I ministri degli esteri dell'Unione Europea (UE), incontratisi in Lussemburgo al Consiglio Affari Generali del 18 giugno, hanno differito ad ottobre una decisione sull'eventuale avvio dei negoziati con Albania [it] e Macedonia del Nord [it] per l'ingresso nell'Unione [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione]:
A divided EU decides to postpone the decision of opening accession talks with North Macedonia and Albania to October, dealing a major blow to both countries.https://t.co/PnUX2Atwaw
— EURACTIV (@EURACTIV) June 19, 2019
Un'UE divisa decide di rimandare la decisione sull'avvio dei negoziati d'adesione con Macedonia del Nord e Albania ad ottobre, assestando un duro colpo ai due paesi.
Entrambe le nazioni dei Balcani Occidentali [it] speravano che l'incontro sfociasse in una decisione positiva, di conseguenza hanno accolto con delusione il rinvio fino al prossimo autunno deciso dai capi diplomatici degli stati membri.
The EU has finally found a common line on membership talks with North Macedonia and Albania — by deciding not to decide https://t.co/Y0BifkzH7O
— POLITICO Europe (@POLITICOEurope) June 18, 2019
L'UE ha finalmento trovato una linea comune sui negoziati di adesione con Macedonia del Nord e Albania – decidendo di non decidere.
La Commissione Europea ha dichiarato a maggio 2019 che entrambi gli stati avevano compiuto i progressi necessari negli standard democratici e nello stato di diritto. Ma alcuni stati membri UE, tra cui Francia e Germania, martedì non avevano ancora intenzione di dare il via libera, secondo quanto riportato da politico.eu.
Dopo l'incontro del Consiglio, Johannes Hahn, Commissario europeo per l'Allargamento e la Politica di Vicinato, ha riferito:
Unfortunately a minority of member states were not able to support the Commission’s proposal to open accession negotiations with Albania and North Macedonia already today. Our collective credibility is at stake and our incentives and leverage for tough reforms across the region are equally at stake.
Sfortunatamente una minoranza di stati membri oggi non ha potuto sostenere la proposta della Commissione di avviare i negoziati di adesione con Albania e Macedonia del Nord. La nostra credibilità collettiva è a rischio, così come sono a rischio le riforme strutturali nella regione, da noi fortemente sostenute e incentivate.
Alla fine dell'incontro, è stata rilasciata la seguente dichiarazione:
In light of the limited time available and the importance of the matter, the Council will revert to the issue with a view to reaching a clear and substantive decision as soon as possible and no later than October 2019.
Alla luce del limitato tempo a disposizione e dell'importanza della materia, il Consiglio tornerà sull'argomento con l'intenzione di raggiungere una decisione chiara e sostanziale il prima possibile, e non più tardi di ottobre 2019.
L'Albania e la Macedonia del Nord sono davvero pronte?
Il rinvio non ha a che vedere solo con il “limitato tempo a disposizione”.
Da febbraio [it] l'Albania è alle prese con una crisi politica, dopo l'inchiesta condotta da Voice of America e dalla Balkan Investigative Reporting Network che ha accusato ufficiali di governo di collaborare con gruppi criminali, nel contesto di una compravendita di voti nelle elezioni del 2017. I parlamentari dell'opposizione hanno rinunciato al proprio mandato e sono scesi in strada [it], chiedendo le dimissioni del primo ministro Edi Rama e la creazione di un governo di transizione che supervisioni nuove elezioni parlamentari.
Rama ha rifiutato di dimettersi, insistendo sul fatto che le elezioni parlamentari avranno luogo nel 2021, come programmato, e quelle municipali il 30 giugno 2019. Il presidente Ilir Meta ha reagito annullando le elezioni muncipali, adducendo la necessità di sedare le tensioni politiche nel paese. Questa decisione ha a sua volta innescato l'adozione di una risoluzione da parte dei parlamentari del partito al potere, il Partito Socialista (PS), che hanno dichiarato non valido l'annullamento delle elezioni, chiedendo alle istituzioni pubbliche di procedere con le elezioni. Rama ha anche dichiarato di avere l'intenzione di dimettere Meta dall'incarico.
