Un documentario sulla carestia del Volga degli anni '20 è proibito in Russia ma si trova su YouTube

Immagine tratta dal documentario “Fame” nel canale YouTube di Current Time.

Per ragioni sconosciute, un documentario che descrive la carestia nella regione del Volga tra il 1921 e il 1923 è stato proibito [ru, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] in Russia. Come ha informato la Deutsche Welle, “la ragione per revocare il certificato di noleggio è che il documentario conteneva ‘informazioni, la cui diffusione è proibita dalle norme della Federazione Russa'”; tuttavia, questa decisione non chiarisce quale specifica informazione fosse da considerarsi vietata.

Il documentario di intitola “Fame” e descrive iniziative caritatevoli e organizzazioni governative degli Stati Uniti ed europee che salvarono circa 11 milioni di persone in Russia durante questa carestia di origine umana.

Come reazione a questa proibizione imposta dal governo, le tre persone coinvolte nel documentario, il regista Alexander Arkhangelsky, il giornalista Maxim Kournikov e Tatiana Sorokina, lo hanno caricato su YouTube [en]:

In the history of Soviet Union, there were four famines. The famine of 19211923, which everyone calls the famine in the Volga region, was actually much wider — from Ukraine to Dagestan, from the Volga region to the Southern Urals, and the Kuban, the Cossack regions. But the core, of course, was the Volga region and the Urals.

The second famine is the Kazakh famine of 19301931. A terrible famine that claimed 40 percent of the population. Note that I did not say that all these people died. Forty percent of the population has disappeared. Part died, and part went to China, part moved to other lands.

The third famine is 19321933, which the whole world knows about thanks to the Ukrainian diaspora, Holodomor. [In a resolution adopted on November 15th 2022, the European Parliament recognized the famine inflicted by the Soviet regime on Ukraine in 1932-1933 as genocide]

Nella storia dell'Unione Sovietica ci sono state quattro carestie. La carestia del 19211923, che tutti chiamano la carestia della regione del Volga, è stata molto più estesa, dall'Ucraina al Daghestan, dalla regione del Volga agli Urali meridionali, comprendendo anche le regioni di Kuban e dei cosacchi. Ma le zone più colpite, certo, sono state quella del Volga e gli Urali.

La seconda carestia è stata la carestia kazaka del 19301931. Una carestia terribile che ha ridotto la popolazione di un 40%. Va precisato che non dico che tutte queste persone siano morte. Il 40% della popolazione è scomparso. Una parte è morta, una parte se ne andò in Cina e un altro terzo emigrò in altre terre.

La terza carestia è quella degli anni 1932 e 1933, conosciuta da tutto il mondo grazie agli ucraini che si trovano all'estero come Holodomor [in una risoluzione adottata il 15 novembre 2022, il Parlamento Europeo ha riconosciuto [en] come genocidio la carestia imposta dal regime sovietico all'Ucraina tra il 1932 e il 1933].

“E la quarta carestia, tra il 1946 e il 1947, nel dopoguerra, della quale generalmente ci dimentichiamo”, aggiunge Arkhangelsky intervistato dal media online Pravmir.  C'è anche la storia dell’assedio di Leningrado [it], segnala, e aggiunge: “Il nostro documentario parla della prima carestia del 1921-1923, quella del Volga, e degli sforzi internazionali per aiutare la gente. In questa carestia morirono cinque milioni e mezzo di persone, ma ci furono anche 11 milioni di persone che si salvarono grazie alle organizzazioni benefiche straniere. È la prima carestia della storia ad essere stata documentata”.

Il documentario è stato proibito nei cinema della Russia. Il 14 febbraio, il Ministero della Cultura “ha revocato” la delibera per la trasmissione della pellicola. Arkhangelsky ha scritto su Facebook [en]:

What kind of legislation  forbids to talk about the fact that there was a famine in 19211923? That more than five million people died? That the world (by no means all, by the way) stepped over the ideology and showed solidarity with the suffering inhabitants of Russia? And thanks to this were more than ten million saved? This is a betrayal of one's own history, a betrayal of family memory.

Che razza di decisione è questa, che proibisce di parlare del fatto che, tra il 1921 e il 1923, ci fu una carestia? Che morirono più di cinque milioni di persone? Che il mondo (non tutto, certamente) mise da parte l'ideologia e si mostrò solidale nei confronti delle sofferenze degli abitanti della Russia? E che, grazie a questo, più di dieci milioni si salvarono? Questo è un tradimento della propria storia, un tradimento della memoria familiare.

La realizzazione del documentario è stata resa possibile grazie a donazioni di persone comuni raccolte attraverso internet nel 2021. Per ora, le proiezioni pubbliche sono possibili solo nelle scuole e nei musei russi.

Il documentario comincia con un poema di Yulia Yagudina, originaria di Bashkir, del villaggio di Burungul nella Baschiria [it], una repubblica autonoma della regione russa degli Urali. Il suo poema parla di come la fame porti le persone a mangiarsi a vicenda e di come i cadaveri dei bambini vengano ammucchiati in buche scavate nella terra.

Immagine tratta dal documentario “Fame” su YouTube.

