Continua la cattura di figure sciite in Azerbaigian

“Moschea di Bibi-Heybat, Baku, Azerbaijan” di Yasser Alaa Mobarak, AFIAP, AICS è sotto la licenza CC BY-NC-ND 2.0

Quest'articolo di Ismi Aghyevè stato pubblicato prima [en, come i link seguenti] su OC Media. Una versione modificata è stata ripubblicata qui grazie a un accordo di partenariato contenuto.

Il 25 ottobre scorso, Ahliman Rustamov, un teologo ed ex leader della Moschea Haji Javad, a Baku, è stato arrestato dai servizi di sicurezza di stato. Rustamov è l'ultima figura sciita presa di mira dalle autorità in un'apparente raduno di importanti figure sciite nel paese. Rustamov è stato rilasciato dopo l'interrogatorio.

In un'intervista con OC Media, il figlio di Rustamov, Gasim Rustamov, ha dichiarato che gli agenti dei servizi di sicurezza hanno confiscato” circa 15 libri religiosi” che appartenevano a suo padre. La famiglia non sa perché Ahliman Rustamovsia stato arrestato.

Gli esperti locali dicono che Rustamov è l'ultima vittima delle crescenti tensioni con l'Iran. Mentre entrambi i paesi sono a maggioranza sciita, le autorità secolari in Azerbaigian in precedenza sono state sospettose nei confronti delle autorità religiose.

“Ne siamo stati testimoni di tanto in tanto. Sia durante il regime sovietico che dopo l'indipendenza, ci sono stati molti arresti”, ha dichiarato a Turan News Agency, Zardusht Alizade, un analista ed ex politico dell'opposizione. “Io non credo che un piccolo gruppo di teologi organizzerebbero un colpo di stato in Azerbaigian. Certamente, quest'immagine è stata creata e la società è già abituata. Se ci fosse stata una minaccia alla sicurezza dello stato, perché [le autorità] non hanno preso misure di sicurezza in anticipo?”. È un'immagine che le autorità stanno creando, ha detto Alizade in un'intervista.

Il 19 ottobre, Sardar Babayev, Jalal Shafiyev, Gadir Mammadov, e Tamkin Jafarov, tutti membri dell'Unione del Clero, un'organizzazione che rappresenta studiosi sciiti e figure religiose in Azerbaigian, sono stati catturati. I parenti hanno detto che la polizia ha confiscato telefoni e computer durante gli arresti. Shafiyev, Mammadov, e Jafarov sono stati rilasciati senza accuse il 26 Ottobre, mentre Sadar Babayev è rimasto sotto custodia ed è stato accusato di alto tradimento, rischiando una condanna all'ergastolo, se riconosciuto colpevole. Babayev è stato condannato a tre anni di prigione nel 2017 con l'accusa di aver violato i requisiti per condurre cerimonie religiose. Babayeb, l'Imam della Moschea Juma nel distretto Masalli di Baku, è stato rilasciato nel Febbraio 2020. Le autorità dell'Azerbaigian non hanno rilasciato dichiarazioni sull'arresto e accuse a Babayev.

Lo stesso giorno, i membri dell'Unione del Clero sono stati arrestati, un altro importante chierico e teologo sciita, Ilgar Ibrahimoglu, è stato arrestato. Ibrahimoglu, che era il presidente del Centro per la Difesa della Libertà di Religione e Coscienza, è stato rilasciato diverse ore dopo l'interrogatorio.

L'attivista della società civile Anar Mammadli ha detto, “è stato un tentativo pericoloso” collegare i leader della comunità sciita all'apparato di sicurezza speciale dell'Iran. In un post su Facebook, Mammadli ha detto:

With this logic, it is then possible to associate Sunni community leaders with the Special Security forces of Saudi Arabia, Turkey, Pakistan and Qatar. And Christian groups to Western countries. It is the responsibility of the authorities to change this propaganda. Both the government and affiliated media, must stay away from politicizing religious clerics with critical opinions and from portraying them as agents. This tendency creates unpleasant perspectives for the country's future and has nothing to do with secular governance.”

Con questa logica, è possibile associare i leader della comunità sunnita alle forze di sicurezza speciale dell'Arabia Saudita, Turchia, Pakistan e Qatar. E i gruppi cristiani dei paesi occidentali. È responsabilità delle autorità cambiare questa propaganda. Sia il governo che i media affiliati, devono stare lontani dal politicizzare i religiosi con opinioni critiche e dal descriverli come agenti. Questa tendenza crea prospettive spiacevoli per il futuro del paese e non ha niente a che fare con la governance secolare.”

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