Sciopero parziale dei dipendenti di una TV ungherese in Macedonia del Nord per stipendi non pagati

La conduttrice Ana Todevska dà il benvenuto ai telespettatori per “la prima edizione in diretta del notiziario di Alfa TV” dopo lo sciopero di venerdì 20 agosto 2021. Foto di Global Voices, CC-BY.

Questa storia di D. Mishev è stata pubblicata originariamente [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] da CIVIL Today, edizione inglese della piattaforma CIVIL Media. Una versione revisionata della traduzione di Natаša Cvetkovska è stata ripubblicata qui con il permesso di CIVIL – Center for Freedom.

I dipendenti di Alfa TV, un'emittente privata a copertura nazionale in Macedonia del Nord, hanno indetto uno sciopero parziale di quattro giorni, dal 16 al 19 agosto, accorciando il notiziario, senza diretta dallo studio e con l'utilizzo di filmati d'archivio.

Lo sciopero ha seguito una lettera dei dipendenti alla direzione e agli azionisti di Alfa TV inviata l'11 agosto per esigere il pagamento degli stipendi e di altre spese. La lettera avvertiva che gli operatori di ripresa avrebbero smesso di recarsi sul posto dal 16 agosto e che i contenuti di informazione sarebbero stati ridotti a dieci minuti.

Da quel giorno, ogni edizione del notiziario di Alfa TV iniziava con una schermata nera che mostrava il seguente messaggio:

Schermata nera mostrata prima del TG di Alfa TV con le informazioni sullo sciopero parziale. Immagine della schermata fornita da CIVIL con utilizzo autorizzato.

Dear viewers of TV Alfa,

Due to the situation of our and yours TV station Alfa, we are forced to reduce the news to ten minutes, without video and audio material, and the same also refers to other information programs. Such format will continue until the situation has been overcome.

We thank you for your understanding.

Gentili telespettatori di Alfa TV,

a causa delle attuali circostanze ad Alfa TV, siamo costretti ad accorciare il notiziario a dieci minuti, senza materiale video o audio, e lo stesso accadrà agli altri programmi di informazione. Proseguiremo con questo format finché la situazione non sarà risolta.

Grazie per la vostra comprensione.

Come comunicato dalla lettera firmata “I dipendenti di Alfa TV”, la ragione dello sciopero sarebbe il ritardo del pagamento di due stipendi, assicurazione sanitaria e commissioni per tre mesi, che ha “causato la rivolta dei dipendenti”.

Lettera trapelata dei dipendenti di Alfa TV indirizzata al direttore Jani Bojadzi con richiesta del pagamento dei salari e avvertimento dello sciopero imminente. Foto di CIVIL Media con utilizzo autorizzato. Fai clic sull'immagine per ingrandirla.

Secondo una lettera trapelata ricevuta da CIVIL Media, alla riunione dell'11 agosto, a cui ha preso parte la maggior parte dei dipendenti, era stato deciso di “fare i primi passi per proteggere i diritti basilari.”

I dipendenti hanno tenuto una riunione di emergenza il giorno dopo la scadenza prefissata dal direttore di Alfa TV per il pagamento di “tre stipendi mensili, due onorari e sussidi di assicurazione sanitaria correlati”, visto che la promessa non era stata mantenuta.

CIVIL Media ha cercato di contattare la direzione di Alfa TV per ottenere informazioni circa la recente situazione, ma non ha ricevuto risposta al numero indicato sulla pagina Facebook dell'emittente.

Lo sciopero sembra essersi concluso venerdì 20 agosto, quando la conduttrice Ana Todevska ha dato il benvenuto ai telespettatori dell'edizione del notiziario delle 9:30 sottolineando che stavano guardando “la prima edizione in diretta del notiziario di Alfa TV”. Non è pervenuta nessuna spiegazione aggiuntiva sull'accaduto e sul ritorno al format ordinario del programma.

Le registrazioni dei notiziari mandati in onda durante lo sciopero, contenenti la schermata nera con l'avvertimento dei dipendenti, sono state rimosse dal canale YouTube del notiziario di Alfa TV.

Una storia ricca di controversie

A febbraio 2021, Alfa TV è stata coinvolta in uno scandalo sull'utilizzo improprio delle tasse dei contribuenti destinate al fondo per attenuare l'impatto economico della pandemia da COVID-19, che offre sostegni alle aziende per integrare i salari dei lavoratori.

