La Commissione europea dà il via libera alla candidatura UE della Georgia

Immagine di Arzu Geybullayeva

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L'8 novembre la Commissione europea ha raccomandato all'UE di concedere alla Georgia lo status di candidato, creando le condizioni perché il blocco avvii il processo di adesione alla riunione del Consiglio UE di dicembre:

In the light of the results achieved since June 2022, within the framework of the twelve priorities and beyond, the Commission recommends that the Council grants Georgia the status of a candidate country.

Alla luce dei risultati ottenuti da giugno 2022, nell'ambito delle dodici priorità e oltre, la Commissione raccomanda al Consiglio di concedere alla Georgia lo status di Paese candidato.

In un post su X, precedentemente noto come Twitter, Josep Borrell, l'Alto Rappresentante dell'UE per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza/Vice-Presidente della Commissione europea, ha detto:

 Il popolo georgiano ha più volte dimostrato il proprio impegno costante nei confronti dei valori europei. Oggi la Commissione europea raccomanda di concedere alla Georgia lo status di candidato UE. La porta dell'UE è aperta. Continueremo a sostenere la #Georgia nel suo percorso di adesione.

Nell'annunciare la decisione mercoledì 8 novembre, la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha detto, “In primo luogo, questo è un giorno davvero straordinario per la Georgia,”aggiungendo, “Questo è davvero un passo enorme per la Georgia, e sottolinea l'ammirevole e davvero inequivocabile posizione della maggior parte della popolazione georgiana riguardo l'adesione all'UE.

Per festeggiare la decisione, molti georgiani si sono riuniti nelle strade della capitale, Tbilisi, e fuori dalla residenza del Presidente Salome Zourabichvili.

Il percorso

La Georgia ha presentato una domanda formale  di adesione all'UE il 3 marzo 2022, un evento definito dal Primo Ministro Irakli Garabishvili “ancora un'altra pietra miliare nel percorso d'integrazione della Georgia in Europa.”

In una dichiarazione pubblicata lo stesso giorno sul sito del governo, Garabishvili ha detto, “È una tappa che apre una nuova pagina nella nostra storia e porta avanti gli sforzi dei nostri antenati, mirati all'adesione della Georgia a una famiglia comune europea.”

In seguito alla decisione dell'Ucraina di fare richiesta di adesione all'UE il 28 febbraio 2022, durante l'invasione russa del Paese, il governo georgiano ha annunciato la propria intenzione di fare la stessa richiesta il 2 marzo.

La mossa ha rappresentato un dietrofront per il partito al potere, Sogno Georgiano, il quale fino a poco tempo fa ha insistito che non avrebbe accelerato il suo calendario iniziale di richiesta di adesione nel 2024.

Il cambio di direzione a quel tempo è stato in gran parte motivato dalle crescenti pressioni dell’opposizione interna, nonché dalle migliaia di manifestanti scesi in piazza nell'ambito della “Marcia per l'Europa,” organizzata dal gruppo di attivisti liberali della Georgia, il movimento Shame, e altri gruppi pro-democrazia nel tentativo di “dimostrare l'impegno del popolo georgiano nei confronti della sia scelta europea e dei valori occidentali.”

A giugno 2022, alla Georgia è stato negato lo status di Paese candidato, e al Paese è stata data una lista di 12 condizioni da soddisfare prima che la sua richiesta potesse essere ripresa in esame.

La decisione

La raccomandazione della Commissione europea di concedere alla Georgia lo status di candidato arriva in mezzo a una crescente incrinatura tra l'attuale governo georgiano e gli alleati occidentali, nonché le organizzazioni locali della società civile, le quali sostengono che il governo non abbia soddisfatto 12 aree o condizioni prioritarie.

Tra queste condizioni c'era la riduzione della polarizzazione politica, la riforma della magistratura, la garanzia di istituzioni statali funzionanti, il rafforzamento delle misure anticorruzione, compresa la de-oligarchizzazione, e altre. Sebbene la clausola sulla de-oligarchizzazione non menzioni, è ampiamente risaputo che si riferisca al miliardario fondatore miliardario di Sogno Georgiano Bidzina Ivanishvili.

