Film per difendere i diritti del popolo papuano e del suo territorio

Screenshot dal film ‘Perempuan Di Tanahnya‘, da YouTube

Questo articolo modificato [en, come i link seguenti] è stato pubblicato il 21 aprile da WITNESS Asia, un'organizzazione internazionale che utilizza video a sostegno della lotta dei popoli per i diritti umani. Viene ripubblicato da Global Voices secondo un accordo di condivisione di contenuti.

Dal momento dell'annessione di Papua Occidentale da parte delle forze indonesiane negli anni '60 i cittadini papuani hanno dovuto affrontare innumerevoli abusi dei diritti umani e danni ambientali a causa del saccheggio del loro territorio ricco di risorse da parte dell'Indonesia. La regione ospita la miniera Freeport di proprietà anglo-americana, la più grande miniera d'oro al mondo, che ha avvelenato il sistema fuviale locale e ridotto la montagna sacra ad un cratere. Amnesty International stima che almeno 100.000 papuani occidentali siano stati uccisi finora dall'esercito indonesiano, mentre altri studi suggeriscono [it] che il numero potrebbe essere maggiore.

Oltre allo sfruttamento ad alle attività di genocidio da parte delle autorità, le restrizioni imposte ai giornalisti internazionali nella regione e le difficoltà di accesso ad internet hanno reso estremamente difficile ottenere informazioni in merito alla regione. Film come quelli prodotti dalla produttrice Irene Yuliana Fatagur, di Papua Occidentale, aiutano ad evidenziare le campagne indigene per l'ambiente e le questioni territoriali che potrebbero non essere visibili al resto del mondo. WITNESS Asia la ha intervistata in merito al suo punto di vista sulla lotta papuana per l'indipendenza.

WITNESS Asia (WA): Molti dei suoi film si riferiscono alla Keerom Regency, da dove lei proviene. Può iniziare raccontandoci qualcosa in merito?

Irene Yuliana Fatagur (IYF): Nella Keerom Regency solo il 30% della popolazione è costituita da persone indigene di Keerom. Un  60% non è papuano, ed il restante 10% consiste di persone provenienti da altre zone di Papua.

Gli alberi di  palma da olio sono stati inizialmente portati qui a Papua, ed in particolare a Keerom, secondo le istruzioni del governo indonesiano. All'epoca Keerom era riconosciuta come “zona rossa” e la comunità indigena venne deportata a Papua New Guinea, la contea vicina. Durante la loro assenza i loro raccolti sono stati distrutti e sostituiti con alberi di palma da olio.

Di conseguenza l'entrata della palma da olio non è avvenuta con il solito assenso delle popolazioni indigene Durante quel periodo (1983–1997) ci sono stati molti incidenti illeciti.

WA: Cosa La ha ispirata ad iniziare a riprendere e come è avvenuto?

IYF: posso ancora vedere casi di violazioni illegali nelle zone di confine di ​​Keerom. Vedo ancora i postumi di questi incidenti. Mi sono buttata nel mondo della cinematografia perché sentivo che il mio mondo era stato rovinato e desideravo creare coscienza nella comunità.

Il sistema statale attuale sta distruggendo le proprietà private e gli usi locali. Ci sono anche sistemi che prevedono la donazione di denaro alle popolazioni indigene al fine di corromperle affinché lascino i territori ancora non utilizzati dal governo. Sono stati creati conflitti per ingannare le popolazioni indigene e portare loro via i territori rimasti per utilizzarli per le palme da olio. Perciò, come nativa della mia zona, sento che sia una mia responsabilità fare qualcosa.

Ho pianto quanto ho visto distruggere la natura attorno a me. Mi sono sentita chiamata a fare dei film sull'ambiente, e ciò mi ha motivata ad unirmi alla comunità cinematografica Papuan Voices.

Non ho una conoscenza passata nella cinematografia ma mi è sempre piaciuto scattare foto. Inizialmente, solo cinque di noi hanno partecipato al corso di un giorno. Ma, per le mie intenzioni, mi sono sentita attratta dal mondo della cinematografia. Amici della comunità Papuan Voices mi hanno insegnato molto sulle riprese, l'editing e su come fare un buon film. È così che siamo andati per la prima volta sul territorio a girare un film,  e dove io ho prodotto il mio primo film.

Papuan Voices film community. Foto di WITNESS Asia.