L'8 febbraio, CIVIL Media ha riferito [mk] che i documenti resi pubblici [mk] grazie a una politica governativa di maggiore trasparenza indicavano come Alfa TV fosse beneficiasse del sussidio statale, ma senza pagare gli stipendi ai propri dipendenti.

Secondo l'elenco [mk] pubblicata sul sito web del Governo, Alfa TV ha ricevuto un sussidio pari a 22.328 dollari (1.175.820 dinari macedoni) a dicembre 2020 per integrare i salari di 102 dipendenti. Tuttavia, un'ispezione governativa ha riscontrato che i dipendenti non hanno ricevuto la somma di denaro in quel lasso di tempo.

In aggiunta, è emerso che il proprietario dell'azienda Alfa TV era stato accusato di evasione fiscale come riportato da Prizma, un sito web in lingua macedone gestito dalla BIRN (una rete di giornalisti investigativi attiva nei Balcani) alla fine dello scorso marzo.

Già nel 2018 si parlava molto dell’azienda Oliveri, produttrice di olio, e del programma multimilionario [mk] che finanziava la propaganda nera [it] contro l'integrazione europea della Macedonia.

In quel periodo, l'OCCRP (Progetto di segnalazione di criminalità organizzata e corruzione) ha riferito che “gli ungheresi che avevano contatti con i media sostenitori del governo avevano iniziato l'acquisto di massa dei siti di informazione in Macedonia, coordinando una spinta verso i Balcani da parte delle società mediatiche fedeli all'esponente di destra Viktor Orban, primo ministro ungherese.”

Oltre alla Macedonia, anche la Slovenia è stata presa di mira dall'impennata degli investimenti dei media ungheresi per sostenere gli sforzi del governo di destra guidato da Janez Jansha, alleato di Orban, al fine di sabotare i media liberi.

Due anni dopo, all'inizio del 2020, sia la BIRN che l'OCCRP hanno pubblicato i resoconti di investigazioni giornalistiche indipendenti che mostravano come una società ungherese poco conosciuta, produttrice di olio d'oliva e accessori come calamite da frigorifero, “avesse versato 3,2 milioni di euro nella rete mediatica macedone con il pretesto di dubbi acquisti pubblicitari.”

Il monitoraggio di CIVIL media e l'inchiesta del Parlamento Europeo (Mapping Fake News an Disinformation in the Western Balkans and Identifying Ways to Effectively Counter Them) hanno riscontrato che Alfa TV promuove spesso disinformazione politicamente motivata. Tale disinformazione include calunnia e insulti contro organizzazioni per i diritti umani e libertà e contro giornalisti [mk], tra cui numerosi attacchi nei confronti di CIVIL e dei suoi singoli membri.

Ciononostante, CIVIL ha espresso solidarietà nei confronti della richiesta dei dipendenti di Alfa TV per il rispetto dei diritti dei lavoratori.

Come riportato dallo studio sulla disinformazione rispetto al COVID-19 in Macedonia del Nord [mk] pubblicato da Metamorphosis Foundation, nel 2020 Alfa TV ha usato i suoi contenuti per disseminare dichiarazione infondate e confuse nei Balcani riguardo la pandemia, come riferito [mk] da Istinomer, un servizio serbo di verifica delle informazioni. Il progetto Critical Thinking for Mediawise Citizens – Crithink [mk] ha riferito che Alfa TV ha promosso sfiducia nelle misure governative per contrastare la pandemia, come l'app per il tracciamento dei contatti StopKorona! durante un talk show in tarda serata. Al Jazeera ha riferito che la campagna è stata portata avanti in combutta con un esercito di troll connessi a partiti politici di destra.

Durante il periodo di state capture tra il 2010 e il 2017, il regime di destra guidato dal partito politico VMRO-DPMNE e dall'allora primo ministro Nikola Gruevski fu particolarmente generoso [mk] nei confronti di Alfa TV. In quel periodo, il governo versò più di 26 milioni di euro dei contribuenti in media privati e il 95% di questa somma finì nei conti di tre emittenti televisive con licenza di trasmissione a livello nazionale: Sitel, Kanal 5 e Alfa TV.

Gruevski fu poi condannato per reato di corruzione e fuggì in Ungheria, [it] dove ricevette asilo politico, sotto la protezione di Orban. Aveva portato via dal paese una somma di denaro non nota e ha recentemente avviato un'impresa in Ungheria.

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