I comuni guidati dai partiti di opposizione, il Parito Democratico (PD) e il Movimento Socialista per l'Integrazione (MSI), tuttavia, hanno chiesto di rimuovere i materiali elettorali dalle commissioni elettorali locali, in conformità con il decreto di annullamento di Meta. Proteste sono scoppiate in varie parti del paese, segnate da momenti di tensione e scontro con la polizia.
Ad aggravare la crisi politica in Albania è stata anche la pubblicazione, da parte del giornale tedesco Bild, delle intercettazioni relative alla compravendita di voti del 2017, al momento sotto inchiesta dall'Ufficio del Pubblico Ministero dell'Albania.
Il primo ministro Rama e il leader dell'opposizione Lulzim Basha hanno sfruttato il rinvio dell'UE per accusarsi a vicenda [sq]:
Lajm shumë pozitiv nga Europa në rrugën e çeljes së negociatave?Pavarësisht luftës pa limite të frontit politik të së keqes,që po bën çmos të sakatojë vendin në sytë e Europës,për të bllokuar negociatat me sharje,kërcënime,molotovë e përgjime baltosëse,Shqipëria po reziston?
— Edi Rama (@ediramaal) June 18, 2019
Notizie positive dall'Europa per il percorso di apertura dei negoziati. Nonostante la guerra senza precedenti del fronte politico del male, che sta facendo del suo meglio per infangare la nazione agli occhi dell'Europa e per bloccare i negoziati con minacce, Molotov e intercettazioni vergognose, l'Albania resiste.
.@lulzimbasha_al : Që Shqipëria të bëhet Europë, duhet të sillemi ne si europianë,te kemi zgjedhje te lira e te ndershme,t’i japim fund politikaneve te korruptuar.
Për këtë ju ftoj të protestojmë së bashku si njerëz të lire,si qytetarë europianë të premten në ora 20.00 në Tiranë.— Partia Demokratike (@pdshqiperi) June 18, 2019
Affinché l'Albania diventi come l'Europa, dobbiamo comportarci da europei, avere elezioni libere e corrette, porre fine ai politici corrotti. Per questo vi invito a manifestare insieme da persone libere, da cittadini europei, venerdi alle 20.00 a Tirana.
La pagella dell'UE per i Balcani Occidentali
Tra tutti gi stati dei Balcani Occidentali, solo Serbia e Montenegro hanno cominciato ufficialmente i negoziati di adesione con l'UE, rispettivamente nel 2014 e nel 2012.
La Macedonia ha compiuto un significativo passo avanti recentemente, dopo aver cambiato il proprio nome [it] in Macedonia del Nord, risolvendo così una disputa che andava avanti da 27 anni con la stato confinante della Grecia, che è membro della NATO e dell'UE. Ma la Macedonia del Nord, insieme all'Albania, dovrà ancora aspettare fino a ottobre per una decisione dell'UE.
Nikola Dimitrov, il ministro degli esteri del paese, ha tuttavia reagito con una buona dose di ottimismo:
Let’s be realistic, let’s do the impossible! And we will manage in Oct because we have shown already that we can move mountains. And we will continue the reform path because we want our #European dream come true. And I have one promise: we will make it embarrassing not to happen!
— Nikola Dimitrov (@Dimitrov_Nikola) June 18, 2019
Siamo realistici, facciamo l'impossibile! Ad ottobre ce la faremo, perché abbiamo già dimostrato che possiamo smuovere montagne! Continueremo la strada delle riforme perché vogliamo che il nostro sogno europeo si avveri. Vi faccio una promessa: faremo in modo che, se non accadrà, sarà imbarazzante!
La Macedonia del Nord e l'Albania sono considerati stati chiave per la stabilità nei Balcani, ma sono ancora flagellati da corruzione e crimine organizzato. A Bruxelles, alcuni sostengono che l'UE non dovrebbe affrettarsi ad accettare nuovi membri, adducendo come motivazione la corruzione persistente e i problemi di giustizia in stati membri come la Romania e la Bulgaria.