In seguito prosegue con interviste a storici russi (a Orenburg, Čeljabinsk, Kazan, San Pietroburgo e in altre regioni), degli Stati Uniti e dell'Unione Europea, che forniscono dati di questa carestia: “Abbiamo i dati degli orfanotrofi… Il tasso di mortalità, a quel tempo, era superiore al 90%: in pratica, i bambini venivano riuniti lì e lì semplicemente morivano”, dice Dmitry Safonov. “Da un punto di vista geografico, c'era questa gran carestia che si propagò dall'Ucraina agli Urali, da San Pietroburgo al nord del Mar Caspio, un territorio di più di 2,5 milioni di chilometri quadrati”, dice lo storico statunitense Douglas Smith.

Il documentario cita anche un rapporto segreto fornito a Lenin [en]:

Samara regional authorities reported to Lenin: there are people running from the territory. There is no bread left, state canteens are closing, and kids are without food in orphanages. There is an epidemic of cholera, stations and ports are overflowing with refugees…

Le autorità regionali di Samara informano Lenin: ci sono persone che fuggono dal territorio. Non c'è pane, i bar statali stanno chiudendo e, negli orfanotrofi, i bambini  non hanno da mangiare. C'è un'epidemia di colera, le stazioni e i porti sono pieni di rifugiati…

Rifugiati nella regione di Samara, immagine tratta dal documentario “Fame” su YouTube.

La carestia ebbe varie cause: oltre alla Prima Guerra Mondiale (1914-1918) [it] e alla guerra civile russa (1918-1920) [en], i bolscevichi confiscavano di continuo cibo ai contadini che, indignati, cercavano di coltivare più colture di quelle necessarie alla famiglia, che però venivano anch'esse confiscate. Lo scrittore sovietico Maxim Gorky chiese aiuto ai “popoli dell'Europa e degli Stati Uniti”.

Manifesto sulla carestia del Volga, con una richiesta di aiuto. Immagine tratta dal documentario “Fame” su YouTube.

Herbert Hoover, a quel tempo segretario del Commercio [it] degli Stati Uniti, aveva dato inizio a una missione d'aiuto, con la condizione di liberare i prigionieri statunitensi dalla Russia sovietica e di garantire viaggi gratuiti alle missioni umanitarie. Attraverso i fiumi furono inviate alle principali città russe – San Pietroburgo e Kazan, tra le altre – navi con generi alimentari e medicinali. In totale, l'amministrazione degli Stati Uniti spese 137 milioni di rubli (circa 2.200 milioni di dollari attuali) per dar da mangiare con queste missioni: il Governo sovietico spese nove milioni di rubli (o 144 milioni di dollari attuali).

Immagine tratta dal documentario “Fame” su YouTube.

Ciò che differenziò la missione statunitense fu che, non solo distribuì alimenti, ma organizzò mense dove i bambini dovevano andare a mangiare. L'obiettivo era di cercare di salvare i più giovani. I contadini, con la loro consapevolezza della struttura familiare tradizionale, erano abituati alle numerose morti di bambini e non capivano perché dovevano alimentare i più deboli, quando chi poteva lavorare aveva maggiore necessità di alimentarsi. Talvolta, i bambini portavano il cibo a casa, mescolato con erbe o argilla per farlo durare di più.

Immagine tratta dal documentario “Fame” su YouTube.

Fridtjof Nansen, esploratore polare norvegese, filantropo e vincitore del Premio Nobel della Pace 1922, andò a Samara e scattò fotografie del disastro, di persone in punto di morte, e raccolse da varie organizzazioni benefiche europee circa mezzo milione di rubli d'oro (circa 8 milioni di dollari attuali). Aiutò senza porre condizioni e con la sua missione diede aiuto anche agli adulti.

Immagine tratta dal documentario “Fame” su YouTube.

Come si può vedere nella pellicola, i rapporti sovietici dicevano che la situazione peggiore era nel villaggio di Busuluk e nei suoi dintorni nella regione di Orenburg. La gente mangiò tutti gli animali domestici, inclusi cani e gatti, e ci furono numerosi casi di cannibalismo nei confronti di cadaveri.

Immagine tratta dal documentario “Fame” su YouTube.

L'assistenza degli Stati Uniti non si limitò a fornire cibo ai bambini. Aiutò anche maestri, istituzioni educative e ospedali con personale, medicinali e vaccini. Oltre all'organizzazione  statunitense, ci furono altre associazioni e organizzazioni che diedero il loro aiuto, come i quaccheri.

Immagine tratta dal documentario “Fame” su YouTube.

L'aiuto fornito da Nansen è ricordato in Russia con un monumento dedicato all'esploratore nella regione di Saratov. Nonostante ciò, gli sforzi degli Stati Uniti per aiutare a contenere la carestia, che furono incisivi e durarono a lungo, non sono mai stati riconosciuti adeguatamente. A quei tempi, e grazie a queste iniziative, si salvarono almeno 11 milioni di persone.

Immagine tratta dal documentario “Fame” su YouTube. La carta dice: “Grazie , Stati Uniti, per averci salvato dalla morte”.

Le autorità sovietiche non autorizzarono più l'arrivo di aiuti internazionali, né per la carestia in Kazakistan all'inizio degli anni 1930, né per l’Holodomor [it] in Ucraina nel 1932–1933.

Da maggio a dicembre 2022, un’esposizione [en] al Museo Presidenziale Herbert Hoover (Stati Uniti) mostra la storia dell'aiuto statunitense, che fornì alimenti e farmaci durante la carestia sovietica del 1921–1922.

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