 30 anni, è stata attaccata da suo marito che, dopo l'aggressione, ha deciso di togliersi la vita. La donna, pur gravemente ferita, è sopravvissuta alla violenza.

I casi di violenza domestica sono andati aumentando da quando è iniziata la pandemia di COVID-19 [it], soprattutto al principio [it], quando le norme sulle quarantene erano più rigide. Tuttavia, dopo il doppio suicidio del 19 marzo, il medico psichiatra Varma Deyalsingh ha predetto un aumento nel numero dei suicidi e di persone sofferenti di depressione come parte delle conseguenze della pandemia.

Gli utenti delle reti social hanno espresso le loro opinioni al riguardo. In alcuni gruppi di commenti alcune persone hanno manifestato la propria preoccupazione per il trauma che possono soffrire i bambini che sono stati testimoni di questi atti di violenza, mentre altri utenti hanno esortato le donne oggetto di violenza domestica a chiedere aiuto.

Sono sentimenti condivisi dal capo della polizia McDonald Jacob, che ha rivelato che “la violenza domestica e queste situazioni familiari si sono verificate molte volte”. Jacob ha dichiarato che, a causa dell'aumento dei casi di violenza domestica, l'unità vittime speciali del Servizio di Polizia di Trinidad e Tobago (TTPS, dal suo nome in inglese) ha bisogno di aiuto e pertanto ha assunto dei civili:

We have a problem and we need to deal with it. […] We have something inherently wrong in society […] serious challenges in communities and within families.

Abbiamo un problema e dobbiamo risolverlo. […] Abbiamo qualcosa di intrinsecamente sbagliato nella società […] ci sono gravi problemi all'interno delle comunità e delle famiglie.

Dall'alto “della sua esperienza personale, “Sherry Anne Gransam ha replicato:

[T]he authorities like to make statements after the fact but you all only talk no action.
There needs to be a change in attitudes and behaviour of those in authority and the process. […]

When you seek out help from the Police they make inappropriate remarks and silly responses […] and when your abuser [has] friends in the police station worse yet. […]

And people who like to comment and say leave…Leave and go where??? […]
There is no help from authorities. […]
The law / system seems to favour criminals and abusers.

Alle autorità piace fare dichiarazioni dopo che qualcosa è avvenuto, ma parlano solo e non agiscono.
È necessario un cambio di atteggiamento e di comportamento sia da parte delle autorità che per quanto riguarda le procedure […].

Quando si chiede aiuto alla polizia, si ricevono commenti inopportuni e risposte stupide […] e quando colui che ti ha abusato “ha” amici alla stazione di polizia, è anche peggio […].

E alla gente a cui piace commentare e dirti di andartene… andarmene dove??? […].
Non c'è aiuto da parte delle autorità […].
La legge e il sistema sembrano favorire i criminali e gli aggressori.

In Facebook, Stanley Ryan ha aggiunto:

[Domestic violence] is a complex issue and women who are victims, need individual support and access to support services to meet their needs. Services that are available 24-hour, seven-days-a-week, services that provide information, support and access to safe accommodation for someone who wants to leave a violent partner or family situation.

[La violenza domestica] è un problema complesso e tutte le donne che ne sono vittime hanno bisogno di sostegno e di avere accesso a servizi di aiuto per soddisfare le proprie necessità, che siano disponibili tutti i giorni della settimana per 24 ore al giorno e servizi che diano informazioni, appoggio e accesso a un alloggio sicuro per una persona che voglia lasciare un partner o una situazione familiare violenti.

Le vittime di violenza domestica dispongono di assistenza e altre forme di sostegno attraverso il National Family Services Division e altre organizzazioni collegate come Coalition Against Domestic Violence, oltre a diversi rifugi in tutto il paese. Nonostante ciò, Anessa Hamilton Legen ha indicato in Facebook che a volte l'accesso tempestivo a questi servizi può essere ostacolato dalla burocrazia.

Da parte loro, altri utenti hanno ipotizzato che il gran numero di casi di violenza domestica mette radici nella “cultura misogina e machista che è stata inculcata in molti uomini e che è, per giunta, elogiata dalle loro madri”.

They see a woman as a possession and piece of property not as an individual and someone else's daughter, sister or loved one. They seek control and dominance and their egos are easily bruised.

Vedono una donna come un oggetto di possesso o una proprietà, non come una persona o come la figlia, la sorella o l'essere amato da qualcuno. Cercano il controllo e il dominio e i loro ego si feriscono con facilità.

Dopo quest'ultimo femminicidio, organizzazioni non governative come International Women's Resource Network (IWRN) stanno facendo pressioni sul Governo perché lavori insieme ai membri della società civile del paese per migliorare i percorsi di sostegno per la violenza domestica. A ciò si aggiungono gli editoriali dei periodici che hanno continuato a chiedere più appoggio e maggiore responsabilità da parte dello Stato.

Non c'è dubbio che si tratti di una problematica complessa che ha molti livelli; nonostante ciò, per Michelle Denise R-Singh un aspetto in concreto del dibattito pubblico è “profondamente inquietante”:

In many posts, it is being suggested that the victim in some way, is at least in part responsible for her own brutal murder. She talked back. She was quarrelsome. She liked bacchanal. She did not help out financially. She did not leave the home after filing for divorce. She talked about her husband's indiscretions. I read one post where the person basically said if she had stayed in her lane, this would not have happened. […]

As a mother who is trying to teach her daughters to stand their ground, to speak up, and to speak out, to know that many people support this sentiment is beyond scary. […] NOTHING justifies the rhetoric that this woman was any less a victim because she did not take the path that you would have taken. This goes so deep, and is such a dangerous way of thinking. I am shocked, saddened, and angry that all these years later, we are still here, marking time on the graves of countless women who deserved so much more from us as a people.

In molti post nelle reti social si suggerisce che la vittima, in qualche modo, è responsabile del suo proprio brutale assassinio. Alcuni di questi post menzionano il fatto che lei avesse ribattuto, che era attaccabrighe, che le piaceva la confusione, che non aiutava economicamente, che non aveva abbandonato la casa dopo aver chiesto il divorzio o che parlava degli errori di suo marito. Ho letto un post dove la persona, fondamentalmente, diceva che se lei si fosse comportata come doveva, questo non sarebbe successo […].

In quanto madre che cerca di insegnare alle proprie figlie a difendersi, a non rimanere zitte e a denunciare, sapere che tanta gente appoggia queste idee è più che terrificante. […] NIENTE giustifica la narrativa secondo la quale questa donna fu meno vittima perché non prese la decisione che avresti preso tu. Questa è una situazione molto grave e questo è un modo di pensare molto pericoloso. Mi colpisce, mi rattrista e mi fa infuriare che dopo tanti anni siamo ancora a questo punto, segnando il tempo sulle tombe delle innumerevoli donne che si meritavano molto di più da noi come popolo.

Esortiamo le vittime di violenza domestica a Trinidad e Tobago a chiamare la linea diretta per la violenza domestica 800-SAVE (7283).

commenti chiusi