Etiopia: blogger e attivista digitale condannato a 5 anni e 4 mesi di detenzione

Grafica basata sulla foto di Zalalem Workagegnehu creata da Melody Sandberg. Immagine usata previa autorizzazione.

L'Alta Corte Federale dell'Etiopia, dopo un lungo e controverso processo, ha condannato [en, come tutti i link seguenti] il giovane blogger e attivista Zalalem Workagegnehu a cinque anni e quattro mesi di detenzione.

Zalalem è un accademico e difensore dei diritti umani che ha contribuito regolarmente al sito web DeBirhan, schierato a favore della diaspora.

Si suppone che presenterà ricorso ma al momento è in stato di fermo presso la prigione di Kilinto, nella capitale Addis Abeba.

Tuttavia i suoi familiari ed amici temono che venga trasferito nella prigione di Ziway, a circa 160 chilometri a sud della capitale.

Lo scorso 15 aprile, l'Alta Corte Federale aveva assolto Yoantan Wolde e Bahiru Degu, due coimputati di Zelalem, i quali hanno trascorso più 600 giorni in carcere con l'accusa di terrorismo, accusa che i critici dicono essere motivata politicamente.

Zolaman

Zalalem Workagegnehu è ritenuto colpevole di sostegno al terrorismo per un presunto collegamento con il Movimento Ginbot 7, un partito politico filo democratico fondato dal Professor Berhanu Nega e nel 2010 etichettato come organizzazione terroristica dal Governo etiope.

Zalalem è stato accusato di complottare per far cadere il governo (avrebbe aiutato ad agevolare un corso sulla sicurezza digitale) e di diffondere false informazioni (ha scritto costantemente per un sito web a favore della diaspora, che resta una delle fonti di informazioni più attendibili su quello che accade in Etiopia).

Stando a quel che si dice, il giudice ha affermato che Zalalem è anche colpevole di aver reclutato membri per dare il via in Etiopia ad una rivoluzione in stile Primavera Araba e di aver coordinato un corso sulla sicurezza digitale, che il Pubblico Ministero ha interpretato come un “corso per terrorizzare l'Etiopia”.

Zalalem, insieme ad altri nove è stato accusato mediante il proclama antiterrorismo etiope, che è stato adottato nel luglio 2009. I funzionari statali difendono questa legge, affermando che è modellata su legislazioni vigenti in altri paesi tra cui il Regno Unito.

Zalalem è stato arrestato la prima volta ad ottobre 2014, insieme ad un gruppo di nove citati in giudizio, tra cui utenti internet, oppositori politici e attivisti. Da allora, sette persone di questo gruppo sono state rilasciate dopo aver trascorso più di un anno in prigione.

Zalalem e i suoi coimputati hanno dichiarato alla Corte di essere stati duramente torturati durante la detenzione.

Mentre era in prigione, Zalalem è stato costretto a firmare delle lettere di confessione. A causa delle percosse e delle torture, Zalalem ora soffre di un dolore acuto all'occhio.

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