Ivanishvili è una figura chiave della politica georgiana. Ha fatto fortuna nell'era pre-Putin in Russia e ha fondato il partito Sogno Georgiano nel 2012. Sebbene abbia annunciato pubblicamente la sua decisione di ritirarsi dalla politica nel 2021, alcuni credono che prenda ancora decisioni dietro le quinte. A giugno 2022, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione “sulle violazioni della libertà dei media e della sicurezza dei giornalisti in Georgia.” Il documento esortava i funzionari georgiani a imporre sanzioni personali a Ivanishvili “per il suo ruolo nel deterioramento del processo politico in Georgia.”

Ci è voluto un anno al governo georgiano per mettere insieme un progetto di legge sulla de-oligarchizzazione, adottato dal parlamento Georgiano il 13 giugno 2023, nonostante le obiezioni mosse dalla Commissione di Venezia, la quale ha affermato che, affinché la de-oligarchizzazione entri in vigore, non è sufficiente adottare o emendare le leggi, bensì è necessario prendere “misure concrete” mirate a “ridurre l'influenza dell'oligarchia.”

Il progetto di legge non ha risposto alle preoccupazioni espresse nel parere della Commissione di Venezia e, secondo quanto riportato dai media locali, prenderebbe di mira diversi esponenti dell'opposizione piuttosto che Ivanishvili.

L'8 novembre, durante una conferenza stampa, il Rappresentante dell'UE per gli Affari Esteri Josep Borrell ha detto che la Georgia fino ad allora aveva adempiuto soltanto a tre delle dodici  ‘priorità’ per lo status di candidato for candidate – la parità di genere e la lotta alla violenza sulle donne, le sentenze sui diritti umani nelle delibere dei tribunali, e la nomina di un difensore d'ufficio attraverso un processo trasparente. “Bisogna lavorare innanzitutto per la depolarizzazione della vita politica, la de-oligarchizzazione della vita economica, politica e sociale, la riforma della giustizia, la riforma elettorale, il pluralismo dei media ed i diritti umani.  Non ci sono scorciatoie,” ha sottolineato Borrell.

Queste ed altre preoccupazioni sono state delineate nel primo rapporto annuale della Commissione sull'allargamento alla Georgia, anch'esso pubblicato l'8 novembre.

Il popolo georgiano

In tutte le affermazioni fatte l'8 novembre, comprese quelle dei diplomatici, politologi e attivisti dell'opposizione occidentali, i cittadini georgiani erano al centro della scena.  Da Borrell alla von der Leyen, ai rappresentanti di Sogno Georgiano e dei partiti d'opposizione del Paese, si sono tutti congratulati col popolo georgiano per il suo impegno nei confronti dell'Europa. Durante una conferenza stampa in seguito alla decisione, l'Ambasciatore dell'UE in Georgia Paweł Herczyński ha detto, “Innanzitutto, le mie sincere congratulazioni vanno al popolo georgiano, che ha sempre sistematicamente e fermamente appoggiato l'integrazione della Georgia nell'UE.”

Anche un gruppo all'interno del Parlamento europeo si è congratulato con il popolo:

Noi, gli amici della 🇬🇪#Georgia nel Parlamento europeo, ci congratuliamo con il popolo georgiano per la storica raccomandazione della Commissione di concedere al Paese lo status di candidato 🇪🇺. Questa conquista è merito del popolo georgiano. La nostra dichiarazione👇

In un post su X, l'esperto sulla regione del Caucaso Tom de Waal ha detto, “Il tanto atteso annuncio dell'UE sulla Georgia è una specie di decisione non-decisione. La Georgia ottiene sì lo status di Paese candidato, che il governo può considerare una vittoria. Ma ci sono comunque condizioni, l'adesione è lontana. Inoltre viene presentato come un premio per il pubblico, non per il governo.”

In un sondaggio pubblico di maggio 2023 del National Democratic Institute e del Caucasus Research Resource Center (CRRC) Georgia, la stragrande maggioranza dei partecipanti (l'82 percento) ha espresso il suo incondizionato sostegno all'adesione del Paese all'UE.

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