Dopo essere stato ignorato dai ministri UE all'incontro del 18 giugno, Zoran Zaev, primo ministro della Macedonia del Nord, avrebbe detto al Financial Times: “Non abbiamo bisogno di nuovi radicalismi, nazionalismi e populismi nella nostra nazione.”
Il rischio di una ripresa di nazionalismi e populismi è stato sollevato da diversi osservatori, mentri altri hanno accusato l'UE di non essere riuscita a mantenere le proprie promesse:
"Nationalist forces will grow stronger in the #Balkans if Albania and North Macedonia are not given the green light to launch EU accession talks by the autumn" https://t.co/tzdAQjHjQ9 #geopolitics
— Vihar Georgiev (@vihargg) June 19, 2019
“Le forze nazionaliste si rafforzeranno nei Balcani se Albania e Macedonia del Nord non ricevono il via libera per cominciare i negoziati di accesso il prossimo autunno.”
"This is not just about enlargement policy, it's about the EU itself . . . It basically says the EU is incapable of taking decisions in a core area of its policy" my comments for @FT @VALERIEin140 https://t.co/tJBTt8WRwH ??????
— Florian Bieber (@fbieber) June 19, 2019
Questo non riguarda solo la politica di allargamento, riguarda l'UE stessa. Significa sostanzialmente che l'UE non è capace di prendere delle decisioni su un argomento centrale della propria politica.
The @EUCouncil postpones the decision of opening accession talks with #Albania and #NorthMacedonia to later this year, in October. Inaction could taint #EUenlargement as a successful foreign policy and hinder #WesternBalkans stability. https://t.co/RxK0h0Y4UR pic.twitter.com/W6dLpDcP9u
— Fabio Seferi (@fabioseferi) June 19, 2019
Il Consiglio UE rimanda la decisione per l'avvio di negoziati d'adesione con Albania e Macedonia del Nord a ottobre di quest'anno. L'inazione potrebbe minacciare la riuscita della politica estera di allargamento dell'UE nonché minare la stabilità dei Balcani Occidentali.
You must change your name! You must do this! You must do that! says the #EU, but the #EU doesn't do anything but give "clear recognition." What a joke! Oh and it couples you with #Albania, which is even further from EU membership. https://t.co/bhYtYm8Vxg #EUValues
— Meto Koloski (@MetodijaKoloski) June 18, 2019
Dovete cambiare il vostro nome! Dovete fare questo! Dovete fare quello! dice l'UE, ma l'UE non fa nient'altro se non dare un “chiaro riconoscimento”. Che barzelletta! Oh e andiamo di pari passo con l'Albania, che è ancora più lontana dal raggiungere l'adesione all'UE.
Today’s conclusions left everyone disappointed.
I think it speaks volumes that critics today are not far right supporters, isolationists or nationalist but researchers, academics, analysts & journalists who’ve zealously promoted #EU integration with Western #Balkans for years. https://t.co/Igk5wdcmR6
— Alfonc Rakaj (@alrakaj) 18 giugno 2019
Le conclusioni di oggi hanno deluso tutti.
Penso che la dica lunga il fatto che i critici oggi non siano sostenitori dell'estrema destra, isolazionisti o nazionalisti, ma ricercatori, accademici, analisti e giornalisti che per anni hanno promosso con entusiasmo l'integrazione dell'UE con i Balcani Occidentali.
A tal proposito, non è solo la credibilità dell'UE ad essere a rischio.
Come ha indicato il Ministro degli esteri della Macedonia del Nord Dimitrov, se l'UE non riuscirà ad approvare l'ingresso del Paese nel blocco, perderà in influenza nella regione, rischiando di avvantaggiare rivali come Russia e Cina. Altri stati che cercano di avere un'influenza nella regione sono la Turchia e gli stati del Golfo.