WA: Come possono i film agire da strumento per l'attivismo a patrocino di Papua Occidentale?

IYF: Le popolazioni indigene vengono facilmente ingannate dai cosiddetti investitori o dal governo che cercano di approfittarsene. Ma i film li aiutano a comprendere velocemente ed a conoscere i problemi, in modo da poter proteggere la natura attorno a loro o lavorare direttamente sui problemi che devono affrontare.

Poiché non tutti possono avere accesso all'istruzione le comunità di Papua sono per la maggior parte analfabete. Le popolazioni indigene non hanno accesso all'istruzione, quindi le patrociniamo con i film.

Io ho registrato soprattutto video di “infestazione” di palme da olio nella mia zona. A causa delle piantagioni di palme da olio, ad oggi molte popolazioni indigene non hanno terreni dove coltivare raccolti o allevare bestiame e sono così costretti a dipendere dal governo per vivere.

I miei film, basati sul contesto delle necessità economiche delle popolazioni indigene, sono stati visti da molte persone – all'interno della comunità, tra gli accademici ed anche tra gli attivisti. Molti hanno anche richiesto che i film vengano usati come strumenti per l'istruzione dei giovani. Potete trovare due miei film su  YouTube, “Dari Hutan Kong Hidup” e “Perempuan Di Tanahnya.”

Foto da WITNESS Asia

WA: Quali sono le sfide che deve affrontare nel fare i film, ad esempio problemi di sicurezza?

IYF: Fino ad ora non ho ricevuto intimidazioni, ma ho affrontato alcuni problemi. È importante approcciarsi correttamente alle fonti ed assicurarsi che siano pienamente consapevoli di ciò che stai facendo, perché la gente di Papua non è più interessata ad essere utilizzata come un oggetto da pubblicare come hanno fatto molte organizzazioni solo nel loro interesse.

Ci sono anche questioni di sicurezza. Un mio amico ha filmato una dimostrazione su larga scala. La sua attrezzatura è stata danneggiata, distrutta o confiscata ed i dati distrutti. Questo è un esempio di intimidazione da parte dell'esercito. A volte minacciano la nostra sicurezza se non distruggiamo i dati. Possono perfino venire a casa. Sono andati a casa di un mio amico, ed il mio amico si è spaventato talmente da espatriare in una contea vicina per stare al sicuro per il futuro.

WA: Gli spegnimenti e gli strozzamenti di internet come hanno influito sul suo lavoro?

IYF: L'accesso ad internet qui non è stabile, soprattutto adesso. A Papua ci sono frequenti dimostrazioni su ampia scala e violenze da parte dell'esercito. Potremmo fare un video e volerlo caricare, ma internet improvvisamente si interrompe. Di conseguenza dobbiamo trovare un altro modo per accedere ad internet ed informare il pubblico di quanto è successo.

Problemi di connettività internet sono frequenti a Papua e disturbano il nostro lavoro. Ci silenziano, ma continueremo a fare video e conservarli in magazzino per raccontare le storie di ciò che è accaduto.

WA: cosa spera per Papua Occidentale, e cosa può fare la comunità internazionale per mostrare maggiore solidarietà?

Speriamo di divenire uno dei polmoni del mondo per aiutare tutta l'umanità ed ogni essere vivente sulla terra.

Spero che si fermerà l'infestazione della nostra terra, affinché possiamo vivere in pace. È a causa degli effetti dell'invasione che noi papuani chiediamo l'indipendenza. Fermateli e dateci pieno diritto a gestire la nostra natura. Non rendeteci figli adottivi del nostro stesso paese. Questa è la nostra speranza.

Ed io penso che esista già una solidarietà internazionale per le comunità papuane, ma che non sia abbastanza forte. Non abbastanza forte da aiutarci in concreto. Non abbiamo ancora superato i nostri problemi passati e già ne stanno arrivando altri. Ringrazio i nostri amici per la solidarietà, ma ho bisogno che ci sostengano di più affinché il paese possa guardarci direttamente e non dall'alto in basso.

avvia la conversazione

login autori login »

linee-guida

  • tutti i commenti sono moderati. non inserire lo stesso commento più di una volta, altrimenti verrà interpretato come spam.
  • ricordiamoci di rispettare gli altri. commenti contenenti termini violenti, osceni o razzisti, o attacchi personali non verranno approvati.